In uno dei testi più conosciuti della Bibbia si dice che «tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo» (Qo 3,1). Dopo aver esordito con queste parole, il testo prosegue evidenziando alcune situazioni della vita, per ognuna delle quali c’è, appunto, un tempo (Qo 3,2-8).
In una società che ha fatto della velocità il suo tratto peculiare e non concede tempo per interiorizzare i cambiamenti in atto; in un mondo che sembra aver affermato l’inutilità di ciò che un tempo era considerato utile, cioè la cultura umanistica e la visione integrale della realtà, sostituita da visioni parziali e frammentate; in una società che vede la persona come un ingranaggio nell’immensa macchina produttiva ed economica, orientata all’immunizzazione dall’esperienza religiosa, tendenzialmente sostituita dal soddisfacimento dei bisogni materiali; insomma, in un mondo che gira vorticosamente, dovremmo chiederci: c’è ancora tempo per l’anima? La risposta non è semplice, ma lo stile di vita ad alta velocità, che caratterizza la società contemporanea, sembra suggerire che c’è un tempo per tutto, tranne che per l’anima.
Il tempo per l’anima è diventato un privilegio, o forse è volutamente estromesso dalle nostre attenzioni, in quanto troppo esposto alle domande della coscienza e alla profondità della nostra interiorità. Persino le ferie, destinate al riposo e alla distensione, sono riempite di tante cose da fare, esperienze da vivere, tempi vuoti da utilizzare, prodotti da consumare. Per poi constatare che spesso si rientra dalle ferie più stanchi di prima, come se avessimo riposato senza riposare: un paradosso che potremmo definire stress da riposo!
Resta da chiedersi se esistano forme alternative per vivere il tempo delle ferie, di cui necessita non solo il corpo, ma anche lo spirito. È il caso, quindi, di riflettere su questo tema e sulle possibilità che il riposo può offrire. Gesù stesso invita gli apostoli a riservare un po’ di tempo al riposo: «Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare» (Mc 6,31).
Significativa l’indicazione del luogo deserto, cioè un luogo dove non c’è nulla, ma c’è Lui con gli apostoli, Gesù, il Verbo della vita, la Parola fatta carne. È possibile intravedere un’indicazione di metodo nelle parole di Gesù, perché il tempo del riposo non deve necessariamente essere riempito di tante cose da fare, altrimenti diventa una versione alternativa dello stress da lavoro, pur non essendoci lavoro. È un riposo che ha nell’immagine del deserto una “fonte” di ispirazione.
Il deserto diventa, così, una situazione paradigmatica, che indica la strada del vero riposo, sia perché ce lo insegna Gesù, sia perché nel luogo deserto è Gesù stesso a stare con gli apostoli. È importante, dunque, dedicare tempo al silenzio e alla preghiera, nella compagnia di Gesù. A questo si può aggiungere un’altra possibilità offerta dal tempo delle ferie: la lettura. In primo luogo la lettura e la meditazione della Parola di Dio, che in ogni caso non dovrebbe mai mancare durante tutto l’anno! In seconda battuta direi che le ferie possono essere dedicate, forse un po’ audacemente, alla lettura di un classico della letteratura: infatti, se il corpo ha bisogno del cibo, anche l’anima ha bisogno del suo nutrimento.