Comunicato stampa
8 agosto 2025
Dopo i piccioni, ad Asti entrano nel mirino dei cacciatori anche cinghiali, caprioli, corvidi, lepri e nutrie: nell’ottica di un’anacronistica e cruenta gestione della fauna selvatica, nell’astigiano basterà il porto d’armi e la frequenza a un corso organizzato dalla Provincia per poterli abbattere.
L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) apprende con rammarico l’ennesimo, ingiustificabile e inutile attacco alla fauna selvatica, in un momento storico in cui l’Italia propende sempre di più per scelte di gestione favorevoli all’attività venatoria e alle richieste dei cacciatori.
“Continuare a rispondere con i fucili alla presenza di animali selvatici è inutile, oltre che eticamente sbagliato e contrario alle evidenze scientifiche – commenta Alessandro Piacenza, responsabile tutela fauna selvatica di OIPA. “La fauna selvatica si avvicina alle zone antropizzate solo perché ha a disposizione cibo facilmente accessibile e la causa è solamente la gestione inefficace dei rifiuti. Sparare agli animali – che continueranno a riprodursi e ad avvicinarsi alle zone abitate – non risolve il problema” conclude.
Per sottolineare l’inutilità degli abbattimenti, l’associazione ricorda che, facendo solo un esempio, negli ultimi sette anni sono stati uccisi circa un milione e mezzo di cinghiali; nonostante questo, il loro numero non è diminuito. Si continua a ricorrere agli abbattimenti, ma metodi alternativi non cruenti esistono: reti elettrificate o dissuasori sonori e/o visivi, oppure la differenziazione delle colture. L’orzo e gli altri cereali tricomatosi, che vengono evitati dai cinghiali, dovrebbero essere piantati vicino alle aree boscate, mentre il mais e i cereali non tricomatosi dovrebbero essere piantati lontano dalle aree boscate. Infine, sarebbe il momento di avviare la pratica, dopo anni di stallo nella fase sperimentale, per intensificare la contraccezione. Insieme a questo, una gestione più efficiente e ragionata dei rifiuti, con cassonetti chiusi, raccolta più frequente, controlli e campagne informative, permetterebbe di evitare situazioni di convivenza problematica e i conseguenti massacri.
L’OIPA ribadisce che la convivenza pacifica con gli animali selvatici è possibile, oltre che auspicabile, adottando soluzioni non violente che includano la prevenzione e la corretta informazione della comunità. L’invito alle istituzioni locali, ancora una volta, è a rivedere i piani approvati, coinvolgendo esperti e associazioni come l’OIPA – che è a disposizione in qualsiasi momento per un confronto – per sviluppare strategie alternative, etiche e realmente efficaci.
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