Lupo abbattuto in Val Venosta: "Decisione contro la scienza"

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Comunicato stampa congiunto
12 agosto 2025

Contro l’evidenza scientifica e il diritto europeo, la Provincia autonoma di Bolzano autorizza e manda ad effetto l’uccisione di un lupo “a caso”, appartenente a una sotto-popolazione ”minacciata””, tuttora in regime di protezione rigorosa, il primo lupo dei due “condannati” per aver fatto i lupi.

Le associazioni Green impact, LEAL, LEIDAA e OIPA si augurano che la Provincia rinunci a uccidere anche il secondo. L’Alto Adige, osservano le associazioni, resterà famoso per una politica oscurantista e anti-scientifica, primo territorio in Italia ad autorizzare l’uccisione di un lupo, i per di più in pendenza di ricorsi presentati da numerose associazioni la cui discussione per il 9 settembre prossimo, evidentemente “a lupo morto”.

I lupi non si trovano in uno stato di conservazione favorevole, contrariamente a quanto sostenuto dall’Alto Adige, ma in stato di Near Threatened (“vicini ad essere minacciati”, secondo la classificazione internazionale IUCN Red List; Large Carnivore Initiative). I danni causati da questi grandi carnivori si calcolano nell’ordine di poche decine di migliaia di euro all’anno, ampiamente rimborsati dai fondi agricoli europei. La prevenzione in Alto Adige è lasciata alla discrezione degli allevatori che ne fanno ben poco uso, come dalle stesse dichiarazioni che emergono dai report della Provincia, nonostante i copiosi fondi messi a disposizione.

I cani da guardia sono Border Collie, notoriamente cani da conduzione, che certo non possono agire da deterrenti, i pastori sono uno per più greggi. In un caso simile, la Corte europea di Giustizia aveva negato nel 2024 l’autorizzazione a procedere all’uccisione di un lupo – tra l’ altro identificato geneticamente e non preso a caso – in Tirolo, stessa sotto-popolazione. E il parere dell’ISPRA, privo di dati, è stato criticato da esperti autorevoli e considerato come dichiarazioni non supportate da evidenze. Le associazioni procederanno comunque con un’attività di revisione tecnico-scientifica indipendente del parere ISPRA, per evidenziarne le criticità nell’approccio metodologico e nei contenuti.

Infine le Associazioni ricordano che è tuttora pendente il ricorso davanti al tribunale dell’Unione Europea contro la decisione di derubricare la protezione del lupo da rigorosamente protetto a protetto, modifica non ancora esecutiva in Italia, auspicando che la scienza prevalga su orientamenti politici del momento.

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