L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i soci di società trasparenti possono ricevere il credito d’imposta per investimenti 4.0 anche negli anni successivi a quello in cui la società ha maturato il beneficio. Il chiarimento è arrivato nel corso di una videoconferenza tenutasi il 18 settembre, e si fonda su quanto già indicato nella circolare n. 9 del 23 luglio 2021 e nella risoluzione n. 163/2003.
In base ai principi di trasparenza fiscale, le società di persone e le imprese familiari possono attribuire ai propri soci o collaboratori i crediti d’imposta maturati, in proporzione alle rispettive quote di partecipazione agli utili.
Per rendere effettiva questa attribuzione, l’ente trasparente deve indicare nella propria dichiarazione dei redditi (quadro RU) l’ammontare del credito maturato nel periodo d’imposta in cui ha effettuato gli investimenti agevolabili. Deve inoltre specificare l’importo già utilizzato, quello residuo e la quota assegnata ai soci o collaboratori, riportandola in un rigo dedicato.
I soci o collaboratori, a loro volta, devono inserire nella propria dichiarazione la quota di credito ricevuta, così da poterla utilizzare in compensazione, nel rispetto dei limiti annuali previsti.
Il diritto a utilizzare il credito non scatta con la semplice maturazione del beneficio, ma solo dopo l’entrata in funzione del bene o la sua interconnessione ai sistemi aziendali. Quando la normativa prevede una fruizione del credito in più quote annuali, la somma delle quote utilizzate dalla società e da ciascun socio o collaboratore non può superare il tetto previsto per ciascun anno.
L’Agenzia ha infine ribadito che l’assegnazione ai soci del credito non rappresenta una cessione, ma una forma di utilizzo legittima. Di conseguenza, ogni socio può beneficiare della propria quota anche negli anni successivi, purché rispetti le condizioni previste e inserisca correttamente i dati nella propria dichiarazione.
Redazione redigo.info
