Riforma della disabilità: la sperimentazione della nuova procedura di accertamento si estende ad altre nove province

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Da oggi il “progetto di vita” interesserà un territorio più ampio. L’estensione nazionale resta fissata al 1° gennaio 2027 

Il percorso di revisione del sistema di riconoscimento dell’invalidità civile e della disabilità, avviato nei mesi scorsi in alcune aree pilota, entra in una nuova fase. A partire dal 30 settembre 2025, infatti, la sperimentazione della procedura che introduce il “progetto di vita” come elemento centrale dell’accertamento verrà estesa ad altre nove province italiane, come comunicato da INPS con il messaggio n. 2600 del 5 settembre 2025.

Si tratta di un passaggio importante verso l’attuazione della riforma prevista dal decreto legislativo n. 62/2024, che ha ridisegnato i criteri di valutazione della condizione di disabilità con l’obiettivo di superare un approccio puramente sanitario e includere anche gli aspetti sociali e di partecipazione alla vita quotidiana.

DAL PRIMO AVVIO ALL’ESTENSIONE

Come abbiamo già avuto modo di approfondire, la sperimentazione era partita in primavera coinvolgendo un primo gruppo di nove province. Con la nuova fase si aggiungono ora ulteriori territori, portando a un totale di diciotto province interessate dal nuovo iter di valutazione.

Le nuove province coinvolte sono: Alessandria, Genova, Isernia, Lecce, Macerata, Matera, Palermo, Teramo e Vicenza. A queste si aggiungono i territori della Regione autonoma Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Trento.

COSA CAMBIA PER I CITTADINI

Nelle province interessate, le persone che presenteranno domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile o della disabilità saranno inserite in un nuovo modello di valutazione integrata, centrato sul progetto di vita individuale.

In concreto, oltre alla commissione medica, entrano in gioco anche i servizi territoriali sociali e sociosanitari, con lo scopo di elaborare un quadro più completo dei bisogni e delle opportunità di inclusione della persona.

Dal punto di vista pratico, come chiarito dal messaggio INPS, il certificato medico introduttivo diventa l’unico documento valido per avviare la procedura: senza di esso, la domanda non potrà essere presa in carico. Questa novità rappresenta una semplificazione significativa, ma richiede attenzione da parte dei cittadini e degli operatori per rispettare le modalità e i tempi previsti.

Resta comunque garantita la continuità delle prestazioni economiche e dei benefici collegati all’invalidità civile, che continueranno a essere riconosciuti secondo le regole già in vigore.

UNA SPERIMENTAZIONE VERSO IL 2027

“L’estensione in corso – spiega Roberta Venturi, avvocato e co-responsabile dello Sportello Legale OMaR - Dalla parte dei Rari – conferma la volontà delle Istituzioni di proseguire gradualmente, senza anticipare i tempi. La fase sperimentale rimarrà infatti tale fino alla fine del 2026, mentre dal 1° gennaio 2027 la nuova procedura dovrebbe entrare in vigore su tutto il territorio nazionale. Fino ad allora sarà fondamentale un attento monitoraggio dell’impatto del modello nelle province coinvolte, verificando la capacità del sistema di garantire tempi rapidi, uniformità di valutazione e reale attenzione alla qualità di vita delle persone con disabilità”.

Detalles de contacto
info@osservatoriomalattierare.it (Alessandra Babetto)