Telemedicina: il decreto che cambia il volto dell’assistenza per pazienti rari e cronici

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Approvato lo schema ministeriale: servizi minimi, infrastrutture e accesso digitale alle cure 

Non è più solo una promessa tecnologica: la telemedicina entra ufficialmente nel sistema sanitario nazionale con uno schema di decreto ministeriale che ne definisce regole, servizi minimi e obiettivi concreti. Approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, il provvedimento rappresenta un passaggio cruciale per garantire assistenza digitale a centinaia di migliaia di cittadini, con un impatto diretto e misurabile soprattutto per chi convive con patologie rare, croniche o condizioni di disabilità complessa.

Il decreto, predisposto dal Ministero della Salute di concerto con il MEF e la Presidenza del Consiglio, impone una vera e propria infrastruttura multilivello, integrata e interoperabile, che dovrà essere operativa entro dicembre 2025. L’obiettivo è ambizioso: almeno 300.000 assistiti in telemedicina, con servizi erogati in modo uniforme su tutto il territorio.

UN SISTEMA NAZIONALE E REGIONALE INTEGRATO

Al centro del nuovo assetto c’è la Piattaforma Nazionale di Telemedicina (PNT), affidata ad Agenas per la regia tecnica. La PNT si articola in due componenti: l’INT, infrastruttura nazionale che raccoglie dati, monitora le prestazioni e propone tariffe; e le IRT, infrastrutture regionali che gestiscono l’erogazione dei servizi ai cittadini. Questo modello consente di mantenere una regia centrale, garantendo al tempo stesso l’autonomia operativa delle Regioni.

Ogni Regione dovrà assicurare almeno quattro servizi essenziali: televisita, teleconsulto, telemonitoraggio e teleassistenza/teleriabilitazione. Non si tratta di prestazioni accessorie, ma di strumenti che dovranno essere integrati nel percorso di cura, alimentando il Fascicolo Sanitario Elettronico e dialogando con l’Ecosistema Dati Sanitari.

IL PORTALE NAZIONALE: UNA STRUTTURA IN EVOLUZIONE

A complemento del decreto, è stato messo online il Portale Nazionale di Diffusione della Telemedicina, realizzato dal Ministero della Salute. Il portale è stato concepito per articolarsi in quattro ambienti principali -informativo, formativo, catalogo delle soluzioni e monitoraggio - che saranno progressivamente attivati in parallelo con l’implementazione della Piattaforma Nazionale di Telemedicina.

Le sezioni più avanzate, come il catalogo dei servizi regionali e il cruscotto di monitoraggio, saranno attivate progressivamente, in parallelo con l’implementazione tecnica della PNT e l’interoperabilità con le infrastrutture regionali. Il portale, dunque, è destinato a evolversi da vetrina informativa a strumento operativo e trasparente per cittadini e professionisti.

IMPLICAZIONI CONCRETE PER I PAZIENTI

Per chi vive con una malattia rara, spesso in territori lontani dai centri specialistici, la telemedicina può rappresentare un cambio di paradigma. Il monitoraggio remoto dei parametri vitali, la possibilità di ricevere consulti multidisciplinari da casa e l’accesso a programmi di teleriabilitazione riducono il carico assistenziale sulle famiglie e migliorano la qualità della vita.

Il decreto prevede anche modalità di accesso semplificate: i cittadini potranno utilizzare SPID o CIE, e sarà possibile delegare l’accesso a caregiver, tutori o genitori, nel rispetto delle regole di identificazione. Questo aspetto è particolarmente rilevante per i minori e per le persone con disabilità intellettiva o cognitiva, che spesso dipendono da un familiare per la gestione delle cure.

GOVERNANCE, SICUREZZA E MONITORAGGIO

La protezione dei dati personali è garantita da misure di pseudonimizzazione e da una gestione temporanea delle informazioni a livello nazionale (massimo 24 ore). Le IRT, invece, conservano i dati secondo le regole regionali e li integrano nel FSE. Agenas avrà il compito di monitorare l’andamento del sistema, elaborare indicatori di qualità e proporre aggiornamenti tariffari, contribuendo anche alla valutazione delle tecnologie sanitarie (HTA).

Il decreto non si limita a introdurre strumenti: impone una visione sistemica, in cui la telemedicina non è un’alternativa emergenziale, ma una componente strutturale dell’assistenza. Per i pazienti rari, questo significa poter contare su un sistema che riconosce la complessità dei loro bisogni e li affronta con strumenti adeguati, accessibili e sicuri.

Detalles de contacto
info@osservatoriomalattierare.it (Alessandra Babetto)