Dalla legge di Bilancio ai malumori nel campo largo

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La prima versione della legge di Bilancio per il 2026, composta da 137 articoli, dovrebbe essere trasmessa al Parlamento entro la settimana. Il testo conferma le principali misure anticipate dopo il Consiglio dei ministri, quali la riduzione dell’aliquota intermedia dell’IRPEF dal 35% al 33%, l’innalzamento progressivo dell’età pensionabile, la pace fiscale e la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, questa volta dilazionata in 54 rate.

Alcuni punti principali della legge di Bilancio

Nel disegno di legge di Bilancio presentato dal ministro Giorgetti, restano inoltre confermate la detassazione dei rinnovi contrattuali, l’estensione della soglia esentasse per i buoni pasto elettronici, la revisione della tassazione sugli affitti brevi e la definizione dei LEP, con l’obiettivo di garantire maggiore equità territoriale e sostenibilità complessiva dei conti pubblici.

Ai fini fiscali, le imprese che investono in beni strumentali nuovi potranno contare sulla maggiorazione del costo di acquisizione utile al calcolo di ammortamenti e canoni di leasing, così da generare una deduzione più elevata e ridurre l’imponibile. La misura inserita nel disegno di legge di Bilancio prevede percentuali differenziate in base all’entità dell’investimento: 180% per quelli fino a 2,5 milioni di euro, 100% per quelli compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro e 50% per quelli tra 10 e 20 milioni di euro.

Un trattamento favorevole è inoltre previsto per gli investimenti in chiave green, cioè orientati alla sostenibilità ambientale. In questo caso, la maggiorazione stabilita dal disegno di legge di Bilancio sale al 220% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 140% per quelli tra 2,5 e 10 milioni e al 90% per quelli tra 10 e 20 milioni di euro. Si tratta di un incentivo concreto per sostenere l’innovazione tecnologica e la transizione ecologica delle imprese.

Da evidenziare come il budget allocato per la prossima legge di Bilancio si attesti su poco più di 18 miliardi di euro, notevolmente ridotto rispetto alle manovre degli anni precedenti di questa legislatura. Clicca qui per guardare il video di presentazione

I messaggi di Mattarella e Meloni alla NIAF

In occasione del gala per il cinquantesimo anniversario della National Italian American Foundation (NIAF) a Washington, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di saluto nel quale ha celebrato il legame profondo tra Italia e Stati Uniti.

Il Capo dello Stato ha ricordato come i cittadini americani di origine italiana abbiano contribuito in modo decisivo alla crescita del Paese, grazie al loro ingegno, alla dedizione e all’impegno civile. “I cinquant’anni della NIAF – ha sottolineato Mattarella – testimoniano l’orgoglio di un popolo che ha saputo integrarsi e prosperare intorno ai valori di libertà, uguaglianza e democrazia. La Fondazione resta un punto di riferimento saldo e dinamico, capace di unire memoria e futuro.”

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato con un videomessaggio, nel quale ha affermato che “la cultura woke tenta di dividere Italia e Stati Uniti, ma i nostri Paesi restano le colonne portanti del mondo libero”. Meloni ha aggiunto che “esistono forze che vogliono riscrivere la storia, cancellare le tradizioni condivise e negare il ruolo fondamentale degli italoamericani nella società americana. Non lo permetteremo. Il Columbus Day resterà una festa celebrata”, ha dichiarato, ringraziando Donald Trump per averne ripristinato la commemorazione.

Poco dopo, l’ex presidente degli Stati Uniti ha elogiato Meloni su Truth Social, condividendo un breve video di 21 secondi con un commento di sostegno. Trump ha rilanciato anche un tweet di una sua sostenitrice, LynneP, che lodava la premier per la volontà di rafforzare i rapporti bilaterali: “Giorgia Meloni sfida l’Unione Europea e cerca un accordo commerciale diretto con Trump. Mossa brillante”, si leggeva nel post accompagnato da un ulteriore filmato. 

Papa Leone XIV al Quirinale

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto al Quirinale Papa Leone XIV, in occasione della sua prima visita di Stato dall’inizio del Pontificato. Nel corso del colloquio, Mattarella ha voluto ribadire la solidità del legame storico e morale tra Italia e Santa Sede, sottolineando l’importanza dei valori condivisi su cui si fondano la convivenza civile e la democrazia.

Sul piano internazionale, il Capo dello Stato ha espresso l’auspicio di un rinnovato impegno per la soluzione a due Stati in Medio Oriente, apprezzando il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Papa Leone XIV, da parte sua, ha riaffermato la volontà di fare della pace la priorità del suo Pontificato, richiamando gli insegnamenti dei suoi predecessori e i diritti universali di ogni essere umano.

Il Pontefice ha inoltre evidenziato la necessità di sostenere le famiglie attraverso un lavoro dignitoso, condizioni eque e misure di tutela per maternità e paternità, così da restituire fiducia e prospettive alle nuove generazioni. 

Appendino lascia il Movimento 5 Stelle

Durante il consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle, la deputata Chiara Appendino ha annunciato la propria decisione di lasciare il partito. L’ex sindaca di Torino ha formalizzato la scelta con una lettera indirizzata alla segreteria nazionale, comunicando direttamente a Giuseppe Conte e agli altri dirigenti all’apertura della riunione in streaming.

La discussione si è presto trasformata in un confronto acceso, nel quale Appendino ha avuto la sensazione di trovarsi sotto processo politico: alcuni esponenti hanno mostrato toni più concilianti, mentre altri hanno mantenuto una posizione rigida, in linea con le critiche emerse sui media nei giorni precedenti.

La decisione arriva dopo le elezioni regionali in Toscana, che hanno spinto Appendino a chiedere una revisione della strategia del Movimento nei rapporti con il Partito Democratico. L’ex sindaca aveva anche messo in evidenza la perdita di contatto con quella parte di cittadini esclusi e disillusi — gli stessi che un tempo avevano rappresentato la base del consenso pentastellato e che oggi appaiono sempre più distanti.

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Gabriele Tolari