“L’educazione è la strategia contro la violenza. Se questa è un’affermazione che viene istintivo condividere allora non può non farci riflettere quanto sta accadendo in Italia.
Da una parte abbiamo la cronaca, che ogni giorno riporta fatti legati alla violenza di genere: 111 donne uccise nel 2024 di cui 96 in ambito familiare o affettivo, dall’altra la concreta possibilità che un’opportunità educativa cruciale come quella fornita dalla scuola in merito alla sfera affettiva e sessuale possa essere ulteriormente limitata proprio quando invece ce n’è più bisogno.”
Le parole di Paolo Limonta, Presidente CIAI, esprimono la profonda preoccupazione dell’organizzazione rispetto al DDL sul consenso informato approvato in commissione Cultura alla Camera che estende anche alle secondarie di primo grado il divieto di svolgere attività didattiche e progettuali sui temi della sessualità, limitandone quindi la possibilità alle sole secondarie di secondo grado, sempre e solo con il consenso dei genitori.
L’esperienza di CIAI di lavoro quotidiano a contatto con bambini e bambine, ragazzi e ragazze ci dice che quella di genere è una violenza che non possiamo circoscrivere al mondo adulto, perché fa già parte delle relazioni sentimentali dei e delle adolescenti. Un adolescente su tre ha già subito un episodio di violenza e uno su cinque non sa riconoscere gli abusi nelle relazioni sentimentali. Tanti e tante confondono amore e controllo, rispetto e possesso.
Stiamo dunque parlando di un problema sociale perché attiene alla società che vogliamo costruire e delegare la risposta alle singole famiglie, senza la preziosa sinergia con le scuole, appare una mancata risposta a una difficoltà che va accompagnata, fatta evolvere e non accantonata. L’efficacia di questa sinergia è d’altronde evidente per la maggior parte dei Paesi europei, dove l’educazione sessuale e affettiva è una materia obbligatoria a scuola.
Dall’elenco è esclusa l’Italia insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania, Ungheria.
“L’educazione affettiva e sessuale è uno strumento fondamentale per promuovere i diritti umani e l’uguaglianza di genere, aspetti che rientrano tra i traguardi fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, a cui CIAI, come le altre organizzazioni che si occupano di diritti dei minori, orienta i propri interventi e su questa strada intende proseguire.”