“Avere le parole per descrivere la violenza è importante per riconoscerla e eventualmente anche per combatterla. È sempre necessario usare le parole giuste, soprattutto quando si descrivono forme di violenza”. Della parola femminicidio, dice ancora, “ne abbiamo bisogno perché siamo di fronte a un problema che non è occasionale ma è sistemico, cioè, è la manifestazione più estrema di una determinata visione sociale e culturale della donna che viene percepita come oggetto di proprietà”.
“Più parliamo di femminicidio- sottolinea Gheno- più mettiamo il dito nella piaga. Siamo in un momento storico culturale in cui si cerca di cavalcare l’idea che il femminicida sia una scheggia impazzita, cioè qualcuno che si pone al di fuori della normalità. Questo ci impedisce di riconoscere quello che c’è alla base di un femminicidio, che è una cultura ancora molto profondamente misogina, che vede la donna come un essere inferiore”.
Tutta l’intervista a Vera Gheno, sociolinguista impegnata nella rideterminazione del femminile, della parità di genere e della non violenza a partire dell’uso consapevole delle parole, è disponibile nel podcast, realizzato dalla Regione, dedicato al 25 novembre – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
