Leucemia mieloide acuta, quizartinib rimborsabile in Italia

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Il farmaco è specificamente indicato per la malattia positiva alla mutazione genetica FLT3-ITD, presente in circa un quarto dei pazienti

Roma – In Italia è oggi disponibile il farmaco quizartinib, in regime di rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale, per il trattamento di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD-positiva di nuova diagnosi. Il medicinale è indicato in associazione a chemioterapia di induzione standard (a base di citarabina e antraciclina) e chemioterapia di consolidamento standard (a base di citarabina), seguite dallo stesso quizartinib come monoterapia di mantenimento.

LA MALATTIA E IL TRATTAMENTO

La leucemia mieloide acuta (LMA) è una forma aggressiva di tumore del sangue caratterizzata dalla rapida proliferazione di cellule mieloidi anomale che invadono il midollo osseo e ne compromettono la funzionalità, impedendo la normale produzione di cellule del sangue. Questa insufficienza midollare porta all'insorgenza di anemia (affaticamento, pallore, difficoltà a respirare e tachicardia), a una predisposizione alle infezioni, anche gravi, e al rischio di emorragie, in particolare a livello della cute e delle mucose. In Italia si registrano ogni anno circa 2.000 nuovi casi di malattia.

Il paziente con LMA è spesso anziano e quindi fragile per definizione. La malattia lo debilita ulteriormente provocando una diminuzione della sua qualità di vita, una condizione che condivide con molti altri malati ematologici”, sottolinea Davide Petruzzelli, Presidente dell’associazione La Lampada di Aladino ETS. “È fondamentale garantire un’assistenza globale a questi pazienti, che includa supporto psicologico, nutrizionale e una gestione efficace del follow-up. È inoltre necessario ridurre le disuguaglianze nell'accesso alle cure e promuovere una sinergia tra ospedale e territorio, passando da una logica di prestazione a una di presa in carico”.

Nei pazienti con LMA eleggibili alla chemioterapia ad alte dosi, le linee guida ESMO 2020 prevedono un trattamento diviso in tre fasi: induzione, consolidamento, mantenimento. La fase di induzione ha l’obiettivo di ridurre al minimo le cellule leucemiche e raggiungere la remissione completa. A questa fase segue il consolidamento, il cui scopo è quello di ridurre il rischio di ricadute. Ad alcuni di questi pazienti può essere proposto un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche; altri possono essere sottoposti a una terapia di mantenimento. Il trattamento iniziale di induzione e le successive terapie di consolidamento e mantenimento vengono scelti in base all'età del paziente, al suo stato di salute generale e al rischio citogenetico/molecolare.

Nel 40-50% dei casi di LMA, sebbene i pazienti rispondano al trattamento di prima linea, si verifica una recidiva di malattia”, spiega Roberto Cairoli, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia presso l'Ospedale Niguarda Ca' Granda di Milano e Professore Associato di Ematologia all’Università Milano-Bicocca. “Negli ultimi anni abbiamo fatto passi avanti importanti nella gestione e nella conoscenza della LMA. In particolare, la possibilità di individuare le sue caratteristiche genetiche e molecolari ha consentito di sviluppare terapie mirate”. 

UN FARMACO SPECIFICO PER LA MUTAZIONE FLT3-ITD

Sono numerose le alterazioni genetiche identificate nella leucemia mieloide acuta e le mutazioni nel gene FLT3 sono tra le più comuni: di queste, circa l'80% sono mutazioni FLT3-ITD (ossia con duplicazione tandem interna), che promuovono la crescita neoplastica e contribuiscono a una prognosi particolarmente sfavorevole, con un aumento del rischio di recidiva, una scarsa percentuale di risposta alla terapia di salvataggio e un’attesa di sopravvivenza più breve rispetto ai pazienti con LMA senza mutazione. Le mutazioni FLT3-ITD sono presenti in circa il 25-30% di tutti i casi di LMA.

Quizartinib è un inibitore orale di FLT3 che è stato sviluppato specificatamente per i pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD-positiva”, afferma Adriano Venditti, Direttore Dipartimento di Onco-Ematologia e Professore Ordinario di Ematologia all’Università Tor Vergata di Roma. “Un farmaco prezioso per trattare questa patologia aggressiva fin dalla prima linea, così da diminuire il rischio, consistente, di ricaduta della malattia: quizartinib ha infatti dimostrato di ridurre il tasso di mortalità e di raddoppiare la sopravvivenza globale mediana”.  

L’approvazione di quizartinib si basa sui risultati dello studio clinico QuANTUM-First, pubblicati sulla prestigiosa rivista The Lancet a maggio 2023. In questo trial di Fase III, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, quizartinib è stato valutato in combinazione con chemioterapia standard di induzione e consolidamento e come monoterapia di mantenimento in 539 pazienti adulti, di età compresa tra 18 e 75 anni, con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD-positiva di nuova diagnosi. Il trattamento con quizartinib ha portato a una riduzione del 22% del rischio di morte e ad un tasso mediano di sopravvivenza globale doppio (31.9 mesi contro 15.1 mesi) rispetto alla sola chemioterapia standard.

“Siamo orgogliosi di portare quizartinib ai pazienti italiani”, ha dichiarato Gilda Ascione, Medical Director, Head of Oncology Medical Affairs di Daiichi Sankyo Italia, la casa farmaceutica produttrice del medicinale. “Con l’approvazione di quizartinib i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta con mutazione FLT3-ITD possono accedere a una terapia mirata sviluppata e approvata specificamente per questa forma di malattia”.

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