La gioia delle feste rischia di essere offuscata da un salasso ingiustificato per le famiglie italiane. Lo rivela la nuova indagine “Natale, prezzi alle stelle” condotta da ADOC ed EURES – Ricerche Economiche e Sociali, che ha analizzato la dinamica dei prezzi dei prodotti alimentari tradizionali del carrello della spesa di Natale.
L’analisi ha monitorato 80 prodotti in 8 principali insegne della GDO, concentrandosi sui dolciumi e bevande tipiche come panettoni, pandori, torroni, spumanti e superalcolici.

Secondo lo studio, una famiglia tipo spenderà in media 76 euro per l’acquisto di un cesto natalizio standard nel 2025. Questo dato rappresenta un incremento medio del +8,9% rispetto ai 69 euro rilevati nel 2024.
Questo aumento è sproporzionato rispetto al quadro macroeconomico generale: a fronte di un’inflazione generale prevista per il 2025 dell’1,5% e un aumento dei prodotti alimentari lavorati del 2,7%, i prezzi dei prodotti natalizi crescono dell’8,9%, ovvero quasi 6 volte di più dell’incremento complessivo dei prezzi e oltre 3 volte di più rispetto a quello degli alimentari. L’incremento più marcato riguarda i prodotti di cioccolateria, con un aumento del +11,3% (portando il costo medio a 6,55 euro), si tratta dell’alimento che, tra crisi climatiche che incidono sulla produzione di cacao, speculazioni finanziarie sul mercato delle materie prime e una domanda in costante crescita, ha registrato tra i prodotti alimentari il rialzo più forte dell’ultimo anno (+6,7% secondo dati ISTAT). A seguire il torrone (confezioni da 200-250 g), con un rincaro del +10,0% (5,50 euro), anche il pandoro classico registra un aumento significativo del +7,4%, che porta il prezzo medio oltre i 6 euro, più contenuti, ma sempre ben oltre l’inflazione, gli aumenti per amari e superalcolici (+5,4%) e per i panettoni (di marca +4,2%; private label +4,9%).

“Questi numeri sono estremamente preoccupanti e confermano ciò che denunciamo da anni: nei periodi di alta domanda, le logiche di mercato sembrano tendeare a un sistematico e ingiustificato aumento dei prezzi – afferma Anna Rea, Presidente Adoc nazionale. In particolare, l’incremento di oltre l’11% per i prodotti di cioccolateria e del 10% per i torroni è un segnale d’allarme fortissimo, che non può essere imputato solo alle crisi climatiche o alle dinamiche delle materie prime – prosegue Rea.
Questa dinamica comporta una compressione dei consumi: se un simbolo del Natale come il panettone o il torrone diventa un costo insostenibile, le famiglie saranno costrette ad acquistarne in quantità ridotte o a rinunciarvi o, peggio, ad acquistare prodotti di scarsa qualità a discapito della propria salute. Chiediamo con forza maggiore trasparenza lungo tutta la filiera e un freno alle speculazioni che minano la serenità delle feste. Le famiglie hanno il diritto di celebrare le festività senza dover affrontare un salasso ingiustificato – conclude la Presidente Adoc nazionale, Anna Rea”.

Nota metodologica: I prezzi sono stati estratti dai volantini promozionali dei periodi 20-30 novembre e 1-10 dicembre per le annualità 2024 e 2025 e hanno riguardato complessivamente 80 prodotti (tipologie, marchi, pezzatura prevalente).
Le rilevazioni hanno interessato 8 principali insegne della GDO (Coop, Conad, Esselunga, Carrefour, Lidl, Despar, Tigre, Famila), che insieme rappresentano circa il 67,5% della quota di mercato nazionale. Naturalmente non sempre i prezzi sono stati rilevabili in tutte le «insegne», in quanto non presenti nei rispettivi volantini. Per tale ragione i valori medi sono stati successivamente aggregati per tipologia di prodotto e non per singolo marchio.
Più in dettaglio, sono stati censiti 17 marchi/tipologie di panettone “classico” riferiti a prodotti di marca e 5 a “private label”; 18 marchi/tipologie di pandoro “classico” riferiti ai soli “prodotti di marca”; 8 marchi/tipologie di torrone (taglio prevalente da 200-250 g); 5 marchi/tipologie di spumanti; 7 marchi/tipologie di amari e superalcolici e 19 marchi/tipologie di prodotti di cioccolateria.