Dove la medicina estetica si ferma, chirurgia ortofacciale e ortodonzia restituiscono armonia al volto

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Sempre più persone si rivolgono all’ortodontista chiedendo un intervento per migliorare l’estetica del volto: denti troppo visibili quando si sorride, mandibola sfuggente o mento sporgente.

Spesso però ciò che appare un semplice “difetto estetico” è in realtà il segnale di una problematica di posizione dei denti, ma anche delle ossa mascellari, più profonda, che può influenzare funzioni fondamentali come masticazione, respirazione, deglutizione e fonazione, oltre al benessere psicologico.

Non è raro che questi pazienti, spinti da un disagio inizialmente estetico, si rivolgano anche al chirurgo estetico, che può proporre soluzioni rapide come tossina botulinica per il gummy smile o filler a base di acido ialuronico per correggere un mento sfuggente. Ma quando alla base c’è una disarmonia scheletrica, tali soluzioni cercano solo di mascherare il difetto senza alcun miglioramento di tipo funzionale (camouflage).

Fino al 19% della popolazione presenta deformità delle ossa mascellari che richiederebbero un trattamento combinato. Quando la malocclusione è dovuta a un disallineamento scheletrico, infatti, la sola ortodonzia non basta: la soluzione prevede un percorso integrato con un iniziale trattamento ortodontico di preparazione ad un intervento di chirurgia ortofacciale, detta anche ortognatica, che consente di riposizionare le ossa nella posizione corretta e ristabilendo armonia e funzione.

Correggere questi squilibri significa migliorare non solo l’estetica, ma soprattutto la funzione e la qualità della vita dei pazienti” sottolinea Erica Barina, presidente nazionale di FACExp, associazione nazionale senza scopo di lucro che riunisce medici ortodontisti. “Molti riportano un netto miglioramento della respirazione, soprattutto notturna: la chirurgia ortognatica rappresenta anche una delle opzioni chirurgiche più efficaci nel trattamento delle apnee ostruttive del sonno, patologia ancora troppo sottodiagnosticata”.

La chirurgia ortognatica è una disciplina che non si limita a correggere l’occlusione, ma restituisce equilibrio, armonia e benessere cercando di ridurre i discomfort legati al trattamento grazie a l’utilizzo di tecnologie avanzate.

Grazie ai progressi clinici e tecnologici e alla maggiore consapevolezza dei benefici funzionali, estetici e psicologici, la chirurgia ortognatica evolve e si definisce oggi chirurgia ortofacciale.

La chirurgia ortofacciale è mini-invasiva, pianificata digitalmente, priva di cicatrici visibili, sempre all’interno della bocca e con recuperi più rapidi rispetto al passato. L’intervento dura circa 2–4 ore, il dolore post-operatorio è contenuto e il paziente riprende a muovere la mandibola fin da subito, con una dieta morbida per alcune settimane.

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