Fare il diavolo a quattro: significato e origine 17 Dicembre 2025 – Posted in: Modi di dire
Fare il diavolo a quattro: origine teatrale di un caos perfetto
Quando le parole vengono dal palco
Ci sono modi di dire che sembrano nati ieri. Invece arrivano da secoli di palco, folla, sudore. “Fare il diavolo a quattro” è uno di questi.
Cosa significa oggi
Agitarsi molto, fare caos, protestare con veemenza, mettere tutto sottosopra per ottenere qualcosa. Un’espressione che usiamo quando qualcuno scatena il putiferio.
L’origine: tra Medioevo e palcoscenico francese
La radice affonda nelle sacre rappresentazioni medievali e nelle loro versioni più popolari, dove il diavolo era personaggio fisso e spettacolare. Ma attenzione: in italiano la formula compare con certezza nel Seicento, e gli studi la descrivono anche come calco del francese faire le diable à quatre.
Quindi: immaginario teatrale medievale, sì. Ma la frase come la diciamo oggi passa attraverso la Francia.
Perché proprio “a quattro”? Tre ipotesi dal palcoscenico
1. Le “diavolerie” grandi e piccole
Una versione racconta che il pubblico distingueva tra rappresentazioni “grandi” e “piccole” a seconda che in scena comparissero più o meno di quattro diavoli. Oltre quella soglia: caos totale.
2. Un diavolo, quattro attori
Altra spiegazione: il diavolo cambiava spesso aspetto durante lo spettacolo. Per evitare lunghi cambi di costume, si usavano quattro attori diversi pronti a entrare. Risultato: confusione dietro le quinte, frenesia sul palco.
3. E il numero poteva variare
Nell’Ottocento esistevano anche “fare il diavolo a sei” e perfino “a quaranta”. Segno che nel parlare comune il numero si gonfiava per amplificare l’idea di disordine.
Bonus: perché le quinte si chiamano “quinte”
Nel teatro, le quinte sono i diaframmi laterali che delimitano la scena e nascondono il retroscena. Treccani riporta un’ipotesi: si chiamano così forse perché in origine erano a cinque facce e girevoli.
Da qui nasce “dietro le quinte”: il luogo dove si prepara tutto. E dove, a volte, si trama.
Perché funziona ancora
Perché è visivo. Senti il legno del palco. Vedi entrate e uscite frenetiche. Immagini attori trafelati, costumi che volano. E capisci subito: qualcuno sta facendo il diavolo a quattro.
E tu, dove fai il diavolo a quattro?
In famiglia quando non trovi le chiavi? Al lavoro per far passare un’idea? O nel traffico romano quando l’ennesimo motorino ti taglia la strada?
Raccontamelo nei commenti: il tuo caos quotidiano merita di essere celebrato.
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