TikTok Search Boom: perché la Gen Z cerca su TikTok (e cosa cambia per la SEO delle aziende)

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Per anni abbiamo dato per scontato che cercare online significasse usare Google. Poi è arrivata la Gen Z e ha cambiato le regole. I dati più recenti confermano ciò che da mesi è evidente agli analisti: per una parte sempre più ampia dei giovani, il motore di ricerca non è più Google, ma TikTok. Dove c’è un video, c’è una risposta. Dove c’è un creator, c’è autorevolezza. Per i brand non si tratta di una curiosità sociologica, ma di un cambio strutturale.

La logica che guida questo comportamento è semplice. TikTok offre risposte visive e immediate, basate sull’esperienza più che sulla teoria. I creator vengono percepiti come persone credibili, vicine, capaci di raccontare contesti reali. L’algoritmo, inoltre, intercetta bisogni e interessi con una precisione spesso superiore alla capacità dell’utente di formularli in una query testuale. Se si cerca “miglior ristorante a Roma”, Google restituisce elenchi e articoli. TikTok mostra persone reali che mangiano davvero in quei luoghi. Il confronto è impari.

Le ricerche più frequenti riguardano ambiti molto concreti: cibo, viaggi, beauty, tecnologia, prodotti da acquistare, tutorial rapidi e recensioni autentiche. Ma il dato più interessante è un altro: crescono le ricerche dirette sui brand. È qui che per le aziende si apre uno spazio enorme, ancora poco presidiato.

TikTok, di fatto, non è più soltanto un social network. È diventato un motore di ricerca audiovisivo. Non esiste una SERP, ma un feed. Non si legge, si guarda. Non si digitano soltanto parole chiave, le si ascolta pronunciate nei video. Non si cercano siti, ma esperienze. La rilevanza dei contenuti non dipende da link o meta tag, ma da quanto un video viene guardato, commentato, condiviso e da quanto il creator riesce a generare engagement.

In questo contesto nasce una vera e propria TikTok SEO. Ottimizzare per TikTok significa progettare contenuti pensati per essere trovati: usare keyword in modo naturale nel parlato e nelle caption, catturare l’attenzione nei primi secondi, mantenere alta la retention e costruire video che rispondano a domande reali. È SEO, ma tradotta nel linguaggio del video.

Google non è in crisi perché “peggiore”, ma perché risponde a un modello cognitivo diverso. Google è informazione, TikTok è esperienza. Google è testo, TikTok è storytelling. Google parte dalla query, TikTok dalla raccomandazione. Per una generazione cresciuta con il video verticale, la scelta è naturale.

Per i brand questo implica un cambio di prospettiva profondo. La visibilità non passa più solo dai motori di ricerca tradizionali, ma dalla capacità di essere presenti, rilevanti e riconoscibili nei contesti video. Se un’azienda non esiste su TikTok, semplicemente non esiste nelle ricerche della Gen Z. Non è una provocazione, è un dato.

Il futuro della ricerca è audiovisivo. Brand e agenzie dovranno integrare la TikTok SEO nelle proprie strategie, esattamente come hanno fatto con Google dieci anni fa. Il punto non è “essere su TikTok”. Il punto è essere trovabili.

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