Tra il 6 e il 9 giugno si terranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Durante queste giornate, i cittadini europei avranno l'opportunità di esprimere le proprie preoccupazioni, aspirazioni e visioni per il futuro attraverso il loro voto. Eletto a suffragio universale dal 1979, l'Europarlamento svolge il ruolo di organo legislativo e di controllo e il rappresentare gli interessi di tutti i cittadini dell'UE.
Le elezioni si terranno in Italia nelle giornate dell'8 e il 9 giugno. Verranno eletti nelle 5 circoscrizioni elettorali (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) 76 parlamentari.
Come si svolge il processo elettorale?
Una volta definito a livello europeo il weekend in cui si terranno le elezioni, ogni paese membro definisce il giorno/le giornate esatto/e in cui aprire i seggi. Quest'anno i primi europei a votare saranno gli olandesi (6 giugno), seguiti dagli irlandesi (7 giugno) e poi da lettoni, maltesi e slovacchi (8 giugno). In Cechia, invece si voterà sia il 7 che l’8 giugno, mentre il 9 giugno sarà il turno degli elettori in Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Sarà possibile in Italia votare in due giornate - l'8 e il 9 giugno.
Con le elezioni europee di giugno, verranno eletti in totale 720 membri del Parlamento europeo – 15 in più rispetto a quelli eletti nel 2019 - sulla base dei cambiamenti demografici nell’UE. Di questi 15 seggi, 2 sono stati assegnati alla Francia, 2 alla Spagna e 2 ai Paesi Bassi. Austria, Belgio, Polonia, Danimarca, Finlandia, Slovacchia, Irlanda, Slovenia e Lettonia riceveranno un seggio in più ciascuno. Questo cambiamento nel numero di seggi non ha quindi coinvolto l’Italia, che eleggerà anche questa volta 76 eurodeputati nelle 5 circoscrizioni elettorali: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. La delegazione nazionale più consistente resterà quella tedesca (96 membri), le meno numerose saranno ancora quelle di Cipro, Malta e Lussemburgo (6 membri).
Il voto negli Stati membri è organizzato secondo gli ordinamenti nazionali, ma l'UE prevede l’obbligo di garantire una rappresentanza proporzionale. Ogni paese stabilisce una propria soglia di sbarramento per l'attribuzione dei seggi, ma a livello UE è previsto che non sia maggiore del 5%. In Italia si attesta al 4%. Una volta attribuito il numero di seggi guadagnati da ciascuna lista nelle diverse circoscrizioni, vengono eletti i candidati col maggior numero di preferenze espresse. In Italia, gli elettori possono indicare all’interno della stessa lista fino ad un massimo di tre preferenze.
Cosa succede dopo le elezioni?
Una volta eletti, gli europarlamentari iniziano a svolgere le loro funzioni assumendo un ruolo cruciale nel processo decisionale e legislativo dell'UE. Già nel corso della prima sessione plenaria, in programma per la terza settimana di Luglio, verranno composte le 20 commissioni parlamentari specializzate e permanenti e ne verranno nominati i vertici, assieme alle altre cariche dell'istituzione. I membri del Parlamento Europeo si riuniscono inoltre in gruppi politici sulla base della loro affinità ideologica e politica. Per formarsi, un gruppo politico deve includere un minimo di 25 eurodeputati eletti in almeno un quarto degli Stati membri. Nella legislatura 2019-2024, i gruppi politici sono stati 7: il PPE – il Partito Popolare Europeo; S&D – Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici; Renew Europe; Verdi/ALE – Verdi e Alleanza Libera Europea; ID – Identità e democrazia; ECR – Conservatori e riformisti europei; GUE/NGL – Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica. Inoltre, esiste un gruppo di non iscritti che ha riunito coloro che non hanno aderito a nessun altro gruppo. I gruppi politici nominano un presidente e si incontrano regolarmente per discutere e definire la loro agenda e strategia.
Qual è il ruolo degli europarlamentari?
Nel processo decisionale dell'UE, il Parlamento Europeo ha il ruolo di garantire la rappresentanza di tutte le identità politiche dei cittadini europei. In primo luogo, il Parlamento esercita il potere legislativo. Nell'ambito delle commissioni parlamentari, deputate e deputate possono divenire rapporteur (relatori) di una determinata proposta legislativa della Commissione Europea. Questo ruolo consiste nell'analizzare il progetto, consultare gli esperti di settore, discutere con gli altri membri della commissione ed elaborare delle raccomandazioni sulla linea politica in merito alla materia trattata. La commissione discute e finalizza poi un progetto di relazione che viene poi sottoposto al voto della plenaria. Tale documento di compone di una motivazione, una proposta di risoluzione e degli emendamenti. Durante la sessione plenaria sono esaminati, discussi e votati solo risoluzioni e emendamenti.
Il Parlamento svolge inoltre un ruolo di controllo politico sulle altre istituzioni dell'Unione. Gli europarlamentari eleggono i Commissari europei e il Presidente della Commissione Europea . Contestualmente, possono votarne la sfiducia, garantendo così l’imparzialità e l'equilibrio delle istituzioni. Infine, il Parlamento europeo è responsabile dell'approvazione del bilancio dell'UE. Questo aspetto riveste un'importanza fondamentale per la partecipazione democratica all'interno delle istituzioni europee, poiché la definizione del bilancio riflette le priorità politiche di una società.
Quali sono i temi sono al centro della campagna elettorale?
Negli ultimi anni, l'Unione Europea si è trovata a far fronte a una serie di crisi inattese e senza precedenti. Il mandato 2019-2024 è iniziato con l'uscita dall'Unione del Regno Unito, per poi proseguire con la pandemia e la sue drammatiche conseguenze. Sono poi sopraggiunte la guerra di aggressione della Russia verso l'Ucraina e la conseguente crisi energetica. Destano sempre più preoccupazione i disastri naturali collegati al cambiamento climatico, mentre il conflitto israelo-palestinese continua a inasprirsi. Anche la nuova legislatura dovrà inevitabilemte fare i conti con questo contesto oltre a lavorare alla rafforzare la resilienza e la preparazione dell'Unione. Con il contesto geopolitico in rapida e preoccupante evoluzione, in particolare, la sicurezza e la difesa dell'UE rappresentano un cruciale banco di prova per l’UE, spingendo i leader UE a un cambio di paradigma e di mettere l'economia dell'UE sul "piede di guerra". Il Consiglio Europeo ha recentemente raggiunto l’accordo sull’aumentare in modo sostanziale la spesa per la difesa e siglato l’impegno a migliorare l’accesso dell'industria europea della difesa ai finanziamenti pubblici e privati. E' tornato al centro dell'agenda politica europea il tema dell'allargamento, anche alla luce dei recenti sviluppi che hanno condotto all'avvio dei negoziati di adesione con Ucraina, Repubblica Moldova e con la Bosnia. Semplificazione della Politica agricola comune (PAC), requisiti ambientali e Green Deal, impatto degli accordi di libero scambio internazionali – anche con l’Ucraina - sono le principali istanze delle proteste che hanno animato gli agricoltori europei negli scorsi mesi. Altri temi inevitabilmente al centro del dibattito politico, saranno la gestione dei flussi migratori e l’asilo.
L’ex Presidente del Consiglio Italiano – già presidente della BCE – Mario Draghi presenterà a fine giugno il Report sulla competitività europea annunciato in occasione del discorso sullo stato dell’Unione di settembre. Enrico Letta – Presidente dell’Istituto Jacques Delors ed ex Primo Ministro italiano -ha presentato ad aprile una Relazione sul futuro del mercato unico europeo.