Ma quanto è bello questo titolo? E quanto è bella la parola “contadinanza”, ma anche “contadinizzazione” e “contadino”.
Di questo piccolo libro c’era bisogno per capire quanta profondità di pensiero serva per leggere l’agricoltura di oggi che affonda le sue radici nella cultura e nel modello economico di cento anni fa, in grado di mettere in discussione la vivibilità dei prossimi cento anni. La stessa agricoltura che ha voluto mostrarsi prepotentemente in cerca di ascolto con le proteste dei trattori degli ultimi mesi.
Famiano Crucianelli, già deputato e oggi presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, spiega con lucida chiarezza come ogni elemento che compone la “tempesta perfetta” che oggi attraversiamo si intrecci con la questione alimentare, quindi con l’agricoltura: degrado ambientale, salute pubblica, crisi climatica, inurbamento e conseguente abbandono delle aree interne, rapporto squilibrato tra città e campagna.
Tutte questioni che si inanellano a comporre un quadro generale dove cibo e territori, ma ancor più contadini e comunità territoriali, potrebbero essere la chiave di volta, nel quadro di una globalizzazione che mostra tutte le sue fragilità e contraddizioni – in termini di crisi delle democrazie ma anche bellica e dei diritti umani -, in grado di riorganizzare sistemicamente esperienze che ricuciano una trama sociale sfilacciata e costruiscano concrete prospettive di lavoro e di vita, nonostante tutto.
Nonostante tutto perché, come segnala l’autore, manca ancora un passaggio fondamentale: unificare questa “rigenerazione dei territori” e le conseguenti trasformazioni sociali con la strategia politica statale.
Passaggio complessissimo e cruciale che richiede il contributo di tutti a partire dal ribaltare il paradigma secondo il quale, per svariate ragioni, si favorisce l’interesse privato nonostante i costi di certe operazioni siano collettivi.
Rimettere al centro il bene comune è ciò che sostiene la vera “sovranità alimentare”, è il principio che anima la bellissima esperienza dei biodistretti e sottende al sistema valoriale di chi, come noi, crede nel diritto di tutti a una vita di prosperità e al cibo che la nutre.
Barbara Nappini,
presidente Slow Food Italia
Slow Food Italia - C.F. 91008360041 - All rights reserved - Cookie policy