Si aggravano pesantemente i conti delle famiglie: cala il potere d’acquisto e aumentano i prezzi al consumo, con risparmi al minimo storico. Il 2023 sarà ricordato come l’annus horribilis per consumatori e risparmiatori, ma per le banche sarà l’anno d’oro in termini di profitti. Commenta così Anna Rea, Presidente Adoc nazionale, i ‘Conti economici nazionali per settore istituzionale’ pubblicati dall’Istat. Le banche italiane – continua Rea – hanno registrato una crescita del 70% degli utili, rispetto ai 25 miliardi del 2022, aumentato le spese dei conti correnti e chiuso sportelli sul territorio, realizzando extraprofitti sulla pelle dei consumatori. I risparmi sono al minimo storico anche perché i tassi di interesse non sono a loro favore – spiega Rea. Lasciare i propri soldi sul conto corrente non conviene: mentre con l’aumento dei tassi di interesse della BCE, le banche hanno immediatamente alzato i tassi di interesse su prestiti e mutui, quelli sui depositi bancari sono rimasti invariati e i consumatori sono rimasti con la bocca asciutta. Da fonti Bankitalia, le banche hanno applicato il 4,82% sui mutui, il 10,16% sul credito al consumo, il 3,81% sui depositi fino a un anno e il 4,22% sui depositi vincolati oltre un anno. Le banche hanno introiettato molte risorse dalla forbice dei tassi (differenza tra quanto hanno incassato e quanto hanno pagato), depotenziando il risparmiatore e scoraggiandolo dal mettere soldi da parte. Tanto che lo scorso anno – afferma la Presidente di Adoc – anche la Banca d’Italia aveva sollecitato gli istituti bancari a rivedere le condizioni in favore dei consumatori, ma l’appello è caduto nel vuoto.
Di fronte a questi dati, chiediamo, ancora una volta, all’Autorità di controllo di verificare i contratti bancari e di adottare azioni più incisive di tutela collettiva. Come Adoc – conclude Anna Rea, Presidente Adoc nazionale – stiamo effettuando, inoltre, le opportune verifiche per una segnalazione all’AGCM per eventuali pratiche commerciali scorrette.