Appello all’Europa: per la pace e la giustizia

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Fonte immagine On Europe Day, OACPS reaffirms its commitment to advancing the ideals of solidarity, peace and sustainable and inclusive development – OACPS

Ufficio Policy Focsiv – Diffondiamo di seguito una dichiarazione delle organizzazioni della società civile europea affinché l’Unione cooperi di più e meglio per creare condizioni di equità. E’ un forte appello alla cooperazione multilaterale per la costruzione della pace, per una transizione giusta, per la riduzione delle disuguaglianze, per la giustizia migratoria e la promozione della democrazia. E’ un forte appello ai cittadini perché nelle prossime elezioni europee sostengano l’idea di questo tipo di Europa.

Invitiamo tutte le organizzazioni a firmare l’appello in Brussels Declaration. For a fair, sustainable and inclusive Europe (cncd.be)

“Noi, organizzazioni della società civile e movimenti sociali di tutta Europa, affermiamo la nostra determinazione a promuovere un’Europa equa, sostenibile e solidale. Crediamo che il nostro futuro sia direttamente collegato e comune ai popoli di tutto il mondo. Affrontare le nostre sfide comuni richiede quindi cooperazione e collaborazione.

Affermiamo l’uguale diritto di tutte le persone a condurre una vita dignitosa e sottolineiamo che la lotta contro ogni forma di disuguaglianza, sia essa sociale, di genere, razziale o di altro tipo, deve essere la pietra angolare di tutte le politiche volte a garantire il rispetto universale dei diritti umani.

Affermiamo che, in un mondo interdipendente, l’unica opzione politica praticabile è rispondere alle sfide globali con una maggiore cooperazione multilaterale e solidarietà internazionale. Per questo chiediamo ai leader politici europei di fare una scelta decisa: lavoriamo insieme, in Europa e nel resto del mondo, per trovare soluzioni che abbraccino sei dimensioni profondamente interconnesse: una risposta unitaria alle sfide globali; pace, diritti umani e sicurezza; trasformazione profonda della nostra economia; rispetto dei confini planetari; giustizia migratoria; partecipazione democratica.

Molte delle sfide che dobbiamo affrontare sono radicate in un modello economico insostenibile basato sulla finanziarizzazione e sulla concorrenza. Chiediamo all’Europa di cambiare prospettiva per svolgere un ruolo di primo piano nel ridurre le disuguaglianze globali, garantire la stabilità del sistema finanziario internazionale e combattere la corsa al ribasso sugli standard sociali, fiscali e ambientali, rafforzando il controllo democratico dei mercati e limitando il crescente potere delle imprese transnazionali. L’Europa deve mettere al centro della sua politica estera la collaborazione, la condivisione del potere, la sicurezza umana, l’integrità ambientale e l’accesso equo alle risorse; deve puntare all’universalizzazione del rispetto dei diritti umani e all’attuazione della visione globale dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

In un momento in cui l’Ucraina sta ancora lottando per porre fine all’invasione russa del suo territorio; in cui la popolazione dei territori palestinesi occupati è vittima di un’accresciuta e tremenda sofferenza a causa della guerra israeliana a Gaza; in cui la Repubblica Democratica del Congo sta affrontando una crisi umanitaria e di sicurezza con quasi 7 milioni di sfollati; e in cui molti altri conflitti stanno infuriando in tutto il mondo senza attirare la necessaria attenzione da parte dei media o dei leader politici, chiediamo all’Europa di essere coerente nel suo approccio ai conflitti internazionali e al rispetto del diritto internazionale. L’UE dovrebbe fare della costruzione della pace e del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in sicurezza i pilastri della sua politica estera, in tutti i contesti. Ciò implica contribuire attivamente alla prevenzione dei conflitti attraverso la diplomazia, affrontando le cause profonde dei conflitti e stanziando risorse finanziarie sufficienti.

In un momento in cui gli scienziati di tutto il mondo ci avvertono dell’urgenza del cambiamento climatico e del crollo della biodiversità, in cui la maggior parte dei confini planetari viene violata e in cui potenti lobby industriali e correnti conservatrici minacciano i risultati del Green Deal europeo, chiediamo ai nostri leader politici di fare un salto di qualità. L’Europa deve fare la scelta coraggiosa di garantire una transizione giusta, sostenuta da un’agenda redistributiva e da adeguate risorse finanziarie pubbliche e private. Tale transizione, che richiede una visione mirata del futuro economico e industriale dell’Europa, dovrebbe consentire a tutti di condurre una vita soddisfacente in un’economia a basse emissioni di carbonio in Europa e nel resto del mondo.

Siamo convinti che la risposta a queste sfide non possa essere ottenuta con aggiustamenti marginali dell’attuale modello economico e chiediamo quindi un’autentica trasformazione ecologica e sociale dell’economia europea e globale. In Europa, ciò richiederà il ritorno di uno Stato strategico che garantisca i servizi pubblici e assuma il suo ruolo di regolatore della vita economica, una politica commerciale basata sull’applicazione dei diritti umani e degli standard sociali e ambientali, con un trattamento speciale e differenziato per i Paesi a basso reddito, una rielaborazione della Politica Agricola Comune per promuovere sistemi alimentari sostenibili e sani, la promozione dell’agenda per il lavoro dignitoso e passi concreti verso la giustizia fiscale internazionale.

Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a un’Europa fortezza che si chiude in se stessa a scapito dei diritti fondamentali dei migranti, ma anche della prosperità a lungo termine dell’Europa stessa, e in cui la cooperazione con gli Stati sovrani può dipendere dalle misure di controllo dell’immigrazione. Le persone cercheranno sempre una vita migliore. Chiediamo un profondo ripensamento delle politiche migratorie europee, basandole sulla giustizia migratoria, che si fonda sul rispetto dei diritti fondamentali e della solidarietà e su una visione positiva della migrazione. Giustizia migratoria significa innanzitutto partenariati per lo sviluppo sostenibile, affinché ogni essere umano possa vivere con dignità nel luogo in cui è nato, insieme all’apertura di canali sicuri e legali per la migrazione. Richiede politiche incentrate sull’integrazione sociale e sulla non discriminazione nei Paesi ospitanti, coerenti con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e con gli impegni internazionali in materia di diritti umani.

Infine, considerando i pericoli per la democrazia e lo spazio civico in Europa e nel mondo, chiediamo all’Europa di rafforzare il suo ruolo di promotore della democrazia. Ciò inizia all’interno dell’Unione, con il rigoroso rispetto delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto, ma anche con una maggiore trasparenza e una maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale politico, anche attraverso il dialogo sociale e iniziative innovative dal basso verso l’alto e guidate dalle comunità. Ciò significa anche adottare una strategia ambiziosa per sostenere lo spazio civico a livello globale: l’Europa deve proteggere l’esistenza di una società civile diversificata e autonoma e rafforzare il sostegno ai difensori dei diritti umani, in quanto ingrediente essenziale della vita democratica in tutto il mondo.

Noi, organizzazioni della società civile, ci impegniamo, ciascuno nel proprio modo specifico, ma uniti attorno a questi messaggi comuni, a portare avanti senza sosta e in collaborazione con le organizzazioni che condividono la nostra visione in tutto il mondo, il nostro lavoro di educazione, informazione, mobilitazione e advocacy, al servizio di un’Europa giusta, sostenibile e unita.

A poche settimane dalle elezioni europee, chiediamo ai cittadini e ai politici di fare la scelta di una società aperta e solidale in un mondo equo e sostenibile.

Un’altra Europa è possibile, facciamola diventare realtà!”

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