Legge delega anziani: una giornata di studi per parlarne - Edra

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Si è svolta a Roma, presso la sala stampa della Camera dei deputati, la conferenza stampa “La legge 33/23: Verso un modello community based, olistico, centrato sul paziente”. 

L’incontro ha permesso un confronto multidisciplinare sulla legge 33/23: la riforma che si propone di migliorare la qualità della vita degli anziani attraverso misure innovative e integrate.

I contenuti e gli ospiti dell’evento

Un nuovo approccio, integrato e comunitario, per l’assistenza agli anziani è auspicato da tempo. E il primo passo, per avviare il cambiamento nell’offerta dei servizi non più distinti fra ambito sociale o sanitario, è proprio l’intento della riforma, sancita dalla legge delega 33 dello scorso anno.

Alla legge è seguito il decreto legislativo attuativo approvato dal Consiglio dei ministri, ora in procinto di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale.

“La legge 33/23: Verso un modello community based, olistico, centrato sul paziente”, la conferenza stampa che si è svolta lo scorso 14 marzo presso la Sala Stampa della Camera, è stata proprio un’occasione per parlare di questa importante riforma. Questa segna infati il punto di partenza per la presa in carico di una grossa fetta di popolazione (14 milioni di persone in Italia sono over 65) da parte di tutta la società.

La giornata di studi è stata organizzata su iniziativa dell’On. Roberto Pella, in collaborazione con Edra S.p.A.Italia LongevaSIGG – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria e SIGOT

Sono intervenuti al dibattito, moderato dal CEO Edra, Ludovico Baldessin:

  • Mons. Vincenzo Paglia, Presidente Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, Ministero della Salute
  • On. Dott.ssa Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali,
  • On Roberto Pella, Capogruppo Commissione Bilancio e Vicepresidente vicario ANCI
  • Prof. Leonardo Palombi, Presidente RAPH, Segretario Commissione per l’attuazione della riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, Ministero della Salute
  • Prof. Roberto Bernabei, Professore ordinario di Medicina Interna all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Presidente Italia Longeva
  • Prof. Graziano Onder, Responsabile Segreteria Scientifica, Istituto Superiore di Sanità
  • Prof. Andrea Ungar, Presidente SIGG – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria
  • Prof. Lorenzo Palleschi, Presidente SIGOT – Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio
  • Dott. Paolo Petralia, Vicepresidente FIASO – Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere

Legge delega anziani: la riforma dell’assistenza solo punto di partenza

Durante il suo intervento la viceministra Maria Teresa Bellucci, ha descritto con soddisfazione il ruolo svolto dal suo Ministero in supporto alla Riforma. Bellucci ha quindi ricordato l’impegno concreto del Governo in questo ambito affermando: “Abbiamo stanziato oltre un miliardo di euro perché avevamo detto che avremmo cercato tutte le risorse possibili”.

Invece Monsignor Vincenzo Paglia, fra i fautori della legge, si concentra sul significato profondo della norma. “La legge  prevede che la società intera si prenda cura di tutti gli anziani, non solo una parte, attraverso la presa in carico. Se non si comprende questo non si comprende la legge e saltiamo l’obiettivo cruciale. Solo se si attua una assistenza socio-sanitaria integrativa potremo realizzare che è possibile un maggiore benessere degli anziani e un risparmio della spesa enorme per i pronto soccorso”.

La parola passa poi a Roberto Pella, promotore dell’iniziativa, che sottolinea come gli enti locali nella riforma svolgeranno un ruolo cruciale. L’Onorevole afferma infatti:  “Per noi sindaci avere nella nostra cittadinanza figure di esperienza può aiutarci a evitare errori. La messa al centro dell’anziano di questa riforma è accompagnata dalla interlocuzione che i comuni dovranno avere con il governo per collaborare. La proposta cambierà completamente il quadro nazionale dei nostri anziani.”

Spetta invece al Prof. Roberto Bernabei, ordinario di medicina interna, l’esposizione del punto di vista dei clinici. E così anche dagli specialisti arriva l’approvazione per questa riforma che intende passare da una logica di sistema a silos verso un continuum dell’assistenza.

Bernabei parla in particolare dei Pua: “Oggi quello che invece abbiamo è una persona che ha tante malattie. Nella legge si parla di Pua, ovvero di Punto unico di accesso, dove andare se si ha un problema mentre oggi passiamo la giornata cercando di districare le situazioni. Sono convinto che con questa legge, emergeranno delle professionalità nuove, al servizio del Paese”. 

Infine altro beneficio della riforma, secondo Graziano Onder è il tentativo di ridurre la frammentazione regionale attraverso delle strategie nazionali. “Ci sono Regioni in cui si vive meglio ed è chiaro che lo sforzo vada fatto per creare dei livelli minimi di assistenza agli anziani. La riforma cerca inoltre di dare una spinta alla formazione degli assistenti familiari, riconosciuta a tutti gli effetti nel mondo sanitario. I Pua sono cruciali e li definisco dei ‘pronto soccorso della cronicità’.

Recapiti
Federica Dell'Acqua