Vi presento Alina Mari. “Assenza da giustificare” di Alessandra Acciai” - Edizioni Piemme

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di Alessandra Acciai

21 febbraio 2024

Elena Cantini, professoressa di italiano al Liceo Parini di Roma, viene ritrovata morta in un parco. Incensurata, nubile, senza figli. A indagare viene chiamata d’urgenza l’ispettrice Alina Mari, fresca di nomina. Anche lei senza figli. O forse no.

Inizia così la prima indagine di Alina in “Assenza da giustificare” di Alessandra Acciai e, per l’occasione, abbiamo chiesto all’autrice di presentarci questa nuova e complessa figura femminile, che fa il suo ingresso nel panorama del giallo italiano.

Alina Mari è mille pezzi messi insieme senza istruzioni, senza colla, un‘architettura instabile, un puzzle dai contorni visibili: alcune parti, poche, incastrate come si deve, altre, la maggior parte, sparse dentro di lei, senza ancora una sistemazione logica.

Ma l’insieme rasenta, come tutte le immagini imperfette ma autentiche, una specialità.

 Non conosce la via di mezzo e non la percorre mai, se si prova a definirla con un aggettivo, ci si rende conto che andrebbe bene anche il suo contrario.

 Ispettrice scrupolosa e abile, giovane donna inadeguata e divertente con il suo modo ostinato e un po’ nevrotico di fare bene le cose e di non riuscirci mai fino in fondo.

Sempre alla ricerca delle istruzioni per vivere, si lascia coinvolgere troppo nelle indagini che non sono mai solo poliziesche, ma soprattutto umane. Cerca la verità, ma anche le ragioni che l’hanno originata. 

Non riesce a mettere la giusta distanza con gli essere umani, e neppure con il suo cane: o è troppo lontana o troppo vicina. E Alina sa che “troppo” non va bene, “troppo” fa male.

È ribelle non per vocazione, disubbidiente non per convinzione, ma per indole, per difesa. Perché spesso la verità non coincide con la giustizia e quello che si deve fare non coincide con quello che è legittimo.

Sempre in bilico fra i dubbi, ama le contraddizioni, i margini che non combaciano, i corpi che non si incastrano, le parole inutili e il suono che fanno, la luna senza punte, l’orizzonte curvo, l’onda che sbatte, il suo primo e unico amore, la leggerezza del cammino, la malinconia dentro ogni mancanza, lo sforzo continuo delle donne, i loro inevitabili sbagli che sbagli non sono, ma passi avanti, un tailleur fucsia e l’aurora boreale.

Alina è in tutte le donne che abbiamo incontrato e in tutte quelle che incontreremo.

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Luigi Bavagnoli