«Crescono Forza Italia e neo berlusconismo» (il Giornale) – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

In vista del Congresso cittadino e provinciale di Forza Italia Torino che si terrà sabato alle 10.30 al Teatro Carignano, e che vedrà intervenire i ministri Tajani, Pichetto e Zangrillo, oltre che i parlamentari Bergamini, Gasparri e Rosso, il vice premier Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri e segretario nazionale degli azzurri, ci racconta in un’intervista esclusiva il momento particolare che sta vivendo il territorio e le prospettive per rilanciare Torino e il Piemonte, in un’ottica internazionale, grazie alla spinta propulsiva della Giunta regionale di centrodestra guidata dal presidente Alberto Cirio.

Forza Italia torna dopo tanti anni a rieleggere i propri coordinatori provinciali e quello della Grande Città di Torino. Che cosa significa per il partito questo momento congressuale?

«A dispetto di quanti pensavano che, con la morte di Silvio Berlusconi, ci saremmo estinti, Forza Italia si sta confermando centro di gravità permanente del centrodestra e della politica nazionale. Il tesseramento è stato un grande successo, come lo sono le adesioni sempre più numerose al partito, anche a livello locale. È la dimostrazione che il berlusconismo è più vivo che mai. Sono convinto che anche i congressi, attraverso il confronto di idee e la collaborazione interna, rafforzeranno ulteriormente il nostro legame con i territori, confermando in Piemonte, come nel resto d’Italia, che il partito è vivo e cresce».

Anche i sondaggi pare stiano smentendo questa visione pessimista in modo evidente. Che cosa manca a Forza Italia per tornare a doppia cifra?

«Un impegno costante, continuo e convinto. Ma le prossime elezioni dimostreranno la nostra capacità. Noi abbiamo un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile, che è quello del 10% alle prossime europee, per poi prepararci a raggiungere quota 20% alle elezioni politiche. Vogliamo chiamare a raccolta eletti ed elettori dell’area di centro, anche di centrosinistra, che non condividono il posizionamento troppo a sinistra dei due partiti principali dell’opposizione, ma anche quei milioni di elettori ed elettrici che non vanno a votare».

Si profilano a Torino e provincia congressi unitari. Nella città verrà riconfermato l’attuale commissario, Marco Fontana, un fedelissimo che può vantare una militanza assidua sin dal 1994 nel partito, e a livello provinciale Roberto Rosso, da poco vicepresidente del Gruppo al Senato. Quanto vale l’attaccamento ai valori del berlusconismo oggi per guidare la Forza Italia 2.0?

«Se possiamo guardare al futuro con ottimismo è proprio grazie alle nostre solide radici, che affondano nei valori liberali, democratici, cattolici, garantisti ed europeisti su cui Silvio Berlusconi ha fondato Forza Italia. Sono gli ideali che ora abbiamo il dovere di difendere per essere all’altezza dell’eredità del nostro leader. Averlo conosciuto personalmente, come ha fatto anche il coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte, l’amico Paolo Zangrillo, rappresenta senza alcun dubbio un valore aggiunto per chi continua a impegnarsi in politica sotto la nostra bandiera azzurra».

Lei interverrà al Congresso torinese, una piazza comunque difficile. Torino è sempre stata una città che ha dato poche soddisfazioni elettorali a Forza Italia e al centrodestra. Siete convinti di poter ripartire anche da Torino per tornare a essere perno centrale della coalizione?

«L’ottimo lavoro che il coordinamento provinciale e quello cittadino stanno facendo sul territorio con tutti gli iscritti, insieme ai risultati conseguiti negli ultimi cinque anni dalla Giunta regionale del nostro Alberto Cirio, nonostante la pandemia, ci dicono che sarà così. La città non è più il villaggio di Asterix della sinistra e, a differenza di un tempo, si respira un’aria nuova. Alle ultime elezioni comunali il centrodestra ha raggiunto il ballottaggio: un risultato storico. Siamo in salute e attrattivi, sono convinto che potremo migliorare ancora».

Il Torinese vive da anni un lento declino. Il capoluogo è una delle città più cassaintegrate d’Italia. Lei è stato Commissario europeo alle Attività Produttive: si è fatto una idea di come si potrebbe invertire questa tendenza?

«Ricette facili non ce ne sono, ma sono convinto che questa straordinaria città, nonostante le Amministrazioni non certo illuminate degli ultimi anni, abbia grandissime potenzialità. Qui è nata l’Italia e da qui, lo voglio ricordare, si esporta il meglio dell’Italia all’estero. Un export solido, nonostante un sistema infrastrutturale ancora fragile, che ci stiamo impegnando a rafforzare. La Lisbona-Kiev e la Genova-Rotterdam si incontrano in Piemonte e questa è un’opportunità unica per tornare a crescere».

La sinistra ha impostato un modello di sviluppo della città basato sul terziario, snobbando la media e grande industria. Per Forza Italia è possibile pensare a metropoli senza una spina dorsale manifatturiera?

«I grandi eventi sono un volano straordinario ed è un vero peccato che Torino si sia sfilata dall’opportunità di tornare a ospitare un’olimpiade invernale per colpa della Giunta comunale pentastellata. L’ho detto anche nelle scorse settimane, quando sono stato in visita alla pista del bob di Cesana, che spero possa essere utilizzata per le gare del 2026 qualora la soluzione di Cortina si rivelasse impraticabile. È chiaro che il terziario da solo non basta e, proprio per questo motivo, il Governo sta facendo tutto il possibile per aiutare le imprese e per sostenere l’occupazione».

Torino ospita il Centro Internazionale di formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, lo Staff College del Sistema delle Nazioni Unite e l’Istituto Interregionale di Ricerca delle Nazioni Unite sul crimine e la giustizia. Da ministro degli Esteri, è possibile pensare a una Torino sempre più capitale più che italiana, europea, della diplomazia?

«La vocazione internazionale di Torino non è una scoperta recente, anzi. Non è un caso che lo scorso ottobre si sia svolta qui la prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese. Sapremo cogliere ogni altra opportunità per valorizzare la vocazione internazionale del capoluogo piemontese».

Mancano pochi mesi alle elezioni regionali. Non è ancora ufficiale la ricandidatura del Governatore uscente Alberto Cirio, ma pare nell’aria. Avete delle novità?

«Il buongoverno della Giunta regionale di centrodestra in questi cinque anni è sotto gli occhi di tutti e anche la presidente Meloni e il vicepremier Salvini hanno espresso significativi apprezzamenti. Nessuno ha mai messo in discussione la ricandidatura di Alberto, che siamo certi permetterà alla coalizione di vincere ancora e di continuare a governare una regione importante come il Piemonte. La presenza dei nostri alleati al congresso di Torino conferma che con Fratelli d’Italia e Lega c’è unità di intenti».

Recapiti
Maria Luisa Bernardini