Si terrà mercoledì 22 maggio alle ore 10.00,  la conferenza stampa in occasione dei 46 anni della legge 194. La conferenza stampa potrà essere vista in diretta sulla webtv della Camera.

A 46 anni dall’approvazione della legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza e a 15 anni dalla introduzione della procedura farmacologica, l’effettiva possibilità di accedervi è negata o incerta per molte donne. Infatti, nonostante le linee di indirizzo ministeriali del 2020 prevedano il regime ambulatoriale, con autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, l’aborto farmacologico è, in diverse regioni, ancora effettuato in regime di day hospital, se non addirittura in regime di ricovero ordinario. Per questo, l’Associazione Luca Coscioni ha inviato una lettera aperta al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, con la richiesta di vigilare, tramite i presidenti di Regione, sulla piena applicazione della legge 194 del 1978. Nella lettera si chiede anche agli assessori alla Salute di approvare con urgenza procedure chiare, definite e uniformi per la IVG farmacologica in regime ambulatoriale. Infine, l’Associazione sollecita la Conferenza Stato-Regioni, i Presidenti dei consigli regionali e gli assessori alla Salute ad assicurare l’appropriatezza delle procedure per l’IVG e per il trattamento dell’aborto spontaneo, garantendo alla donna la possibilità di scegliere la procedura di IVG farmacologica in regime ambulatoriale, con autosomministrazione del secondo farmaco presso il proprio domicilio.

Nel contempo rimangono ancora in corso le iniziative dell’Associazione Coscioni per una riforma della legge 194 del 1978, la richiesta di dati aperti e a breve con Chiara Lalli, giornalista e bioeticista, e Sonia Montegiove, giornalista e informatica, potrà essere aggiornata la mappatura di Mai Dati, e la richiesta che nei parametri LEA sia inserito un indicatore sulla corretta applicazione della legge 194.

L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.