Non solo i cani sanno fare gli "occhi dolci": è questione di muscoli facciali - News Petme

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Sembra che anche i licaoni africani, noti come cani selvatici, ne siano capaci. L’innalzare le sopracciglia e assumere un’espressione quasi di supplica è un’abilità che si pensava avessero sviluppato i cani domestici per intenerire l’uomo. Invece risiede in due muscoli specifici, che non sono esclusiva di Fido. Ecco gli interessanti risultati di una nuova ricerca.

Chi possiede un cane ha sicuramente prima o poi sperimentato il potere degli “occhi dolci”. Questo sguardo, caratterizzato da un innalzamento delle sopracciglia e da un’espressione dolce e tenerissima, invitante, sembra “progettato” per colpire al cuore qualunque spettatore. Recenti ricerche hanno però messo in discussione l’idea che questa capacità si sia evoluta unicamente nei cani domestici allo scopo di conquistare gli umani. Sembra infatti che anche i licaoni africani, noti come cani selvatici, ne siano in possesso.

Il segreto dietro questo particolare sguardo risiede in due muscoli facciali specifici: il muscolo levator anguli oculi medialis (LAOM) e il muscolo retractor anguli oculi lateralis (RAOL). Questi permettono ai cani di sollevare le sopracciglia e di creare l’espressione che conosciamo come “occhi dolci”. Il movimento delle sopracciglia non solo rende i cani più espressivi, ma sembra anche suscitare una risposta empatica negli esseri umani, facilitando la comunicazione non verbale tra le due specie.

La ricerca, pubblicata su “The Anatomical Record”, ha esaminato un licaone adulto maschio deceduto allo zoo di Phoenix. Gli scienziati, guidati dall’anatomista Heather Smith della Midwestern University, in Arizona, hanno analizzato la muscolatura facciale dell’animale scoprendo che i muscoli LAOM e RAOL sono sviluppati allo stesso modo di quelli dei cani domestici.

Secondo Smith ciò ha permesso di “sfatare l’idea che i cani siano l’unica specie dotata di questa capacità e che si siano evoluti per compiacerci”. Nonostante lo studio si sia basato su un solo esemplare di licaone, per Smith è improbabile che un singolo individuo presenti una caratteristica muscolare così sviluppata e caratteristica senza che essa sia comune nella specie. Questo indica che anche i licaoni utilizzano espressioni facciali come forma di comunicazione all’interno dei loro gruppi sociali.

Anne Burrows, antropologa biologica della Duquesne University, in Pennsylvania, ha suggerito che altre specie di canidi potrebbero possedere questi muscoli espressivi e che, per esempio, i lupi potrebbero averli “persi” a causa delle loro diverse esigenze ecologiche e comunicative. Vivendo in ambienti con maggiore copertura visiva come foreste dense, potrebbero infatti avere fatto affidamento per comunicare su vocalizzazioni e segnali olfattivi più che su espressioni facciali.

Dopo la scoperta sui licaoni, gli scienziati non hanno intenzione di fermarsi. Il team ha deciso di espandere le sue ricerche analizzando altre specie di canidi selvatici, come volpi e lupi asiatici, per verificare se anche questi possiedano muscoli facciali simili. Per Muhammad Spocter, anatomista alla Des Moines University, nello Iowa, la ricerca non deve però limitarsi alla sola presenza dei muscoli, ma può anche spingersi a provare a capire come effettivamente questi comportamenti, di cui gli occhi dolci sono un esempio, vengono utilizzati nei diversi contesti ecologici e sociali.

In apertura: Lo sguardo attira-coccole di un licaone africano, detto anche cane selvatico.
Foto: IPA

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Lorenzo Sangermano