Innovazione tecnologica e strumenti di telemedicina a supporto della salute delle persone con Trapianto di fegato e reni - Policlinico Umberto 1

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Trapianti di fegato e reni: un progetto pilota per seguire i pazienti in telemedicina dalle dimissioni alle visite di controllo allo scopo di evidenziare eventuali criticità e garantire un intervento tempestivo da parte dell’equipe medica. La Telemedicina è chiamata ad integrare la sanità tradizionale per migliorare l’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza degli interventi sanitari, favorendo, tra le altre cose, il collegamento con i centro ospedaliero e agevolando il più possibile la permanenza delle persone assistite al proprio domicilio.

Tra i parametri vitali anche la “scala di valutazione del dolore” per consentire ai pazienti di vivere liberi dalla sofferenza e restituire loro dignità. Ridurre le complicanze legate ai trapianti di fegato e reni e migliorare la qualità di vita dei pazienti nel delicato periodo post-trapianto. Con questo duplice obiettivo ha preso il via, presso la UOC Chirurgia Generale e Trapianti d’Organo di AOU Policlinico Umberto I di Roma, un progetto pilota che, grazie al ricorso all’intelligenza artificiale e alla telemedicina, permetterà un nuovo approccio alla gestione del periodo post operatorio per i pazienti trapiantati di fegato e reni.

Grazie a un dispositivo indossabile, un orologio da polso, fornito ai pazienti che, tramite una App installata sullo smartphone, è in grado di inviare alla dashboard tutte le informazioni rilevate, l’equipe medica potrà monitorare a distanza i parametri vitali e le informazioni soggettive evidenziate dai pazienti dal momento delle dimissioni, in modo da individuare tempestivamente quelle criticità che possono portare a un ritardo o generare difficoltà nella gestione dei singoli casi.
Il progetto pilota di telemedicina informatizzata nasce per sostenere i bisogni dei pazienti e supportare il lavoro dei medici dell’equipe di UOC Chirurgia Generale e Trapianti d’Organo diretta dal Prof. Massimo Rossi, e gli anestesisti del DAI di Medicina Critica ed Emergenze diretti dal Prof. Francesco Pugliese, con l’avallo del Direttore Generale di AOU Policlinico Umberto I Dr. Fabrizio d’Alba.
Il progetto è in linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il progetto – dopo una lunga elaborazione e sviluppo integrativo tra informatici e operatori clinici – ha messo a punto un monitoraggio a distanza non invasivo, che consente, da un lato, di raccogliere di continuo i parametri vitali (saturazione dell’ossigeno, frequenza cardiaca, pressione arteriosa, ritmo del sonno, glicemia) e, dall’altro, di far inserire ai pazienti dati specifici e informazioni soggettive (dolore, peso, diuresi, etc.).

L’iniziativa consente di restituire dignità a pazienti che hanno finalmente l’opportunità di vivere liberi dal dolore, in linea con quanto previsto dalla Legge 38/2010 per le cure palliative e la terapia del dolore, che sancisce il diritto dei pazienti di accedere alle cure, con equità e nel rispetto del bisogno di salute, autonomia e dignità. A questo scopo, le Unità della terapia del dolore del Policlinico Umberto I (SEAD 05 e SEAD 14) hanno introdotto tra i dati preliminari – accanto alla variazione della qualità del sonno, i cambiamenti dell’assetto antropomorfico e multiparametrico – il parametro vitale “scala di valutazione del dolore”. Un parametro che rafforza la considerazione e la valenza dello stato di benessere del paziente.

Ad oggi il riscontro, sia da parte degli operatori sanitari che da parte di tutti i pazienti arruolati, è estremamente positivo. Un risultato incoraggiante, che fa ben sperare circa la possibilità di implementare il servizio, in un’ottica di qualità ed efficacia.

L’obiettivo del progetto pilota è quello di implementare il pannello di controllo con funzioni di telemedicina, che consenta grazie all’intelligenza artificiale di anticipare e segnalare criticità direttamente al medico operatore, nonché di estendere il suo utilizzo sul territorio col coinvolgimento di nefrologi ed epatologi anche di altre regioni, con la creazione di un network tra il Centro Trapianti e gli operatori sul territorio.

Recapiti
r.bizzochi