Conoscete il pesce prete? Ha denti aguzzi, spine velenose e dà la scossa! - News Petme

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Vacanze al mare? Attenzione a cosa si nasconde sotto la sabbia anche lungo le coste italiane. E’ un pesce astuto, dotato di numerose caratteristiche per colpire le proprie prede. Se calpestato accidentalmente, può pungere l’uomo provocando un dolore acuto e suscitare reazione allergiche. Scoprite come evitarlo e cosa fare in caso di incontro molto ravvicinato. Nonostante la sua pericolosità, la sua carne è apprezzata nella cucina locale

Se si guarda al significato letterale, è “il pesce che guarda il cielo”, ma probabilmente il nome scientifico Uranoscopus Scaber non richiama alcun pericolo nella vostra testa. Vi suggeriamo comunque di fare attenzione, in particolare ai vostri piedi, specialmente se avete in programma una vacanza o un weekend al mare.

Stiamo parlando del pesce prete, anche conosciuto come lucerna, un predatore agguerrito che si nasconde nei fondali sabbiosi o fangosi, dove può mimetizzarsi perfettamente per cacciare con più facilità le sue prede. La natura lo ha dotato di due grandi pinne che usa per scavare il suo rifugio e di una bocca di notevoli dimensioni, già rivolta verso l’alto, da cui spuntano denti aguzzi.
Anche gli occhi guardano in su: proprio per questo suo sguardo rivolto al cielo, gli scienziati hanno coniato la denominazione di pesce prete.

Da questo pesce, però, bisogna guardarsi: ha infatti anche la capacità di produrre una scossa elettrica tramite organi elettrici situati dietro gli occhi, tecnica che usa generalmente per difendersi dai predatori. Nonostante la sua dieta consista per lo più in piccoli pesci e invertebrati marini, per cui noi esseri umani possiamo certo stare tranquilli, dobbiamo però fare attenzione se ci troviamo nel suo habitat naturale, nelle zone del Mar Mediterraneo, specialmente lungo le coste del sud Europa e del nord Africa. Anche lungo le coste italiane è un pesce piuttosto diffuso.

Il rischio più comune per l’uomo è quello di calpestare un esemplare di lucerna che sta nascosto sotto la sabbia in attesa della preda, ricevendo così un assaggio involontario delle spine velenose che ha sul dorso e sulle branchie. Questo contatto provoca immediatamente un dolore anche molto acuto che è bene trattare con acqua calda e, se persiste, vale la pena richiedere il parere di un medico. 
Nei casi più estremi, la puntura del pesce prete infatti può portare con sé stati febbrili, infezioni o reazioni allergiche anche serie, quindi è bene non sottovalutare questa minaccia.

Il veleno iniettato dalle spine dorsali si dissolve con il calore, ragion per cui la soluzione più semplice è spesso mettere il piede punto sotto la sabbia calda, in cerca di sollievo.

Il pesce prete però non è soltanto un predatore, fa parte infatti della catena alimentare anche come preda. La sua carne è molto apprezzata dall’uomo e viene utilizzata nella preparazione di zuppe di pesce e brodetti, come ad esempio il cacciucco alla livornese.

Nonostante il suo aspetto minaccioso e la dolorosa puntura che può infliggere, il pesce prete è un affascinante abitante dei mari, un esempio straordinario di adattamento e sopravvivenza. È importante conoscere e rispettare questo animale, non solo per evitare incontri spiacevoli durante le nostre vacanze al mare, ma anche per apprezzarne il ruolo nel delicato equilibrio degli ecosistemi marini. La prossima volta che camminerete nell’acqua bassa, ricordatevi del pesce prete e della sua duplice natura di predatore e preda, simbolo della complessità e della bellezza della vita marina.

Foto: IPA

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Pietro Santini