Consumi elettrificati, le sfide all'orizzonte nel segno delle rinnovabili - I-Com, Istituto per la Competitività

Compatibilità
Salva(0)
Condividi

Il comparto elettrico è senza dubbio il settore che, nel futuro prossimo, sarà maggiormente coinvolto nella transizione energetica. Infatti, a quest’ultima si associa spesso l’elettrificazione come un complemento all’aumento della produzione di energia rinnovabile. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), l’elettrificazione consiste nella sostituzione di tecnologie o processi basati su combustibili fossili, come i motori a combustione interna e le caldaie a gas, con alternative elettriche, come i veicoli elettrici o le pompe di calore. Questi cambiamenti sono generalmente più efficienti, riducono la domanda energetica e incidono positivamente sulle emissioni.

Affinché l’elettrificazione dei consumi finali sia realmente sostenibile è essenziale che la nuova domanda di elettricità derivante dalla sostituzione di processi di combustione diretta sia soddisfatta tramite energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Pertanto, la composizione del mix di generazione elettrica riveste un’importanza fondamentale.
Inoltre, nella sostituzione dei consumi tramite nuove tecnologie e/o processi, come nella produzione industriale o nei veicoli elettrici, è necessario considerare le emissioni di gas climalteranti lungo l’intero ciclo di vita delle nuove tecnologie adottate. L’elettrificazione deve anche andare di pari passo con l’efficienza energetica, per evitare che il processo crei nuova domanda energetica a causa dell’inefficienza dei sistemi utilizzati, spesso legata alla loro immaturità tecnologica. L’elettrificazione deve dunque sostituire i consumi energetici basati su fonti fossili.

IL GRADO DI ELETTRIFICAZIONE IN ITALIA ED EUROPA

Nell’Unione Europea solo il 2% dei consumi energetici nei trasporti è elettrico, nonostante il settore dei trasporti sia uno dei più impattanti in termini di consumi finali ed emissioni complessive. Altri comparti, come il residenziale (25%), l’industriale (33%), l’agricolo (15%) e i servizi, sia pubblici che privati, mostrano percentuali di elettrificazione più elevate.

Figura 1: Consumi energetici e grado di elettrificazione dei settori europei ed italiani nel 2022

Fonte: elaborazioni I-Com su dati Eurostat

In Italia i gradi di elettrificazione differiscono significativamente dalla media europea solo nei settori residenziale e industriale. Il comparto agricolo copre il 19% del suo fabbisogno energetico con l’elettricità, contro una media europea del 15%, ma data la bassa entità dei consumi complessivi, questa differenza non è particolarmente rilevante. L’industria italiana ha un grado di elettrificazione superiore di 6 punti percentuali rispetto alla media UE, mentre il settore residenziale è inferiore di 6 punti percentuali, quasi compensandosi. Tuttavia, in termini assoluti, i consumi del settore residenziale sono maggiori, e pertanto il grado di elettrificazione del sistema italiano, pari al 22,3%, è complessivamente leggermente inferiore alla media comunitaria, 23%.

CONCLUSIONI

Guardando all’evoluzione storica dell’incidenza dei consumi elettrici sul totale, gli unici progressi nell’elettrificazione sono avvenuti in ambito industriale (+9 p.p. in 32 anni) ed agricolo (+ 6 p.p. dal 1990 al 2022). Rispetto agli anni ’90, la percentuale di consumi energetici afferente ai settori residenziale e dei trasporti servita dall’elettricità è rimasta sostanzialmente stabile. Per quanto riguarda i servizi, il grado di elettrificazione è piuttosto altalenante e legato al ciclo economico. Dalla serie storica emerge una stagnazione dell’elettrificazione, soprattutto nei consumi residenziali e dei trasporti, che però potrebbe essere sovvertita nei prossimi anni. La vera partita della decarbonizzazione per l’Italia si gioca dunque sui consumi domestici e dei trasporti.

L’effettivo andamento dei consumi di elettricità in Italia mostra però un calo. Nel 2021 hanno toccato un massimo di 330 TWh, nel 2022 i 284 TWh, mentre nel 2023 ha raggiunto solo i 264 TWh (elaborazioni della Relazione Annuale 2024 di ARERA su dati TERNA). Fra il 2022 e il 2023 sono scesi in quasi tutti i settori, compreso il comparto domestico.

Figura 2: Variazione % dei consumi elettrici in Italia per settore, Δ 2023 – 2022

Fonte: ARERA, Relazione Annuale 2024

In ottica, forse, troppo ottimistica rispetto ai dati recenti, nel nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), inviato alla Commissione UE il 1° luglio 2024, si stima al 2030 un consumo lordo di elettricità pari a 359 TWh, di cui quasi 228 TWh da energie rinnovabili, pari al 63,4% del consumo totale elettrico. L’aumento delle rinnovabili previsto sarà dovuto principalmente al contributo di fotovoltaico ed eolico: il fotovoltaico passerebbe da 25 GW di installato del 2022 a 79,3 GW del 2030; l’eolico da 11,9 GW di installato del 2022 a 28,1 GW del 2030, ci cui 2 GW di eolico off-shore. Il ritmo di installazioni necessario – e che già avrebbe dovuto verificarsi nel 2023 – sarebbe pari a circa 6,8 GW l’anno per il fotovoltaico (circa 2,5 GW l’installato 2022) e a 2 GW per l’eolico.

Sarà importante invertire la tendenza del calo del vettore elettrico non solo per raggiungere meramente i target prefissati, ma per favorire la penetrazione di rinnovabili nel mix energetico.

Recapiti
Cristina ORLANDO