Autonomia differenziata: al via oggi la raccolta firme per l'abrogazione - SPI CGIL Veneto

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Promotori Cgil, Uil e un vasto schieramento di associazioni, a partire da quelle che compongono ‘La via maestra’, forze sociali, politiche e della società civile

L’Italia deve essere unita, libera e giusta. Firma contro l’Autonomia differenziata” è lo slogan della campagna, che in tutta Italia vedrà i promotori impegnati nella raccolta firme per il referendum abrogativo della legge 86/2024 sull’autonomia differenziata.

Il primo appuntamento, cui cui parteciperà Maurizio Landini, alle 9:30 davanti all’ospedale San Filippo Neri di Roma, per dire no ad uno dei nodi più critici dell’autonomia differenziata, l’attacco al Servizio Sanitario Nazionale.

Nelle prossime settimane, la Cgil e gli altri promotori organizzeranno le raccolte firme in tutto il territorio nazionale, anche in occasione di propri eventi e iniziative, ad esempio le pastasciutte antifasciste.

Perché la Legge Calderoli va abrogata?

DIVIDE IL PAESE

L’autonomia differenziata spacca l’Italia in tante piccole patrie, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo. E questo non è un problema solo del Mezzogiorno, ma anche del sistema produttivo del centro-nord.

IMPOVERISCE IL LAVORO

Mette in discussione il contratto collettivo nazionale, che rappresenta un pilastro dell’unità e della coesione del Paese, per rispolverare le gabbie salariali che determinerebbero un ulteriore impoverimento dei salari.

COLPISCE LA SICUREZZA

Regionalizza e frammenta la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alimentando una competizione territoriale al ribasso sulla pelle di lavoratrici e lavoratori.

SMANTELLA L’ISTRUZIONE PUBBLICA

Regionalizzando la scuola, infligge un colpo mortale alla stessa identità culturale dell’Italia. Difendiamo il diritto di studentesse e studenti a una scuola pubblica, nazionale, aperta al mondo.

PRIVATIZZA LA SALUTE

Compromette definitivamente il Servizio Sanitario Nazionale: il diritto alla salute sarà riservato a chi potrà permetterselo, e le Regioni saranno ancor più libere di accelerare il processo di privatizzazione in atto.

DEMOLISCE IL WELFARE UNIVERSALISTICO

Lasciando il “residuo fiscale” alle Regioni più ricche, priva il welfare pubblico e universalistico di risorse fondamentali per garantire i diritti sociali a tutte le cittadine e i cittadini.

FRENA LO SVILUPPO

Sottrae totalmente allo Stato la competenza su materie strategiche: politiche energetiche; reti e infrastrutture; telecomunicazioni; porti e aeroporti; trasporti; ricerca scientifica; ambiente; cultura; rapporti con l’Ue; commercio con l’estero; protezione civile; previdenza complementare e integrativa; etc., pregiudicando le prospettive dell’intero sistema economico nazionale.

FRAMMENTA LE POLITICHE AMBIENTALI

Rendendo impossibile un efficace contrasto al cambiamento climatico e la conversione ecologica del nostro sistema produttivo.

Recapiti
SPI Ufficio Stampa