Economia marittima italiana - SRM - Format Research

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 20 luglio 2024

I nuovi scenari competitivi e le trasformazioni strutturali del settore Marittimo dell’Area Euro-Mediterranea

Economia marittima italiana – I punti fondamentali

Previsioni positive: il commercio via mare globale è aumentato del 2,2% nel 2023 raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate e crescerà del 2,4% al 2024 e del 2,6% al 2025.
La situazione nel Mar Rosso non interrompe il flusso dei trasporti marittimi.

Mediterraneo sempre protagonista: il consensus sulle stime prevede, nonostante i conflitti, una crescita media annua al 2028 dei traffici container del Mediterraneo di poco più del 3% contro il 2,5% della media Mondo.

Mare Nostrum protagonista nello Short Sea: il traffico marittimo a corto raggio, ha registrato il dato più intenso di sempre a livello europeo nel Mediterraneo con quasi 600 milioni di tonnellate movimentate.

Ancora Tensioni: tra gennaio e giugno 2024 i transiti medi giornalieri di Suez si sono ridotti a 37 passaggi dai 71 dell’anno precedente.
A risentirne di più sono state le navi Container (-69% dei passaggi), le Car Carrier (-84%) e le LNG (-93%).

Noli in salita: secondo il  Drewry World Container Index (DWCI)  il valore del nolo sui container ha superato i 5.100 dollari il 20 giugno 2024;  in aumento di oltre il 233% in un anno.

Proseguono l’Integrazione orizzontale e verticale della logistica: i primi 20 vettori marittimi container al mondo hanno quasi raddoppiato la loro quota di mercato, passando dal 48% 2012 al 91% del 2024.
I processi di integrazione verticale (M&A nell’ambito della filiera) hanno visto la realizzazione di 5 miliardi di investimenti nel 2023.

La sfida dei carburanti alternativi per lo shipping: L’utilizzo di carburanti alternativi ha continuato a progredire, con il 6,5% della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungerà il 25% al 2030.
Il 50,3% di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7%).

I porti e lo shipping italiani sempre protagonisti:  il 28% dell’import/export in valore e il 50% in quantità utilizza la nave; Ro-Ro eccellenza italiana con una crescita del 56% nel decennio.

Mezzogiorno area strategica per l’Italia: il 47% del traffico marittimo del Paese passa attraverso i porti delle regioni del sud.

Investimenti in intermodalità e modelli green per crescere: sono necessari investimenti per 80 miliardi di euro per far diventare l’Europa un modello portuale più efficiente e più green.

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Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”

Napoli, 19 luglio 2024 – SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) ha presentato, presso le Gallerie d’Italia di Napoli, l’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, intitolato quest’anno Le nuove sfide dei porti dell’area euro-mediterranea. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green.

Il Rapporto – realizzato anche grazie al contributo del MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile – analizza nella prima parte le dinamiche congiunturali che interessano il settore e si sofferma sugli impatti generati dalle tensioni nel Mar Rosso su rotte, noli, costo delle materie prime e, più in generale sulla fluidità delle catene logistiche globali con particolare riferimento ai traffici Mediterraneo-Far East e viceversa.

(Economia marittima italiana – Foto da Unsplash)

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