Sanità al collasso - Partito Socialista Italiano

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di Giada Fazzalari

Non si arresta la campagna dell’Avanti, intrapresa un anno fa proprio da queste pagine, per una sanità universale, pubblica e gratuita. Anni di tagli indiscriminati, di spese sbagliate che hanno causato una voragine enorme nei conti pubblici, hanno frantumato il Servizio Sanitario in mille pezzi. Una responsabilità che non fa sconti a nessuno e che, anzi, chiama in causa tutti. In un decennio gli investimenti si sono ridotti di 37 miliardi (2010-2020) e gli operatori sono venticinquemila in meno. Da decenni in Italia gli investimenti nel settore sanitario sono in diminuzione, ci sono sempre più interventi per restringere e mai nessuno per allargare le maglie. Eppure, guardando in faccia la realtà, vediamo due milioni e mezzo di italiani che rinunciano a curarsi. Cioè devono decidere se scegliere di portare a tavola un piatto caldo oppure ricorrere alla sanità privata. La fondazione Gimbe, già in questa primavera, aveva lanciato l’allarme. I soldi messi dal governo per la Sanità non bastano. E ora, a distanza di sei mesi dal varo dell’ultima manovra, gli effetti si vedono con un combinato disposto tra l’incremento della spesa sanitaria diretta delle famiglie e la rinuncia alla cura. Si rischia cosi di togliere un diritto scritto nella Costituzione con l’art 32 che obbliga lo Stato a prendersi cura dei suoi cittadini. Tutti, senza esclusione. Un “piccolo” segnale di civiltà è arrivato con la proposta, a firma Marco Furfaro, di garantire il medico di base ai senza tetto. Enzo Maraio ha proposto i comitati per la salute pubblica, per una mobilitazione di tutti coloro che credono ancora nei diritti sociali che un Paese come il nostro dovrebbe garantire. Non vogliamo vivere in un Paese in cui un ricco può curarsi, un povero no. È la più grande forma di ingiustizia sociale. Se questo pilastro, quello della salute universalistica, dovesse venire meno, sarebbe la fine di un modello fatto di conquiste civili e sociali. Ecco perché la salute è, oggi, una grande battaglia socialista e, andandola a combattere, siamo sicuri di trovare tanti pronti a battersi con noi.

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