L’8 luglio 2024 oltre 40 missili russi hanno attaccato l’Ucraina, colpendo, tra le varie strutture, anche l’Ospedale Pediatrico Okhmatdyt di Kyiv, dove Soleterre e Fondazione Zaporuka, dal 2018, si occupano dei bambini malati di cancro e dal 2022 di quelli feriti e amputati dalla guerra e della loro riabilitazione fisica e psicologica. Okhmatdyt è l’ospedale pediatrico più grande e importante dell’Ucraina poiché accoglie, ogni anno, oltre 20.000 bambini e bambine bisognosi di cure da tutto il Paese.
L’ospedale ha subito danni ingenti: crolli nei reparti di oncologia pediatrica e riabilitazione; numerosi pazienti feriti sotto le macerie; medicinali, macchine e materiale sanitario distrutti. In tutto sono stati colpiti dieci reparti, tra cui quello di riabilitazione pediatrica dove avevamo iniziato a riqualificare alcuni spazi e fornito nuovi macchinari e attrezzature per la fisioterapia, grazie anche a un finanziamento di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. In totale erano 627 i bambini e le bambine presenti al momento dell’attacco.
Ci siamo attivati subito con il nostro staff in loco per trasferire i pazienti che non potevano interrompere le cure in altre strutture di Kyiv: 95 bambini malati di cancro sono stati evacuati tra la Casa d’Accoglienza – Dacha di Fondazione Zaporuka e Soleterre e all’Istituto Nazionale del Cancro. Altri pazienti, a seconda delle diverse patologie, sono stati trasferiti in altre strutture sanitarie e d’accoglienza.
Per Yuliya, una delle psicologhe della Dacha, “tutti presentano evidenti traumi e segni di chi è sopravvissuto a un evento imprevedibile e tragico. Lo stress e lo stato di shock sono una condizione che accomuna adulti e bambini. Per questo, fin da subito, ci siamo occupati di individuare i singoli bisogni e analizzare le singole situazioni. Fondamentale è verbalizzare: parlare per realizzare le sensazioni, le emozioni ed elaborare il momento vissuto”.
Le strutture che hanno accolto i piccoli malati e feriti hanno bisogno di sostegno per far fronte all’aumento dei pazienti ricoverati. Per questo, stiamo raccogliendo fondi per acquistare bende, garze, medicinali e macchinari che con l’attacco sono stati completamente distrutti. Da subito abbiamo inoltre attivato percorsi di supporto psicologico per evitare che questo enorme trauma possa condizionare le terapie e la vita dei piccoli e delle loro famiglie.
Stiamo continuando a seguire i pazienti bisognosi di continue sessioni di riabilitazione fisica e psicologica: molti di loro erano in cura proprio a causa di ferite e traumi di guerra. L’attacco all’ospedale ha peggiorato le loro condizioni e spesso significato ritardi nel percorso di guarigione.
A tre settimane dall’attacco, proseguono i lavori per tornare alla normalità, con l’obiettivo di ripristinare le attività di tutti i reparti. 250 dei 627 pazienti presenti l’8 luglio sono tornati in ospedale in spazi non toccati dal bombardamento o appositamente allestiti.
“I pazienti rientrati sono oltre 250 in questo momento. La capacità di ricevere pazienti è ancora ad 1/3 o 1/4 della capacità ordinaria prima dell’attacco. Parlando con alcune mamme di pazienti incontrati, hanno tutte confermato che hanno sospeso oppure hanno iniziato con settimane di ritardo le sessioni e le terapie dei loro figli e figlie a causa dell’attacco, cosa che in alcuni casi ha visto peggiorare la loro condizione oppure ha visto andati nulli i progressi fatti” Gioele Scavuzzo – Head of Mission di Soleterre.
Soleterre continua a seguire i bambini oncologici e quelli che necessitano di cure fisioterapiche con flessibilità presso le strutture minori che li ospitano, assicurando loro alloggio, cure mediche e supporto psicologico. Prevediamo di intensificare le occasioni di arte-terapia e musico-terapia specifiche per alleviare il trauma che hanno subito.
Grazie ai fondi raccolti, Fondazione Soleterre continuerà a dialogare e sostenere l’ospedale e le strutture sanitarie che ancora ospitano i pazienti trasferiti, con l’acquisto di nuovi macchinari, medicinali e materiale sanitario per far fronte all’aumento degli accessi e del bisogno di supporto psicologico.