Spesso conseguenza di patologie sottostanti, va provata dal veterinario con una procedura apposita e non semplice. Andrà misurata 5-6 volte e se il gatto è irrequieto o ha paura, ci vorranno tempo e pazienza. L’ipertensione anche nel gatto non è da sottovalutare: può provocare lesioni oculari, cardiache, lesioni al sistema nervoso e ai reni
Soffrite di ipertensione? Sono sicura che molti di voi daranno una risposta affermativa a questa domanda.
Forse non tutti però sanno che anche i nostri gatti possono avere la pressione alta, spesso come conseguenza di patologie sottostanti e, per questo motivo, la sua misurazione è entrata a far parte dei controlli effettuati quando il medico veterinario lo ritiene necessario.
Dovete sapere che da uno studio fatto su diecimila gatti, in diversi Paesi europei, si è evidenziato che il 40% dei soggetti valutati era iperteso. Un numero davvero alto, che dovrebbe far rientrare l’esame della pressione tra quelli effettuati di routine.
Purtroppo però non sempre questo controllo è possibile negli ambulatori, come ben sa chi conosce l’indole ribelle dei gatti.I gatti durante la visita si stressano molto, si agitano, si innervosiscono e ciò, oltre a rendere difficile la misurazione della pressione, ne può alterare i risultati.
L’esame di per sé non è assolutamente doloroso, ma le misurazioni devono essere diverse, almeno 5 o 6, e il gatto deve stare il più fermo possibile.
La procedura ha bisogno di tempo e di molta pazienza, va eseguita in un ambiente tranquillo e lontano dagli altri animali e la sede per il bracciale va scelta con attenzione, in funzione di quello che il paziente sembra preferire (arti o coda).
Se tale procedura non va a buon fine per il comportamento e l’rrequietezza del gatto, è sempre bene insistere. Un’ipertensione persistente causa infatti danni importanti a diversi organi.
Può provocare lesioni oculari, cardiache, lesioni al sistema nervoso e ai reni, quindi è importante diagnosticarla e di conseguenza trattarla.
La pressione alta raramente è una condizione di emergenza e questo dà la possibilità al veterinario di valutare con diversi monitoraggi la situazione per decidere quale farmaco sia meglio utilizzare.
Foto: IPA
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Il Veterinario
Francesca Garrone
Nata a Vigevano, si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina Veterinaria si trasferisce a Roma e inizia subito a svolgere attività libero professionale in diversi ambulatori. Approfondisce poi le sue conoscenze nel campo della dermatologia collaborando con rinomati specialisti del settore. Si appassiona alla materia e frequenta svariati corsi di aggiornamento, con particolare riferimento all’allergologia.
Dal 2005 è socia dell’ambulatorio “Veterinaria Trieste” di Roma, dove tuttora esercita la professione.
E’ autrice del libro “Prendiamo un cucciolo” (Cairo editore) scritto a quattro mani con la collega veterinaria e amica Chiara Giordano.
A parte il lavoro, il suo hobby del cuore è il giardinaggio.