Gli strumenti basati su modelli linguistici avanzati possono offrire consigli medici agli utenti e supportare gli specialisti, ma la percezione del pubblico e la fiducia nell’intelligenza artificiale rimangono un ostacolo significativo.
Un recente studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha mostrato l’esistenza di un pregiudizio contro i consigli medici generati dall’intelligenza artificiale, indipendentemente dalla supervisione aggiuntiva da parte di medici umani. Dato l’enorme potenziale dell’intelligenza artificiale per la medicina, chiarire le modalità per contrastare questo pregiudizio dovrebbe essere un obiettivo importante della ricerca futura.
L’accuratezza dei consigli medici generati dall’AI
L’intelligenza artificiale (AI) rappresenta una rivoluzione per il settore medico, con applicazioni che spaziano dall’analisi delle immagini mediche all’individuazione delle interazioni tra farmaci. Recentemente, lo sviluppo di modelli linguistici avanzati basati sull’AI (LLMs) ha ampliato ulteriormente il campo di utilizzo dell’AI in medicina, rendendo possibili molte nuove applicazioni. Tra queste, una delle più rilevanti per il pubblico è l’uso dell’AI per ottenere consigli medici. Strumenti come ChatGPT di OpenAI offrono un accesso immediato a informazioni mediche, apparentemente senza dover consultare specialisti.
Nonostante vi siano preoccupazioni significative sull’uso di LLMs in ambito sanitario, ricerche preliminari indicano che ChatGPT 4.0 può raggiungere livelli di accuratezza diagnostica comparabili a quelli dei medici umani. In alcuni studi, le risposte generate dall’AI sono state persino valutate dai medici come superiori in termini di qualità ed empatia rispetto a quelle fornite da professionisti umani.
Il fenomeno dell’avversione agli algoritmi e lo studio
Gli studi suggeriscono, quindi, che i consigli medici generati dall’intelligenza artificiale siano percepiti come di alta qualità, a patto però che non sia rivelata l’origine automatizzata delle risposte.
Infatti, diverse ricerche dimostrano che, non appena diventa evidente che il consiglio proviene da un’AI, emergono riserve e scetticismo da parte degli utenti, fenomeno noto come “avversione agli algoritmi”. Questo effetto è stato osservato anche nel campo medico, dove si nota una certa resistenza nell’accettare strumenti basati sull’AI, specialmente se il loro utilizzo è evidente o dichiarato.
Nello studio pubblicato Nature Medicine sono stati condotti due esperimenti con ampi campioni di partecipanti, esaminando come viene percepito il consiglio medico a seconda che sia etichettato come proveniente da un medico umano, da un’AI o da una collaborazione tra un medico e AI. I risultati mostrano che i consigli etichettati come provenienti da un medico umano sono percepiti come più empatici e affidabili rispetto a quelli etichettati come generati dall’intelligenza artificiale o da una collaborazione umano-AI. Questo suggerisce che la percezione pubblica attribuisce ancora una maggiore fiducia ai professionisti umani rispetto alle macchine, soprattutto in contesti sensibili come la salute. È interessante notare che la differente percezione del pubblico non ha influenzato la comprensibilità delle informazioni, indicando che l’AI può raggiungere un livello equivalente a quello dei medici umani in termini di chiarezza. Nonostante le riserve sulla fiducia, i partecipanti hanno mostrato interesse nel testare gli strumenti basati su intelligenza artificiale, suggerendo che potrebbe esserci una certa apertura verso queste tecnologie, sebbene rimanga da esplorare se tale interesse si tradurrà in un uso a lungo termine.
Prospettive future e sfide per l’AI in sanità
I risultati ottenuti rivelano un bias significativo contro i consigli medici etichettati come generati dall’AI, anche quando questi sono supervisionati da medici umani. Questo bias potrebbe limitare l’accettazione pubblica delle tecnologie di intelligenza artificiale in ambito sanitario, nonostante il loro enorme potenziale. Per affrontare questo problema, sarà fondamentale coinvolgere non solo il pubblico, ma anche medici e personale sanitario, nella promozione e accettazione dell’AI come strumento complementare nella pratica medica.
Fonte
- Reis, M., Reis, F. & Kunde, W. Influence of believed AI involvement on the perception of digital medical advice. Nat Med (2024)