Ancora una volta, valutazioni nasometriche, in assenza di valutazioni di impatto e di analisi comparative: tutti i festival di cinema italiani (148 festival) ricevono dal Ministero della Cultura soltanto complessivamente 7 milioni di euro l’anno.
Questa mattina, curiosamente non presso l’Auditorium Parco della Musica, ma presso il Teatro Olimpico, è stata presenta l’edizione n° 19 della “Festa del Cinema” di Roma, in programma dal 16 al 27 ottobre: una kermesse ormai “storica”, e ben dotata di risorse economiche, anche se nessuno è in grado di valutare la sua reale efficacia come strumento di promozione del cinema italiano nelle sale…
Dedicheremo tra poco una qualche attenzione al programma 2024, ma quella che riteniamo possa essere considerata la notizia più interessante, curiosa, intrigante, è una sortita del potente Presidente della Siae (Società Italiana Autori e Editori), Salvatore Nastasi (detto Salvo), che da due mesi è stato chiamato (dal Sindaco di Roma Capitale, uno dei co-fondatori della kermesse) a presiedere anche la Fondazione Cinema per Roma, che la “Festa” organizza. Notizia inattesa per due ragioni: Salvo Nastasi è uomo che conosce bene le istituzioni culturali nazionali (basti pensare che è stato per anni Segretario Generale del Ministero della Cultura e fiduciario del più longevo Ministro della Cultura d’Italia, il “dem” Dario Franceschini) e non rientra esattamente nel suo stile… lamentarsi, non in pubblico almeno; eppure questa mattina, pur essendo alla guida di una manifestazione consolidata che beneficia di circa 9 milioni di euro di risorse, si è lamentato nei confronti degli sponsor, anzi specificamente dello sponsor principale, Bnl Paribas; la seconda ragione è non meno interessante, perché il budget di cui beneficia la “Festa” romana è superiore al totale del sostegno che il Ministero della Cultura (Direzione Cinema e Audiovisivo) assegna a tutti gli altri festival cinematografici italiani, ovvero circa 150 iniziative (per la precisione: 148 festival) su tutto il territorio nazionale, che nel 2023 hanno ricevuto contributi ministeriali complessivamente per 7 milioni di euro.
Assistiamo quindi ad una sorta di paradosso, almeno in termini di “politica culturale” (razionale).
Procediamo con ordine.
Sostiene Salvatore Nastasi (che è subentrato nel luglio 2024 a Gianluca Farinelli, che ha lasciato la presidenza dopo due anni): il budget della Festa del Cinema di Roma “è di 8 milioni e mezzo di euro per 100 titoli in tutta la città. Ci sono festival molto più piccoli che hanno budget 4 volte più alti. Ora, è facile dire che avremo bisogno di più risorse, ma è altrettanto facile comprendere l’enorme sforzo organizzativo che c’è dietro questa manifestazione… Non credo esista una festa al mondo che dia questa offerta a cittadini ed è una riflessione che bisogna assolutamente fare”. Sarebbe interessante conoscer quali sarebbero i “festival molto più piccoli” che hanno budget “4 volte più alti”, ovvero che veleggerebbero sui 40 milioni di euro (8 x 5 = 40): temiamo si tratti di un “refuso” del Presidente Siae…
E si sofferma sugli sponsor: “ringrazio tutti ma non può esistere che una banca, Bnl, che ci sostiene da tanti anni, ci dia un sesto, un settimo rispetto a 19 anni fa. E questo vale anche per gli altri: ormai è un’abitudine chiedere di più con meno. Noi invece vogliamo aspirare al massimo”. Poi, con ironia, ha aggiunto: “adesso Bnl si arrabbierà… ma nel caso troveremo un’altra banca, italiana magari”.
La “Festa del Cinema” – ha continuato Nastasi – “è una festa unica, dedicata al pubblico. Lo dimostrano i numeri, con quasi 100.000 spettatori l’anno scorso e 200.000 presenze per le arene estive. Il punto di forza risiede nella trasversalità dell’offerta, che spazia dalle serie ai documentari, dalle grandi ricorrenze alle produzioni più recenti, su cui gli organizzatori hanno investito molto… Non esistono paragoni con altri festival, noi ci sentiamo affini ad un modello simile a quello dei festival delle grandi città, come Berlino e Londra”. Ed ha concluso “l’obiettivo futuro è iniziare le arene estive prima cosi che il festival sia il corollario di tutto e non l’inizio”.
Non precisa il Presidente della Fondazione Cinema per Roma se i titoli proiettati durante la “Festa” beneficiano poi di una effettiva distribuzione “theatrical”, ma riteniamo che uno studio “ad hoc” dimostrerebbe che si tratta di una simpatica “vetrina” che stimola sì migliaia di spettatori (cinefili appassionati), ma la gran parte dei titoli presentati non esce poi nei cinematografici.
Si tratta dello stesso fenomeno – surreale – che riguarda il Festival di Venezia…
La questione è quindi: quanto contribuisce realmente (retorica autocompiaciuta a parte) la “Festa di Roma” alla promozione del cinema in sala, e specificamente del cinema “made in Italy”???
La stessa domanda l’abbiamo posta su queste stesse colonne in relazione al “Festival di Venezia” e naturalmente nessuno è stato in grado di fornire una risposta accurata e precisa: vedi “Key4biz” del 30 agosto 2024, “Festival di Venezia edizione 81: promozione gratuita per il cinema americano? Tanto paga lo Stato italiano”.
A fronte delle lamentazioni di Salvatore Nastasi, cosa dovrebbero pensare gli organizzatori delle centinaia di festival cinematografici sparsi su tutto il territorio nazionale?!
Festival che peraltro ricevono una somma complessivamente modesta (anzi – diciamolo! – ridicola!) dal Ministero della Cultura (Dgca), e la ricevono con tempistiche indegne di un Paese che tiene alla propria cultura: abbiamo già segnalato (denunciato) come il bando della Dgca per i contributi per l’anno solare 2024 sia stato pubblicato il 21 giugno 2024, la scadenza è stata fino al 28 luglio, e, ad oggi, 20 settembre 2024, non si ha previsione alcuna di quando verranno pubblicati i risultati, dato che la nuova commissione ministeriale degli esperti preposti alla valutazione delle istanze non è stata ancora formata… Con modalità non proprio impeccabili, l’atto di nomina è stata l’ultima firma dell’ex Ministro Gennaro Sangiuliano, il 6 settembre scorso, ma il suo successore ha precisato in Parlamento che lui vuole rivedere l’elenco della eletta schiera dei “saggi” scelti dal predecessore…
Insomma, i risultati per l’anno solare 2024 del sostegno pubblico ai festival cinematografici italiani vedranno la luce forse a novembre, se non dicembre: a quella data, la quasi totalità delle kermesse sarà ovviamente bella che conclusa… Una dinamica intollerabile, se non fosse per la rassegnazione ormai prevalente di centinaia e centinaia di organizzatori culturali in tutta Italia.
Si segnala peraltro che nel “piano di riparto” dei fondi pubblici a favore del cinema e dell’audiovisivo (746 milioni di euro nel 2023, 696 milioni nel 2024), soltanto un 1 % (dicesi: uno per cento!) viene destinato ai festival altri rispetto alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia…
Si tratta di solo 7 milioni di euro nel 2024, la stessa cifra dell’anno 2023…
Il Festival di Venezia, da solo, assorbe invece ben 13,5 milioni di euro dal budget “cinema e audiovisivo” del Ministero della Cultura (dotazione altra rispetto ai 7 milioni destinati a tutti gli altri festival cinematografici). Il totale del budget di Venezia è complessivamente di 23 milioni di euro…
Nel 2023, la Dgca del Mic (diretta da Nicola Borrelli) ha ricevuto 265 istanze di finanziamento (sovvenzionamento) di cui 148 sono state accolte (56 % del totale), a fronte di 117 richieste bocciate (44 %). Questi 148 festival hanno beneficiato di un contributo Mic nell’ordine giustappunto di 7 milioni di euro.
Si ricordi che, di questi 7 milioni, nel 2023 ben 1 milione di euro è stato assorbito dal controverso festival di Giffoni Valle Piana, che si è lamentato perché l’ex Ministro Sangiuliano, nel bando per l’anno 2024, ha introdotto un tetto di 400.000 euro per singolo festival (vedi “Key4biz” del 30 luglio 2024, “Il “caso Giffoni Festival”, ecco il perché del taglio di circa 600mila euro del contributo ministeriale”).
E si consideri che i festival cinematografici che hanno bussato alla porta del Ministero della Cultura sono soltanto meno della metà del totale delle iniziative censite da IsICult nel progetto “Italia dei Festival” (iniziativa sostenuta dalla stessa Dgca del Mic come “progetto speciale”), che, su un totale di 2.689 festival censiti (in tutte le discipline ed arti: cinema, teatro, musica, danza, letteratura, ecc.), ha schedato finora ben 613 festival cinematografici su tutto il territorio nazionale (manifestazioni che rappresentano un 23 % dell’universo festivaliero italiano).
La domanda sorge spontanea: con quale coraggio – in termini di politica culturale – Salvatore Nastasi si lamenta della “pochezza” del budget della Festa del Cinema di Roma e specificamente degli sponsor privati?!
Se fossimo i promotori di una piccola o medio-piccola iniziativa festivaliera – che cerca a gran fatica di chiudere il proprio budget con poche decine di migliaia di euro – saremmo presi da una discreta irritazione.
La “Festa” romana ha un budget di 8,2 milioni di euro, di cui 4,5 milioni (il 55 %) da contributi pubblici
Attingendo a dati ufficiali (approvati dal Cda della Fondazione il 1° dicembre 2023), queste le cifre-chiave dell’economia della “Festa” romana: totale di ricavi (previsione budget 2024) di 8,2 milioni di euro, di cui contributi pubblici 4,5 milioni, corrispondenti al 55 %.
Di questi 4,5 milioni di danari pubblici: il Comune di Roma apporta 1,3 milioni, 1 milione di euro viene da Cinecittà, 800.000 euro circa dalla Regione Lazio, 600.000 euro da bandi del Ministero della Cultura, 400.000 euro la Camera di Commercio (la Cciaa di Roma), 210.000 euro dalla Siae (di cui è Presidente lo stesso Nastasi, e qualcuno potrebbe osservare questa coincidenza di ruoli). Questi sostegni pubblici portano ad un totale di 4,3 milioni di euro, che vanno integrati da altri contributi minori…
Pochi?! Tanti?! Chi può dirlo???
A livello di “sponsor”, questa la situazione: nel 2022, sono venuti 1,5 milioni di euro (di cui “tecnici” circa 500mila euro); nel 2023, sono saliti a 1,9 milioni di (cui 600mila “tecnici”); nel 2024, si prevedono 2,2 milioni (di cui 500mila “tecnici”). Di fatto, al di là del taglio relativo a Bnl (immaginiamo peraltro che il gruppo Intesa Sanpaolo – maggiore intermediario sul “Tax Credit” del cinema e dell’audiovisivo italiano – sia ben pronto a mettere la sua fiche sul tavolo…) sul totale del “valore della produzione”, la dimensione dell’intervento degli sponsor – in valore assoluto – è andata crescendo…
Qual è il problema – in fondo – al di là dello specifico “caso Fondazione Cinema per Roma”? La prevalente mancanza di valutazioni di impatto delle iniziative culturali (dalle piccole alle medie alle grandi, per arrivare giustappunto alle grandissime, da Venezia a Roma…): la patologia forse più grave del nostro Paese, perché, senza questi studi, come diavolo è possibile “quantificare” l’intensità del sostegno pubblico?!
Perché dare “x” ad Alfa ed “y” a Beta???
Da decenni (dalla sua fondazione, nel lontano 1992), l’Istituto italiano per l’Industria Culturale IsICult conduce una battaglia che è al contempo tecnica, scientifica e politica (di “politica culturale” trattasi): trasparenza ed efficienza ed efficacia ed equità… Su questi temi, ci limitiamo a rimandare ad uno dei tanti nostri interventi su queste colonne, risalente ad un paio di anni fa: vedi “Key4biz” del 14 ottobre 2022, “Mia e Festival del Cinema: servono davvero allo sviluppo del sistema audiovisivo nazionale?”…
A quanto è dato sapere, per quanto riguarda la Festa del Cinema di Roma sono state realizzate, nel corso di quasi 20 anni di attività, soltanto 2 “valutazioni di impatto”: una nel 2009, affidata alla Fondazione “Rosselli” (fondata nel 1988, fallita nel 2014) ovvero al suo scomparso Istituto per l’Economia dei Media (Iem), ma focalizzata sul mercato internazionale dei film italiani ed una affidata a Ptslclass spa (la stessa società di consulenza alla quale, da sei anni di seguito, il Mic affida la “valutazione di impatto” della Legge Cinema e Audiovisivo – la n. 220 del 2016 – assieme alla Università Cattolica) relativa all’edizione n° 16 della Festa, nel 2022, report non reso di pubblico dominio… A che serve realizzare simili studi, se non vengono condivisi con la comunità professionale?!
Il Presidente Nastasi ha molto enfatizzato la centralità delle “arene estive” (come luogo di fruizione e partecipazione), ma non sono disponibili dati ed analisi per comprendere se le “arene” siano alleate o meno delle “sale cinematografiche”… Anche perché gran parte dell’offerta di titoli delle arene è rappresentata da vecchie pellicole fuori dai circuiti cinematografici, e finanche spesso gratuite… Queste iniziative contribuiranno sicuramente alla “educazione audiovisiva” della cittadinanza (in senso lato), ma quanto sono benefiche per il rafforzamento del tessuto produttivo del cinema “made in Italy” ed alla sua fruizione complessiva da parte dei cittadini?!
Il programma della “Festa” romana edizione n° 19? Ancora una volta un ricco “red carpet” – pagato dallo Stato – a tutto vantaggio dei film stranieri (e delle serie tv)?
Un qualche cenno al programma della “Festa” n° 19?! Certamente: non solo il già annunciato evento “Megalopolis” di Francis Ford Coppola (in pre-apertura il 14 ottobre negli studi di Cinecittà), ma anche “Modì” di Johnny Depp con Riccardo Scamarcio nel ruolo di Modigliani e Al Pacino in quello di un mercante d’arte; il thriller di Gabriele Muccino “Fino alla fine”; “Eterno visionario” di Michele Placido (tratto da “Il gioco delle parti, vita straordinaria di Luigi Pirandello” di Matteo Collura con Fabrizio Bentivoglio nella parte di Pirandello); “U.S. Palmese” dei Manetti Bros, e, tra le serie, “Mike” con Claudio Gioele nei panni di Mike Bongiorno; “L’amica geniale. Storia della bambina perduta” di Laura Bispuri; “Avetrana – Qui non è Hollywood”, sull’omicidio di Sara Scazzi; “Bad Guy 2” con Luigi Lo Cascio e “Miss Fallaci” di Luca Ribuoli con Miriam Leone nei panni della scrittrice… Questi solo alcuni degli appuntamenti annunciati stamani al Teatro Olimpico dalla Direttrice Artistica Paola Malanga (già dirigente di Rai Cinema), dal Presidente Salvatore Nastasi, e da Francesca Via, Direttrice Generale. Ed ancora, in un’edizione declinata al maschile, due “premi alla carriera” a Viggo Mortensen, in occasione della presentazione del suo nuovo film, “The Dead Don’t Hurt”, da lui scritto, diretto e interpretato e a Johnny Depp, che invece porta a Roma il già citato “Modì”. Sono 4 i film italiani in concorso sui 18 in gara, ovvero: “Berlinguer – La grande ambizione” di Andrea Segre con Elio Germano nel ruolo del politico; “L’albero”, opera prima di Sara Petraglia; “L’isola degli idealisti” di Elisabetta Sgarbi; “Paradiso in vendita” di Luca Barbareschi…
Come dire? Ancora una volta, a Roma come a Venezia, lo Stato italico organizza – a proprie spese – “red carpet” a tutto vantaggio delle cinematografie straniere… Ne hanno bisogno, queste opere non italiche, di un’ulteriore grancassa comunicazionale e promozionale? Non ci sembra.
E ci domandiamo perché kermesse che sono nate come “cinematografiche” debbono aprire le porte alle serie televisive, dato che le emittenti e le piattaforme non hanno certo necessità di questi ulteriori strumenti di promozione…
Da segnalare che, dopo diversi giorni di silenzio, questa mattina è riapparsa in pubblico a Roma la senatrice Lucia Borgonzoni, che parrebbe vedrà confermata la propria delega su cinema e audiovisivo che le era stata assegnata dall’ex Ministro Gennaro Sangiuliano. Con il suo abituale ottimismo, ha decantato i grandi meriti della “Festa” romana: “esattamente un anno fa, alla Festa del Cinema di Roma prendeva il via la straordinaria avventura che ha portato Paola Cortellesi alla conquista di milioni di spettatrici e spettatori in tutto il mondo. Segnato da un’ovazione del pubblico e da un successo della critica da pagine di storia, con il suo fortunato viaggio partito proprio da qui l’esordio alla regia dell’artista romana ‘C’è an