Divisioni - Partito Socialista Italiano

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di Enzo Maraio

La politica italiana delle ultime settimane è pervasa dalle divisioni. Se guardiamo in casa nostra, il centrosinistra ha dato il peggio di sé nel mentre si presentavano le liste a sostegno di Andrea Orlando in Liguria. Il veto imposto ai candidati di Italia Viva nella lista composta da socialisti e + Europa ha fatto saltare un quadro che era partito già complicato. La partita che i socialisti vogliono giocare è quella legata alla visione inclusiva e plurale della coalizione che sta portando avanti Elly Schlein, contro una più chiusa che permane nelle parole sia dei 5S di Conte sia di Fratoianni e Bonelli, i quali sostengono veti nella coalizione che non porteranno molto lontano. La strada giusta è quella del dialogo, del lavoro generoso e paziente nel recuperare i rapporti tra le forze politiche confrontandosi anche da posizioni diverse per mettere in campo i temi. Senza farsi divorare dai personalismi, ricercando i voti e non i veti. Nel campo del centrosinistra permangono due visioni alternative di coalizione: una che continua ad alimentare divisioni e una riformista, inclusiva, che guarda alle priorità per il Paese – sanità, istruzione, economia –  e che punta a tenere unita l’Italia. Una coalizione che si basi su un programma comune. Siamo fiduciosi che alla fine la caparbietà di tenere insieme il centrosinistra ripagherà gli sforzi di tutti. È una delle ragioni per cui sosterremo con convinzione Andrea Orlando in Liguria, attraverso alcuni nostri candidati nelle liste civiche. Offrendo così una soluzione alle liti del vecchio terzo polo, che abbia nel “riformismo radicale” la chiave di volta dello stare insieme.  Per una volta, dovremmo puntare sulle divisioni dei nostri avversari, non le nostre. Nel centrodestra, il tema dell’autonomia differenziata e i rapporti internazionali continuano a dividere gli alleati di Meloni con Salvini e Tajani che non hanno più alcun punto d’intesa: c’è chi esalta l’autonomia differenziata e chi, dopo averla votata in Parlamento, dice che va fermata; chi esulta per la vittoria dell’ultra destra in Austria e chi dice che va fermata perché è una forza antidemocratica. Peccato che insieme all’FPO austriaca ci sia l’ADF tedesco e appunto la Lega di Salvini, che a Bruxelles siedono insieme nello stesso gruppo parlamentare. I piccoli cabotaggi fra alleati, spesso, sono diventati solchi profondi invalicabili.

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