Il ricorso alla fecondazione assistita per le persone singole è attualmente vietato dalla legge 40. In 24 ore raccolte 1.309 firme
Sul tema, nei prossimi mesi, si esprimerà la Consulta, chiamata in causa del Tribunale di Firenze, sul caso della 40enne torinese Evita
Oggi, in Italia, molte donne singole che vogliono diventare madri si trovano davanti a una legge che glielo impedisce: la legge 40 del 2004, infatti, vieta a persone singole e a coppie dello stesso sesso di accedere alla procreazione medicalmente assistita.
Questo divieto spinge molte donne ad andare all’estero, rendendo di fatto questo percorso accessibile solo a chi ha le risorse economiche necessarie, creando un’ulteriore discriminazione sociale.
Per questo motivo, l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato “PMA per tutte”, una petizione al Parlamento per chiedere la cancellazione di questo divieto discriminatorio e garantire l’accesso alla fecondazione assistita a tutte le persone, indipendentemente dal loro stato civile.
“Da oltre 20 anni, l’Associazione Luca Coscioni si impegna nella lotta contro i divieti irragionevoli imposti dalla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. In questi anni, grazie al coraggio di molte persone, siamo riusciti a cancellare il divieto di fecondazione eterologa e a permettere l’accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche. Tuttavia, la legge 40 presenta ancora divieti che limitano i diritti di molte persone. In particolare, resta il divieto di accesso alle tecniche riproduttive per le persone singole. È tempo di superare questo divieto discriminatorio”, hanno dichiarato Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, avvocata e coordinatrice del team legale di studio e difesa delle persone che agiscono contro la legge 40/04, e Francesca Re, avvocata e coordinatrice della campagna PMA per tutte. “Le madri singole e le famiglie monogenitoriali sono una realtà nel nostro Paese. Al legislatore si chiede di cogliere l’occasione, con questa petizione, di eliminare discriminazioni in materia di accesso alle tecniche di fecondazione assistita. Le stesse tecniche cui è possibile accedere andando in paesi come la Spagna ma vietate in Italia per chi non è in coppia e di sesso diverso”.
Sul divieto di accesso alle tecniche di PMA, previsto dalla legge 40, si esprimerà nei prossimi mesi la Corte costituzionale. Il Tribunale di Firenze a settembre 2024 ha, infatti, sollevato la questione di legittimità costituzionale nell’ambito di un procedimento portato avanti da Evita, una donna 40enne di Torino, che aveva ottenuto un diniego alla sua richiesta di poter accedere alla PMA in un centro di fecondazione assistita in Toscana. La donna è assistita dal team legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato da Filomena Gallo (e composto dagli avvocati Francesca Re, Angioletto Calandrini, Alessia Cicatelli, Marilisa D’Amico, Benedetta Liberali, Irene Pellizzone, Massimo Clara, Gianni Baldini e Niccolò Panigada), che ha contribuito negli ultimi 20 anni, assistendo le coppie nei tribunali, a eliminare molti divieti della legge 40, tra cui il divieto di eterologa e il divieto che impediva l’accesso alla PMA alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche.
Delle iniziative in corso in materia di procreazione medicalmente assistita per donne singole si parlerà al XXI Congresso dell’Associazione a Roma il 12 e 13 ottobre, dove interverranno anche Barbara Zoina e Katia Bianco, prime firmatarie della petizione al Parlamento e componenti del gruppo di lavoro “PMA per tutte”, di cui a oggi fanno parte oltre 20 donne, costituito dall’Associazione Coscioni proprio per portare avanti iniziative sul tema.
Barbara: “Sono una madre single per scelta e mia figlia è stata concepita in Spagna. Questo viaggio non è stato facile, ma la mia vita oggi è un regalo che voglio condividere con altre donne. La legge limita il diritto alla genitorialità e io voglio che questo cambi”, spiega Barbara. La sua esperienza rappresenta la lotta di molte donne in cerca di riconoscimento e libertà.
Katia ha sempre sognato di diventare madre. A 40 anni si è chiesta se fosse troppo assurda l’idea di fare un figlio da sola. Dopo il Covid, ha pensato che forse avrebbe potuto ancora incontrare un uomo, ma non è successo. “Ho affrontato tre tentativi di PMA all’estero in un anno, e sebbene sia difficile, non voglio rinunciare. La mia vita deve includere questo sogno”, afferma Katia. “Auguro a tutte le donne di avere il coraggio di provare”.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.