Alcuni colleghi della rete di psicologi e psicologhe Soleterre hanno preso parte a “Io Non Rischio” dedicata alla diffusione della cultura della prevenzione e delle buone pratiche di protezione civile, con un punto informativo a Pavia per sensibilizzare i cittadini sui rischi naturali che interessano il nostro Paese e sul ruolo attivo che ciascuno di noi può assumere nel processo di riduzione del rischio, agendo prima che si verifichi una calamità.
Quest’anno, l’appuntamento nazionale si è svolto in concomitanza con la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, due eventi che condividono l’obiettivo di rendere le comunità più consapevoli e preparate ad affrontare anche le nuove sfide imposte dal cambiamento climatico, adottando comportamenti che, fin da subito, possono fare la differenza per accrescere la propria sicurezza e quella degli altri. Ridurre gli effetti dei rischi, naturali e non solo, è possibile.
Gli psicologi Soleterre in emergenza si occupano di fornire supporto psicologico e interventi in situazioni critiche, per aiutare le persone a gestire le intense reazioni emotive e lo stress derivanti da eventi traumatici e improvvisi. Questi eventi possono provocare shock, ansia, panico, depressione e, nei casi più gravi, disturbi post-traumatici da stress (PTSD). I professionisti di questo campo lavorano in stretta collaborazione con servizi di emergenza, medici, operatori sociali e altri enti coinvolti nella gestione delle crisi. Forniscono supporto immediato attraverso tecniche di ascolto attivo, contenimento emotivo e promozione di strategie di coping, aiutando le persone a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Inoltre, intervengono non solo con le vittime dirette, ma anche con i soccorritori, che spesso vivono situazioni di forte stress e rischiano il burnout. La psicologia dell’emergenza si concentra sulla prevenzione di effetti psicologici a lungo termine, offrendo anche un accompagnamento nel tempo per favorire la ripresa e il ritorno a una vita normale.
«L’Italia è un territorio particolarmente fragile e, forse per questo, gli italiani sono brillanti nel gestire l’imprevisto, ma non basta» ha sottolineato il Capo Dipartimento Fabio Ciciliano. «L’emergenza non si combatte soltanto dopo il terremoto, l’alluvione o l’incendio: dobbiamo diventare altrettanto bravi nella riduzione del rischio, cioè far diventare la prevenzione un fattore culturale, a partire dalle scuole e dalle caratteristiche di ciascun territorio. – ha proseguito Ciciliano − Giornate come questa, in cui il volontariato di protezione civile e il mondo della scienza si mobilitano insieme, sono l’occasione per sensibilizzare la popolazione su quanto ognuno di noi può fare, trasformando la consapevolezza dei rischi in azioni concrete, utili a ridurre la nostra esposizione al rischio e gli effetti generati dall’emergenza».
Io non rischio è promossa e realizzata dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con Anpas-Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Reluis – Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica, Fondazione Cima – Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani.