Codice contratti pubblici: le novità dal CdM - redigo.info

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella giornata di ieri, lunedì 21 ottobre 2024, un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al decreto n. 36, del 31 marzo 2023, relativo al Codice dei contratti pubblici. L’obiettivo del testo è quello di razionalizzare e semplificare la disciplina ora vigente, risolvendo alcune delle criticità emerse in sede di applicazione della normativa, tenendo conto dell’ampiezza dei contenuti del decreto.

Equo compenso

Nel caso dell’equo compenso, il decreto legislativo mira a bilanciare gli interessi dei professionisti e degli Enti locali. Nello specifico, viene stabilito che per i contratti di ingegneria, architettura o altri servizi tecnici di genere, pari o superiori a 140mila euro, i corrispettivi devono essere determinati sulla base del “decreto parametri“, utilizzato per definire gli importi di gara.

L’aggiudicazione della gara avverrà in base all’offerta maggiormente vantaggiosa a livello economico, che considera un prezzo base fisso per il 65% dell’importo e ammette un ribasso solo per il restante 35%, fino al limite del 30% per punteggio economico.

Invece, per i contratti inferiori a 140.000 euro, si ammette una riduzione dei corrispettivi fino al 20%.

Digitalizzazione dei contratti pubblici

L’obiettivo, in tema di digitalizzazione, è quello di favorire, accelerare e semplificare le procedure legate ai fascicoli virtuali degli operatori economici. Nel particolare, si definiscono i seguenti punti:

  • chiarire le regole sulla certificazione delle piattaforme che possano consentire alle stazioni appaltanti la consultazione della Banca dati nazionale di ANAC;
  • accelerare e semplificare il funzionamento del casellario informatico;
  • prevedere la suddivisione tra RUP (Responsabile unico del procedimento) e il personale delle stazioni appaltanti;
  • razionalizzare, entro il 10 gennaio 2025, di tutti i requisiti tecnici per la redazione dei documenti in modalità digitale relativamente alla programmazione, progettazione ed esecuzione dell’opera.

Per ciò che concerne la qualificazione delle stazioni, si prevede che, a partire dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti debbano monitorare la loro efficienza decisionale, verificando i tempi intercorsi tra la presentazione delle offerte e la stipula del contratto. Sono introdotti, inoltre, incentivi per le stazioni appaltanti che si avvalgono di stazioni qualificate e si prevedono corsi di formazione erogati anche da soggetti privati a scopo di lucro.

Tutela del lavoro e delle PMI

Per ciò che concerne le tutele lavoristiche, si stabiliscono i criteri e le modalità per l’individuazione del contratto collettivo del lavoro applicabile per la presentazione e la verifica della dichiarazione di equivalenza delle tutele.

Infine, si introducono misure volte a favorire l’accesso delle Micro, Piccole e Medie imprese al mercato del contratti pubblici. Questo attraverso la suddivisione dei contratti in lotti di valore accessibile a garantire la partecipazione delle MPMI. È previsto, inoltre, che una quota del 20% dei contratti di subappalto venga riservata a queste imprese per facilitarne l’accesso, con possibilità di deroga.

Contratti pubblici: fase esecutiva e Partenariato pubblico/privato

Tra le modifiche apportate al decreto rientrano anche quelle riguardanti i premi e le penali applicabili agli operatori economici per le accelerazioni e i ritardi nell’esecuzione dell’opera appaltata.

Vengono, infine, introdotte le modifiche relative al Partenariato pubblico privato (PPP):

  • differenziazione delle procedure di finanza di progetto a iniziativa privata o a iniziativa pubblica;
  • introduzione di una fase preliminare rispetto alla presentazione delle proposte;
  • l’obbligo di garantire la piena trasparenza sulle manifestazioni di interesse e sulle proposte presentate su iniziativa di parte, favorendo un effettivo confronto competitivo.

Redazione redigo.info

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