In occasione della Giornata Nazionale sulle Geopatie (9 novembre)

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Quando il medico tedesco Ernst Hartmann (1915-1992), dopo la Seconda Guerra Mondiale, pubblicò diversi lavori scientifici sui “nodi” che poi da lui presero il nome, la diffidenza regnava sovrana, come sempre accade a chi parla di argomenti nuovi. Tutto aveva preso inizio da osservazioni personali, ai tempi dei suoi studi universitari: la mortalità in alcuni letti dell’ospedale che frequentava risultava più elevata che in altri, al punto che il giovane futuro medico pensò che la causa fosse da ricercare in particolari “diversità” della zona in cui i letti erano collocati. In seguito, una volta laureato, studiò pazienti che non rispondevano più alle terapie, verificando una costante correlazione con la collocazione dei letti, in zone che definì “geopatogene”. Arrivò così a formulare una rivoluzionaria teoria che identificava nella terra la causa: un “reticologlobale” (“Global Grid”) costituito da fasce reciprocamente ortogonali, orientate nel verso nord-sud ed est-ovest, larghe 21 cm e intervallate di 2,0-2,5 metri, formando una rete oggi nota appunto come “Rete di Hartmann”. Le idee dello scienziato incontrarono ed incontrano molti ostacoli da parte della scienza cosiddetta “ufficiale” (Galileo docet…), sta di fatto che oggi, quando molte certezze crollano di fronte alle evidenze, gli studi di Ernst Hartmann possono a buon diritto rappresentare il battesimo di una nuova Scienza, afferente alla Tossicologia ambientale e strettamente correlata alla Fisica quantistica, destando una attenzione crescente nella comunità scientifica più aperta al nuovo. Successivamente ad Hartmann, un altro medico tedesco, Manfred Curry, identificò un secondo reticolo energetico, con con maggior spessore della maglia. Attualmente scienziati russi stanno conducendo ricerche in questo ambito, giungendo alla conclusione che i “nodi di Hartmann” siano campi torsionali, rilevabili con opportune strumentazioni. In Germania sono stati sviluppati strumenti basati sulla “spettroscopia gamma”, con monitoraggi sull’uomo battezzati “georitmogrammi” e anche studiosi italiani sono al lavoro: ne parla, con grande competenza, l’articolo di Andrea Amato e Roberto Zucchelli con cui si apre il numero di novembre di “ND, Nattura docet: la Natura insegna” (www-ndmagazine.it), anche per celebrare la sesta “Giornata nazionale delle Geopatie”, indetta dalla Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali (A.T.T.A. Presidente: Prof. Marcello Lofrano). Radiazioni e correnti telluriche, corsi d’acqua sotterranei, radon, campi elettromagnetici terrestri, rete di Hartmann, campi elettromagnetici artificiali, elettrosmog, geopatie e biologia quantistica, rapporto tra geopatie e patologie umane, geotossicologia e biorisonanza, rappresentano l’affascinante campo di ricerca di una nuova scienza che studia gli effetti, ormai certi, delle radiazioni elettromagnetiche sugli organismi viventi, animali e vegetali. Per certi versi, si tratta anche di un ritorno ad antiche conoscenze, alla luce dei progressi scientifici raggiunti dall’uomo in questi ultimi decenni: un fertile incontro tra Medicina e Fisica moderna, auspicabilmnte foriero di vantaggi per il bene supremo della salute. Riconducibili a “Geopatie” sono disturbi derivanti da campi di forza naturali (nodi di Hartmann, corsi d’acqua sotterranei, radon, giacimenti metallici) oppure da campi elettromagnetici di origine “antropica”, quali telecomunicazioni radio e tv, rete elettrica ad alta tensione, campi elettromagnetici, trasformatori ed apparecchiature elettroniche domestiche, telefonia cellulare. Qualche esempio di “Geopatia”:  la cosiddetta “Sensibilità Fisica Multipla” e la “Sindrome dell’edificio malato” (SBS: Sick Building Syndrome), nuova entità nosologica, caratterizzata dal fatto che chi vipassa ore in un determinato ambiente (abitazione, luogo di lavoro), può presentare disturbi legati al tempo ivi trascorso, senza che possano essere identificate specifiche cause o patologie correlate in atto.

 

 

 

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Massimo Radaelli
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