5 spunti di riflessione su AI emersi dalle conversazioni intorno ai libri di Giuseppe Mayer, Luca Zorloni, Paolo Andrico e Paolo Corbetta - Cefriel

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Analytics & Artificial Intelligence

Il primo evento ha visto Giuseppe Mayer, nuovo CEO di Talent Garden, in dialogo con Alessandro De Biasio, Direttore Generale di Cefriel, sul libro di Mayer Inspired by Data, esplorando il tema dell’AI e del rapporto tra dati e creatività. Il secondo evento, intitolato Il potere dei lettori, ha coinvolto come relatori Paolo Andrico e Paolo Corbetta, autori della serie Drunk Fury, e Luca Zorloni, autore del libro Il Paese più bello del mondo, e ha posto al centro della discussione come le opinioni degli utenti influenzino la percezione e il successo di libri e contenuti digitali.

Da questi incontri, sono emersi cinque spunti di riflessione chiave:

1. L’Intelligenza Artificiale è pensata per aiutarci, non per sostituirci

Durante il confronto su Inspired by Data si è sottolineato come l’AI sia stata progettata per semplificare l’accesso alle informazioni. La sua funzione primaria è aiutare le persone a prendere decisioni, ma sempre con l’essere umano al centro. L’Intelligenza Artificiale non ha come obiettivo sostituire il pensiero umano, ma piuttosto adattarsi alle esigenze dell’utente, fornendo supporto personalizzato.

2. Occorre essere ispirati dai dati, non guidati da essi

Uno dei concetti centrali del libro di Giuseppe Mayer riguarda l’importanza di ispirarsi ai dati, piuttosto che esserne semplicemente guidati. Non si tratta solo di seguire i numeri, ma di saper trovare in essi spunti utili e creativi. Come hanno discusso Mayer e De Biasio, l’innovazione nasce dalla capacità di individuare opportunità e ispirazione dai dati, senza permettere loro di limitare il processo decisionale.

3. L’imperfezione dell’AI è ciò che la rende intrigante

Un altro tema emerso riguarda i limiti dell’Intelligenza Artificiale. L’imperfezione della tecnologia e il fatto che non possa sempre replicare la complessità del pensiero umano sono considerati aspetti interessanti. Le imperfezioni permettono alla tecnologia di essere migliorabile e ci ricordano che, alla fine, è la persona a determinare l’evoluzione di questi strumenti. È proprio la presenza di questi difetti che ci spinge a cercare sempre nuovi modi per innovare.

4. L’omologazione è un rischio nella scrittura assistita dall’AI

Nel secondo evento, dedicato al “potere dei lettori”, è emersa una riflessione interessante sull’uso dell’AI nella creazione di contenuti. Uno dei rischi principali è che le storie generate dall’AI possano essere omologate, con strutture simili tra loro. Questo perché i modelli di Intelligenza Artificiale si basano su grandi quantità di dati esistenti, ma alla lunga potrebbero esaurire la varietà necessaria per creare narrazioni originali. Il rischio è di trovarsi con tante storie scritte “allo stesso modo”, sacrificando in questo modo la creatività umana.

5. L’AI può essere uno strumento di ricerca e supporto nella scrittura

L’Intelligenza Artificiale può aiutare gli autori e le autrici a raccogliere rapidamente dati, fonti e spunti utili ad arricchire i propri contenuti. Tuttavia, come è stato sottolineato durante l’evento, l’AI non è in grado di sostituire l’intuizione creativa e la sensibilità umana, elementi ancora fondamentali nella costruzione di una narrazione efficace.

Gli eventi di Cefriel alla Milano Digital Week hanno messo in evidenza sia i punti di forza che i limiti dell’Intelligenza Artificiale, sottolineando come il rapporto tra persona e macchina debba essere visto sempre in modo sinergico. Questa sinergia è anche al cuore dell’approccio di Cefriel all’AI: sia nei progetti di innovazione che nei percorsi formativi sono trasferite alle aziende le competenze e lo spirito critico necessario per trarre il massimo valore da questa tecnologia dirompente.

Recapiti
maria