Domani, 14 novembre, all’Auditorium Due Pini di Roma, (Via Zandonai 2) andrà in scena la prima nazionale de “Il viaggio dell’eroe”, uno spettacolo teatrale che rappresenta la tappa conclusiva del progetto, intitolato “Il viaggio dell’eroe – itinerari indipendenti”, finanziato dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato da tre Centri del terzo settore federati alla Federazione Italiana Comunità Terapeutiche FICT: La Casa sulla Roccia di Avellino, ente capofila, il Centro Reggino di Solidarietà CeReSo, e il Centro Il Faro di Messina.
Attraverso lo spettacolo, che adotta un linguaggio vicino agli adolescenti, il progetto vuole comunicare un messaggio di speranza e rinascita, costruendo relazioni che possano sostenere i ragazzi nel loro cammino.
In un’intervista a Radio InBlu nella trasmissione “Buongiorno InBlu” condotta da Chiara Placenti, Luciano Squillaci, presidente FICT, ha illustrato l’importanza di questo progetto: un’esperienza di crescita che unisce giovani studenti e ragazzi inseriti in percorsi terapeutici per superare le dipendenze da sostanza e comportamentali. L’obiettivo è rappresentare le sfide e le speranze di chi, giorno dopo giorno, sceglie di cambiare la propria vita, affrontando difficoltà che richiedono coraggio e resilienza.
Afferma Squillaci: “Per noi è un messaggio di speranza e per noi è così che si fa prevenzione. La prevenzione non si fa attraverso spot, ma si fa attraverso percorsi. Questi percorsi noi siamo riusciti a farli grazie a questo finanziamento del dipartimento politiche antidroga e speriamo che ci sia sempre la possibilità di attivare più risorse in un investimento che è quello educativo, che, purtroppo, invece, da anni è un pò dimenticato.
Con i ragazzi bisogna stare, “bisogna sostare”, bisogna avere il tempo di accompagnare le relazioni, perché altrimenti qualunque altro tipo di percorso è sostanzialmente inutile. Questo significa fare educazione. E per fare questo bisogna veramente tornare innanzitutto a credere che l’adolescenza non è una malattia, ma è un momento della crescita e puntare davvero sulle relazioni educative. Ecco, questi due aspetti per noi sono fondamentali. Ed il viaggio dell’eroe è una sperimentazione di questo tipo di relazioni.”
Ascolta l’intervista su Buongiorno InBlu2000
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