Una ventina di opere orginali dedicate ai gatti neri: la mostra è curata da un’avvocatessa, responsabile del Centro Cultura, Formazione e Attività Forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova, e offre quadri 30×30 davvero particolari. Perché un’esposizione incentrata proprio su questi felini? Per sfatare le sciocche superstizioni che li riguardano ed esaltarne il fascino e la simpatia. La mostra è aperta dal 17 novembre fino all’11 dicembre. Tutte le opere si possoo acquistare.
Si chiama Gabiella De Filippis, è un’avvocatessa “prestata” con successo all’arte e lei stessa artista, con dieci anni di studi in incisione all’Accademia delle Belle Arti di Genova. Ed è la curatrice della bella mostra intitolata “Io sono un gatto nero”, inaugurata proprio a Genova in occasione della giornata di questi mici che, nella tradizione popolare, hanno la nomea di portasfortuna.
Che sciocchezza! L’intento della mostra è ovviamente quello di celebrare, invece, i gatti dal manto scuro come la notte, così affascinanti e dall’aspetto sofisticato. Di rendere loro omaggio in barba a una superstizione che viene da lontano e che non è nemmeno bene identificata. Pare che risalga al Medioevo, è questo è plausibile, tempo oscuro di caccia alle streghe e ai gatti neri, appunto, ritenuti entrambi simboli del male e pericolosi. Ci si spostava allora su carretti trainati da cavalli e pare che di notte, durante i trasferimenti da un villaggio all’altro, spesso i cavalli si imbizzarrissero – e rovesciassero il loro carico – proprio alla vista dei gatti neri, che sbucavano dal buio con quei “terribili” occhi gialli.
La data del 17 novembre sarebbe invece legata a una leggeda metropolitana di una ventina d’anni fa, quando qualcuno raccontò che proprio in quella notte furono massacrati 6 mila gatti dal manto nero. Insomma, superstizioni e dicerie: fatto sta che ad avere la peggio, nel tempo, sono stati proprio questi felini, che è giusto riabilitare.
Petme ha intervistato l’avvocatessa De Filippis, che non solo li ha messi in mostra, ma ne tiene in casa due.
“Sono due dei miei cinque gatti”, dice De Filippis, “e sono meravigliosi. Questa mostra vuole anche sensibilizzare, chi ancora crede a tali sciocchezze, sul fatto che invece tutti i gatti siano uguali e meritevoli del nostro amore e rispetto. I gatti neri vanno valorizzati proprio perché vittime di superstizioni insensate”.
Avvocatessa, ci risulta che lei sia proprio una gattara appassionata…
“Assolutamente sì. Dicevo che oggi ho cinque gatti, ma ne ho avuti anche quindici contemporaneamente! Vivevano tutti con me, a casa mia, ho la fortuna di avere un giardino dove, quando c’era bel tempo, se ne stavano tranquilli e beati. No, i miei gatti non sono mai scappati, credo perché fossero tutti di razza e i gatti di razza sono dei ‘gnocchi’, cioè dei ‘patatoni’. La tristezza è che vivono solo pochi anni, 4 o 5, perché sono delicati e cagiovevoli di salute”.
Ci racconti cosa possiamo venire a vedere nella mostra che ha curato: cosa è esposto?
“Venti autori hanno realizzato per quest’occasione opere tutte dedicate ai gatti neri. Sono quadretti su tele di 30 per 30 centimetri, dipinti con tecniche varie, dal carboncino agli acquerelli, alla pittura a olio, al collage. Pezzi unici e molto belli, ciascuno ha un’anima speciale. Ogni artista ha interpretato a suo modo un gatto dal mantello nero: romantici, misteriosi, coccoloni, teneri… Tutti loro ne hanno fornito una rappresentazione diversa”.
Lei partecipa alla mostra anche con un’opera sua : di cosa si tratta?
“Ho voluto esporre un Gatto Silvestro realizzato con polistirene. Il mio non è un quadro, ma una figura. I nostri gatti neri sono anche divertenti e simpatici!”.
Accanto alle opere, sono affisse anche interessati schede informative.
“Quando curo una mostra – e ne seguo diverse ogni anno – cerco e coordino gli artsisti, ma mi piace aggiungere anche qualcosa in più. Le mie schede spiegano come il gatto nero è stato visto nel tempo, dall’antico Egitto dove i gatti erano addirittura animali sacri, passando per l’antica Grecia e l’antica Roma, due culture che attribuivano a questi mici scuri una valenza positiva e portafortuna.
“Poi passo nel Medioevo, dove la percezione è stata ribaltata, e arrivo ai Paesi dove ancora oggi i felini scuri non godono di buona fama. L’Italia è nella classifica, con la Spagna e gli Stati Uniti. In Giappone, al contrario, i gatti neri sono simbolo di buona sorte… E ci sono tante altre informazioni curiose, fino ad esempio alla spiegazione scientifica del colore del loro manto, che in realtà non è mai nero come la pece ma a guardare bene ha striature rossastre”.
Nel video che avete realizzato, e che pubblichiamo in questa pagina, si vedono anche opere molto particolari, realizzate dentro libri.
“Sono opere uniche di Alessandro Targani, deliziose e molto particolari. La figura dei gatti è intagliata nelle pagine dei libri: i mici neri spuntano fuori dalla carta, vale la pena vederle”.
Per tutti gli amanti dei gatti, neri ma non solo, l’indirizzo da non perdere fino all’11 dicembre è Centro Cultura, Formazione e Attività Forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova, in via XII ottobre 3. Le opere esposte si possono anche acquistare.
Se volete saperne di più su questa mostra speciale, potete consultare il sito a questo indirizzo web: https://centroculturaformazione.ordineavvocatigenova.it/
In apertura: Opera di Josèe Anna GUTTADORO
Tutte le foto: Centro Cultura, Formazione e Attività Forensi dell’Ordine degli Avvocati di Genova
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