Il 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia, l’occasione di accendere i riflettori sul dramma dei bambini vittime di abbandono, dimenticati da un sistema che li lascia nel limbo, privi di sostegno e speranza
Anche nel 2024, migliaia di bambini in Italia continuano a vivere una condizione di invisibilità e abbandono. Mercoledì 20 novembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Infanzia, l’occasione di accendere i riflettori sul dramma dei bambini vittime di abbandono, dimenticati da un sistema che li lascia nel limbo, privi di sostegno e speranza.
Solo in Italia sono 41.683 i minori fuori dalla loro famiglia, un numero che solo quest’anno ha finalmente trovato una dimensione certa, ma che rappresenta una realtà amara e ancora largamente ignorata.
L’evento “Senza distinzioni. Perché tutti i minorenni abbiano le stesse opportunità”
L’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza ha voluto richiamare l’attenzione sulle disparità che attraversano il nostro Paese con l’evento Senza distinzioni. Perché tutti i minorenni abbiano le stesse opportunità svoltosi a Roma il 19 novembre.
Disparità che negano i diritti
Le parole di Carla Garlatti, Presidente della Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, risuonano con forza: “Non stiamo parlando di numeri, ma della vita di tanti bambini”. Le disuguaglianze che attraversano il nostro Paese sono profondamente radicate, con il Sud e le Isole colpite più duramente. Bambini che devono migrare per ricevere cure mediche, asili nido insufficienti, disparità nell’accesso ai servizi sociali: tutto questo mina i diritti fondamentali dei più piccoli e aggrava un ciclo di povertà e diseguaglianze.
La povertà assoluta, che colpisce il 13,8% dei minorenni italiani – oltre 1,2 milioni di bambini – è un dato drammatico. Tra le famiglie con più figli e quelle composte unicamente da stranieri, questa percentuale raggiunge picchi del 41,4%. Questi numeri raccontano di esistenze spezzate, di opportunità negate, di un futuro incerto per chi dovrebbe invece essere al centro delle politiche pubbliche.
Un appello alle istituzioni: i bambini devono essere una priorità
Il grido di allarme lanciato oggi dall’Autorità Garante e dai partecipanti all’evento “Senza distinzioni” a Roma non può cadere nel vuoto.
Eppure, di fronte alle sfide del bilancio pubblico, i minorenni continuano a non essere una priorità.
Le parole di Garlatti suonano come una condanna: “È necessario che il superiore interesse del minore costituisca il criterio prevalente”. Invece, troppo spesso si assiste a scelte politiche miopi che ignorano il dramma dei bambini dimenticati.
Non solo parole: servono azioni concrete
Sebbene negli ultimi anni siano state introdotte misure come il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e la Garanzia Infanzia, questi sforzi rimangono insufficienti. Come ha sottolineato Garlatti, definire i livelli essenziali di prestazione non basta: servono risorse adeguate e verifiche puntuali sul loro utilizzo.
L’evento odierno ha messo in luce anche proposte concrete: dal potenziamento delle infrastrutture scolastiche, specialmente al Sud, alla necessità di leggi che garantiscano cittadinanza e inclusione per tutti i bambini nati e cresciuti in Italia. Le raccomandazioni dei giovani del Consiglio nazionale delle ragazze e dei ragazzi (Cnrr) evidenziano un’urgenza condivisa: riformare la scuola, rendere gli spazi pubblici accessibili e investire in opportunità di partecipazione attiva per i minorenni.
Un invito alla responsabilità collettiva
Il dramma dei bambini dimenticati non riguarda solo le istituzioni: è una responsabilità collettiva. Come società, dobbiamo chiederci cosa significhi lasciare che decine di migliaia di bambini crescano senza una famiglia, senza un sostegno adeguato, senza diritti.
Questi bambini non hanno tempo di aspettare che la politica trovi soluzioni: ogni giorno trascorso nel limbo è un giorno in cui perdono fiducia, sogni, futuro. La Giornata Mondiale dell’Infanzia non può essere solo un momento di riflessione: deve diventare il punto di partenza per un cambiamento concreto e duraturo.
Perché un Paese che dimentica i suoi bambini ha già dimenticato il suo futuro.
Il progetto “Educare il Domani”
La povertà educativa è una diretta conseguenza della povertà economica che affligge oltre 3,5 milioni di minori in Italia. Questa condizione limita le opportunità future e contribuisce all’abbandono scolastico precoce. Ai.Bi. si impegna a contrastare queste sfide attraverso il progetto Educare il Domani.
L’iniziativa mira a contrastare la povertà educativa, l’esclusione sociale e l’indigenza sostenendo i centri di aiuto alla famiglia “Pan di Zucchero”, ideati da Ai.Bi. oltre 10 anni fa per essere vicina ai bisogni di bambini, ragazzi e famiglie sul territorio.
Per sostenere il progetto Educare il Domani clicca QUI.
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