#Rompiilsilenzio, la campagna di SCAI per riaccendere la voce delle donne - SCAI COMUNICAZIONE

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Non sempre la violenza si manifesta con gesti evidenti. Spesso, si nasconde tra le righe di una conversazione, nel tono di una battuta o nell’insistenza di un’interruzione. Sul lavoro, le microaggressioni possono erodere lentamente la sicurezza e il valore di chi le subisce, soprattutto delle donne.

Quando una voce viene interrotta o ignorata, non è solo il discorso a essere spezzato. È lo spazio che quella voce occupa, la fiducia che trasmette, il contributo che potrebbe offrire.

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, SCAI Comunicazione lancia la campagna #Rompiilsilenzio per incoraggiare le donne a reagire, perché ogni gesto che accende consapevolezza è un passo verso il cambiamento.

Microaggressioni sessiste sul lavoro: riconoscerle e rompere il silenzio

Piccoli gesti e parole all’apparenza innocue che, nel tempo, minano la fiducia e soffocano le voci di chi ne è bersaglio. Sono le microaggressioni sessiste, quei commenti o atteggiamenti che, pur sembrando innocui, rafforzano invece gli stereotipi di genere alimentando le discriminazioni. Riconoscerle e affrontarle è fondamentale per promuovere un ambiente di lavoro rispettoso e inclusivo.

Cosa sono le microaggressioni sessiste?

Le microaggressioni sessiste sono espressioni verbali, atteggiamenti o azioni che comunicano messaggi denigratori o offensivi basati sul genere. Spesso sono sottili e non intenzionali, ma il loro impatto cumulativo può essere significativo. Secondo figure esperte, queste dinamiche contribuiscono a una “ferita invisibile” che mina la fiducia in se stess* e il senso di appartenenza.

Ad esempio, commenti come:

  • “Sei troppo emotiva per questo incarico”
  • “Non pensavo che una donna potesse gestire un progetto così complesso”

Svalutano implicitamente le competenze professionali delle donne, perpetuando stereotipi di genere.

Esempi comuni di microaggressioni sessiste sul lavoro

  • Svalutazione delle competenze: commenti come “Non pensavo che una donna potesse gestire un progetto così complesso” implicano sorpresa nel vedere una donna in un ruolo di responsabilità, sminuendo le sue capacità.
  • Commenti sul ruolo di genere: frasi come “Sei troppo emotiva per questo incarico” suggeriscono che le emozioni femminili siano un ostacolo alla professionalità.
  • Battute inappropriate: espressioni come “Torna in cucina” riducono la donna a stereotipi domestici, ignorando le sue capacità professionali.
  • Mansplaining: quando un uomo spiega con condiscendenza qualcosa a una donna, presumendo la sua ignoranza sull’argomento, anche se lei ha competenze equivalenti o superiori.
  • Mantinterrupting: interrompere sistematicamente una collega donna durante le riunioni, impedendole di esprimere le proprie idee.

Questi esempi evidenziano come le microaggressioni possano manifestarsi in modi diversi, ma con un comune denominatore: la svalutazione basata sul genere.

L’impatto delle microaggressioni sul benessere lavorativo

Ignorare le microaggressioni può portare a un ambiente di lavoro tossico, influenzando negativamente la motivazione, la soddisfazione lavorativa e la salute mentale di chi lavora in azienda. Secondo un’indagine condotta da WeWorld, il 71% delle persone intervistate ha assistito o subito almeno una microaggressione sul posto di lavoro, e il 58% ha dichiarato di esserne stata vittima diretta.

Inoltre, chi subisce microaggressioni può sperimentare:

  • riduzione della motivazione e della produttività
  • isolamento e stress psicologico
  • perdita di fiducia e senso di inadeguatezza

Affrontare e contrastare queste dinamiche è fondamentale per costruire ambienti professionali equi e rispettosi.

Strategie per affrontare le microaggressioni

Affrontare una microaggressione richiede consapevolezza e assertività. Ecco alcune strategie efficaci:

  • Riconoscere il comportamento: notare l’evento senza normalizzarlo.
  • Rispondere con calma e fermezza: utilizzare frasi che esprimano il proprio disagio senza accusare direttamente, ad esempio: “Quando dici ‘Sei troppo emotiva per questo incarico’, mi sento sminuita nelle mie capacità professionali.”
  • Educare: spiegare perché il commento o il comportamento è inappropriato può aiutare a stimolare consapevolezza e a prevenire future microaggressioni.
  • Chiedere supporto: coinvolgere colleghi, colleghe o HR Manger, sottolineando la necessità di un intervento.

È fondamentale che le aziende promuovano una cultura di sensibilizzazione e formazione continua su questi temi, per prevenire comportamenti inappropriati e sostenere le vittime.

#Rompiilsilenzio: un invito all’azione per dare voce alle donne

Le microaggressioni sessiste, se non affrontate, possono perpetuare un ciclo di discriminazione e disuguaglianza. È essenziale riconoscerle e affrontarle, per costruire insieme un ambiente di lavoro basato sul rispetto e sull’inclusione. Non sempre la violenza si vede. Spesso, si sente. Ogni svalutazione spegne una voce. #Rompiilsilenzio.

L’impegno di SCAI Comunicazione

SCAI Comunicazione si impegna attivamente nella creazione di una narrazione che promuova il rispetto, l’inclusione e la valorizzazione di ogni voce. Questo impegno è stato riconosciuto con l’ottenimento della certificazione per la parità di genere, a testimonianza di un’attenzione concreta verso queste tematiche.

Tra i progetti realizzati, la Campagna #Zherogap, sviluppata con Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, ha affrontato il tema delle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, evidenziando l’importanza di strumenti come la certificazione per promuovere un cambiamento culturale. Attraverso la comunicazione, SCAI continua a costruire consapevolezza, dimostrando che l’inclusione non è solo un valore, ma una pratica quotidiana.

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