Sperimentare orizzonti narrativi sul tema della migrazione: apprendimenti dal progetto Opportunities in Italia - CNCA

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Sono stati 4 anni intesi di lavoro e apprendimento quelli del progetto Opportunities che ha permesso al CNCA di contribuire ad una rete europea di accademici e società civile, impegnata in una riflessione sulle narrazioni delle migrazioni.

Il progetto partiva dalla constatazione che l’assimilazione dei fenomeni migratori ai concetti di emergenza e crisi da parte della stampa, ma anche di parte della politica e delle Agenzie Pubbliche anche Europee, ha avuto e ha un impatto non solo sulle politiche e la percezione delle migrazioni a livello locale, nazionale, europeo, ma anche sui concetti chiave per il futuro dell’Europa quali la cittadinanza europea e l’unità dell’Europa.

Nel policy brief finale di progetto abbiamo riassunto i fili conduttori che hanno guidato il CNCA in questo progetto, navigando tra il livello locale di ricerca-azione con persone con esperienza di migrazione, attraverso il lavoro con le cooperative Polo9 e Lotta contro l’Emarginazione, rispettivamente ad Ancona e Milano, il lavoro di restituzione culturale delle narrazioni, messo in campo con gli strumenti del teatro, del film, delle librerie umane. In questo policy brief abbiamo voluto ricontestualizzare queste azioni all’interno del lavoro culturale e di advocacy che CNCA porta avanti sulle politiche migratorie e sui contesti normativi che disciplinano migrazione, asilo ed accoglienza.

Proprio dall’assemblea del CNCA di dicembre 2024, coincidente con la pubblicazione di questo policy brief, e dai confronti con i vari attori associativi, della società civile, del giornalismo, che a Bari il 5 e 6 dicembre 2024, ci hanno portato le loro prospettive sulla migrazione, il CNCA ha messo al centro il tema delle migrazioni e del Mediterraneo, per l’Italia mare di vita, ma oggi anche profondamente mare simbolo di morte. Ne emerge un consolidato desiderio di accogliere, nella disponibilità rinnovata di aprirsi alle contraddizioni senza giudicare e di vivere la precarietà e l’incertezza come opportunità, distanziandosi da chi, oggi è portatore solo di certezze dogmatiche.

Scarica il documento “Policy brief finale”

Una certa libertà”, il film prodotto per il CNCA da Zalab, resta, in chiusura del progetto Opportunities, come strumento di narrazione e stimolo all’apertura verso punti di vista diversi e alle riflessioni in proposito.

Il film è stato girato a Ancona assieme a Polo9. Ritrae sette persone con un background migratorio, che raccontano del viaggio ma anche, e soprattutto, del presente e del futuro in Italia, oltre che delle leggi che regolano le migrazioni e delle loro conseguenze sulla vita quotidiana. Prendono parola non solo in quanto vittime di una negazione di diritti, ma come liberi portatori di desideri, pensieri, aspirazioni della pienezza della loro persona. Un punto di vista legittimo e prezioso, che è importante ascoltare di per sé.Il film sarà disponibile gratuitamente sulla piattaforma di cinema documentario di zalab, zalabview.

Può essere visto, commentato e condiviso cliccando qui 

ZaLab View è la piattaforma streaming dedicata al cinema del reale, con un catalogo che raccoglie titoli firmati da autori emergenti e affermati a livello nazionale e internazionale.
La piattaforma è curata da ZaLab, che da oltre dieci anni produce e distribuisce cinema libero, indipendente e sociale, raggiungendo migliaia di spettatori. La sezione in cui è inserito “Una certa libertà”, FormAzione, raccoglie altri titoli di cinema libero e partecipativo, tutti a visione gratuita. Il film è disponibile per proiezioni dal vivo a tutti gli appartenenti alla rete. Per il suo taglio, crediamo molto che possa essere un’occasione di incontro con testimoni in carne ed ossa, scelti fra i protagonisti del film oppure tra persone che vivono nel territorio di proiezione. La discussione prima e dopo il film, centrata sul presente ed il futuro e non sul passato, e sul progetto di vita e non sul trauma, può introdurre nuovi paradigmi narrativi sulla migrazione, ed aprire spazi di scoperta e conoscenza per la comunità locale.

Stefano Trovato – vicepresidente e referente nazionale per Area Migrazioni e cittadinanza del CNCA

Opportunities è stato per il CNCA un progetto importante che ha consentito di misurarci con delle modalità di comunicazione nuove, sia in riferimento alle istituzioni, che soprattutto con le persone. Opportunities ha esplorato la possibilità di cambiare la narrazione sul tema delle migrazioni, un cambiamento che è una necessità oggi in Italia, ed anche nei paesi europei; la narrazione su questo tema è oggi dominata infatti da una visione negativa. Lo sviluppo del progetto ha fornito in questo senso dei possibili strumenti e delle tracce di lavoro per un cambiamento.

Sia la tecnica dei Cross talk, che gli altri strumenti, come ad esempio il film “Una certa libertà”, e le altre attività fatte a Milano ed Ancona, di tipo teatrale o come le librerie viventi, hanno proposto una metodologia innovativa, che va messa a sistema. E questo spetta a noi, come CNCA, sia dentro la nostra rete che soprattutto nella comunicazione verso le istituzioni, e la promozione di questa esperienza verso le altre realtà che operano nel campo delle migrazioni, della comunicazione e della promozione di politiche nuove sul campo. Dovremo quindi impegnarci per capire come promuovere ancora di più i risultati di progetto, diffonderli proprio per la costruzione di una narrazione diversa sul tema delle migrazioni.

Restituire umanità alle storie delle persone. Il progetto Opportunities

Elisa Cionchetti – Polo9

Polo 9 ha partecipato con entusiasmo al progetto Opportunities. Per la realizzazione dei Cross talks, abbiamo, in prima battuta, coinvolto persone con esperienza migratoria che usufruivano o partecipavano ai servizi erogati da Polo 9 dedicati alle persone immigrate, ma poi abbiamo allargato anche ad altre realtà del territorio partecipate da persone con background migratorio. Fra queste una realtà culturale che si occupa principalmente di teatro che ha una lunga esperienza di lavoro con persone migranti ed immigrate. Nell’esperienza dei Cross talk questa caratteristica si è sentita molto, abbiamo dato un’impronta teatrale ai Cross talk ed ai momenti di racconto, anche attraverso esercizi corporei per cercare di creare un clima che fosse quanto più possibile disteso e sicuro per chi ha partecipato.

Il percorso è durato alcuni mesi e vi hanno partecipato una decina di persone, soprattutto uomini, ragazzi giovani e tre o quattro donne che venivano da un contesto di migrazione, una donna dell’Iraq e delle ragazze afghane che sono venute ad Ancona tramite un ponte aereo che ha fatto un’associazione locale, l’associazione Hamad. Abbiamo chiesto di condividere ognuno la propria storia, anche alle persone di Polo 9 che hanno collaborato alla costruzione dei Cross talk, in questo modo ci siamo messe in gioco tutte e tutti, raccontandoci. Nella fase successiva abbiamo intervistato coloro che erano disponibili a continuare il percorso, e successivamente da questi racconti, e da queste interviste abbiamo ricavato delle storie. Abbiamo poi dato vita ai Cross talk coinvolgendo alcune persone portatrici d’interesse, come un avvocato di strada, un insegnante di una scuola di italiano per stranieri, l’insegnante di una scuola serale. Fra questi anche il presidente del Museo Mero, una persona ipovedente, che ha letto una storia tradotta in caratteri braille. La fase di lettura è stata molto sentita ed emozionante. Il Presidente del museo ha letto una storia molto commovente, letta con le mani, questo ha rinforzato molto il senso di empatia con i partecipanti.

I due Cross talk si sono svolti nei mesi di giugno e luglio 2023; il primo Cross talk è stato fatto all’interno di uno spazio culturale pubblico, il museo Mero ad Ancona, in occasione della giornata internazionale del rifugiato, ed è stato incluso nella programmazione delle iniziative pubbliche per quell’occasione, Il secondo appuntamento si è svolto nella nostra sede di Polo 9 a luglio, in un contesto un po’ più intimo, ristretto, protetto.

Dai contenuti emersi da questi racconti abbiamo messo in scena una performance teatrale, che è stata presentata a dicembre 2013, riprendendo appunto le storie delle persone lette nella loro lingua originale e trasmesse in filo diffusione, in uno spazio allestito anche con pannelli che riportavano le storie tradotte in italiano, in modo che le persone potessero leggere intanto che sentivano le voci; nello spazio era attivo anche una performance di instant painting, un pittore che riproduceva le storie a livello visuale in diretta (Link video: Le carte della memoria)

La performance teatrale si è conclusa con una cena virtuale, durante la quale ci siamo seduti a tutti attorno a un tavolo e le persone hanno condiviso con gli altri il racconto di una festa tradizionale, in cui si condivide il cibo, aggiungendo anche la descrizione dei piatti tradizionali.  È stato un momento molto partecipato ed interessante.

Parallelamente abbiamo collaborato per la realizzazione del film Una certa libertà prodotto da CNCA con Zalab, con le  immagini di Matteo Calore, suono Alberto Cagol, e montaggio Stefano Collizzolli.

È stato un percorso molto significativo sia per noi che l’abbiamo portato avanti, che per le persone immigrate che sono state coinvolte, perché hanno potuto in qualche modo dare voce alla fatica del proprio percorso migratorio. Sono quasi tutte persone trasferite da poco in Italia, sono quasi tutte inserite in progetti di accoglienza, spesso il loro pensiero quotidiano è rivolto al poter avere la il permesso di soggiorno, il riconoscimento dell’asilo, invece questa è stata un’occasione per riscoprire il lato più umano e anche giocoso dell’esistenza, portando i proprio punto di vista, sia rispetto al percorso migratorio, che quello sulla propria vita di tutti i giorni.

Credo che progetti come questo siano molto importanti, perché viviamo in un periodo veramente difficile dove le persone vengono raccontate, e non si dà voce ai protagonisti con le proprie storie. Il racconto su di loro è sempre più disumanizzante, le persone sono trattate come pedine che si spostano nello scacchiere internazionale, ma che sembrano non avere una propria identità, vengono descritte come parte di un fenomeno negativo, strumentalizzato dalla parte politica e dell’informazione, così si nega la possibilità di dare voce alle persone. Questo progetto ha valorizzato la dimensione dell’essere umano, favorendo la possibilità che le persone possano esprimersi liberamente, con un racconto che va oltre  il fatto che spesso scappano dalle guerre, ma riporta anche i desideri, il desiderio di migliorare la propria condizione di vita, che è una aspirazione legittima per tutti. Ha riportato al centro quello che è l’essere umano nella sua totalità, è molto importante proprio in un momento in cui invece tutto va in un’altra direzione, va nella direzione del tirare su muri, nella direzione della guerra, nella direzione di non trovare spazi di ascolto fra la gente.

Narrare percorsi di inclusione: l’esperienza di Opportunities

Tiziana Bianchini – Cooperativa Lotta contro l’emarginazione

Nel progetto Opportunities, abbiamo esplorato nuove modalità per raccogliere testimonianze e biografie di persone con background migratorio, concentrandoci su come hanno vissuto il loro percorso di inclusione in Italia. Il nostro obiettivo era capire quali fossero i punti di forza e le criticità incontrate, dando voce alle loro esperienze in modo autentico.

Inizialmente, ci siamo rivolti a persone richiedenti o titolari di protezione internazionale, spesso in carico ai servizi dedicati. Tuttavia, abbiamo incontrato una difficoltà inattesa: molti hanno espresso resistenza a raccontare ancora una volta le proprie storie, spesso già condivise con le commissioni o altri interlocutori istituzionali. Questo ha reso complicata la raccolta di nuove narrazioni, spingendoci a rivedere l’approccio.

In accordo con il coordinamento del progetto, abbiamo deciso di cambiare il taglio delle interviste e di rivolgerci a persone che avevano già completato percorsi di inclusione diversi, caratterizzati da una maggiore autonomia. Questa scelta ha permesso di raccogliere riflessioni più profonde e dettagliate, utili per comprendere meglio le aspettative, i punti di forza e le difficoltà incontrate durante il loro cammino di integrazione nella società italiana.

Questa esperienza ha offerto anche un’opportunità per riflettere su come migliorare i percorsi di inclusione, sperimentando modalità di accompagnamento più strutturate. Abbiamo avviato iniziative che permettono alle persone di intrecciare legami autonomi e duraturi con la comunità, promuovendo momenti di socializzazione e confronto.

Tra le iniziative più significative c’è stata la creazione degli spazi di dialogo chiamati Cross talk, incontri facilitati che coinvolgono persone con esperienze migratorie, cittadini italiani e decisori politici. Questi spazi, pensati e preparati con cura, hanno lo scopo di mettere a confronto mondi diversi attraverso la narrazione di storie reali. Partendo dal racconto delle esperienze, il Cross talk offre una risposta concreta alla narrazione tossica che spesso domina il discorso sulla migrazione, creando invece connessioni autentiche e costruttive.

Un momento particolarmente potente è stato rappresentato dalla Human Library, organizzata con il supporto della Fondazione Empatia e ospitata al MUDEC di Milano. In questa occasione, persone con background migratorio si sono messe in gioco come “libri umani”, condividendo la propria storia in modo diretto e partecipativo con i visitatori del museo. L’esperienza è stata trasformativa sia per il pubblico che per i narratori: raccontare in un contesto interattivo ha permesso di instaurare un dialogo profondo, stimolando empatia e comprensione reciproca.

L’evento si è svolto nell’Arena del MUDEC, impreziosito da un’installazione dell’artista albanese Adrian Paci: una gigantesca parete a onde composta da immagini di mare tratte da articoli sui naufragi. Questo allestimento ha amplificato l’impatto emotivo delle storie narrate, rendendo l’esperienza ancora più intensa e memorabile.

Grazie a queste iniziative, il progetto Opportunities ha dimostrato che il racconto di storie personali può diventare un potente strumento di sensibilizzazione, avvicinando realtà diverse e favorendo una cultura dell’inclusione sociale basata sul dialogo e sull’empatia.

OPPORTUNIES  |  info@opportunitiesproject.eu  |  www.opportunitiesproject.eu

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Mariano