La Nuova Ecologia di gennaio 2025 apre sui ghiacciai • Legambiente

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Sono Giganti da curare i 200 mila ghiacciai presenti nel mondo a cui Nuova Ecologia dedica la prima copertina del 2025. 

I vantaggi del nucleare sono reali? E quali sono i costi? Il mensile smentisce in Unfakenews alcune delle false credenze e opinioni sulla fonte energetica. 

I cervidi sono tra le vittime del climate change i mutamenti del clima si ripercuotono sulle loro abitudini e comportamenti. 

Il reportage del mese proietta il lettore nel New England, in un viaggio tra scienza e poesia  sulle tracce dell’autrice di Primavera silenziosa Rachel Carson. 

Il 2025 è l’anno dedicato alla conservazione dei ghiacciai. Ad averlo stabilito è l’Onu che sui giganti bianchi – circa 200 mila in tutto il mondo – accende i riflettori, perché il rischio di perderli è sempre più alto senza una drastica riduzione delle emissioni climalteranti. Intorno a questo tema la Nuova Ecologia di gennaio costruisce il suo servizio di copertina Giganti da curare, scandagliando le cause, gli effetti e le possibili soluzioni da mettere in atto per evitare il loro declino.  

Dal Pakistan alla Groenlandia, dall’Oceano Artico alle Alpi italiane, il futuro dei ghiacciai è in pericolo con gravi conseguenze socioeconomiche e ambientali. Per questo il progetto Waterwise – co-finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Interreg – Alpine Space e descritto nell’articolo L’acqua delle Alpi racconta storie – prende avvio dal problema della scarsità d’acqua nello spazio alpino per capire insieme alle comunità locali come rendere le risorse idriche montane più resilienti. Una capacità di resistere e adattarsi al cambiamento che da sempre contraddistingue la natura, come spiega il pezzo Estinzione silenziosa sul rigenerarsi degli spazi sterili di rocce e sedimenti che si creano con il ritiro dei ghiacciai e sulla scomparsa della biodiversità. È il caso, ad esempio, della specie animale Desoria calderonis, un insetto che abita il Ghiacciaio appenninico del Calderone e che è destinato a scomparire entro pochi decenni a causa dell’assenza di ghiaccio perenne.  

Dagli effetti del cambiamento climatico alle cause che lo generano, la Nuova Ecologia smentisce in Unfakenews – la campagna promossa insieme a Legambiente sulle bufale ambientali – alcune delle false credenze e opinioni sull’energia nucleare. Un passato da dimenticare ritornato alla ribalta con il nuovo PNIEC del Governo italiano, e su cui la coalizione 100% Rinnovabili Network ha costruito il report I costi del nucleare, che mette in fila i numeri e i dati sulle spese che il ritorno al nucleare comporterebbe per l’Italia. Un paese dove l’81% dei cittadini si dichiara contrario all’atomo, così come rilevato dall’indagine Ipsos “Gli italiani e l’energia” 

La sezione Gaia della rivista è dedicata ai cervidi, protagonisti di uno studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology, che spiega facendo sintesi di 20 anni di studi sulle popolazioni di Asia, Europa e Nord America, come i cambiamenti climatici possano avere ripercussioni sulla riproduzione di alcune specie e sulle loro abitudini, a partire da quelle alimentari e di comportamento. Senza sottovalutare che sul futuro della specie grava anche il peso degli intenti predatori, come ad esempio viene riportato in No alla caccia, salvi i cervi d’Abruzzo. Nell’articolo si ripercorre ciò che sta succedendo nella regione italiana, dove una sentenza del Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste contro una delibera regionale, ha temporaneamente scongiurato la possibilità che ben 469 cervi possano essere cacciati per contenere i danni all’agricoltura.  

La panoramica dei contenuti che presentano il primo numero 2025 della Nuova Ecologia si chiude con il reportage Tra scienza e poesia sulle tracce di Rachel Carson, dedicato ai luoghi descritti nei libri della biologa marina, già punto di riferimento del movimento ambientalista internazionale per il suo Primavera silenziosa con il quale nel 1962 denunciò gli effetti dell’uso massiccio del Ddt. Il racconto del viaggio tra baie, zone umide e isole del New England, nella costa orientale degli Stati Uniti, arricchisce di ulteriore significato ciò che Carson scrive ne Il mare intorno a noi, un saggio del 1951 che affronta le interazioni invisibili tra l’essere umano e il mondo marino. 

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