L’Architetto Anna Carulli è una figura di spicco nel panorama italiano della bioarchitettura e della sostenibilità. Laureata in Architettura presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, ha ottenuto l’abilitazione professionale nel 1997. Da allora, ha dedicato la sua carriera alla promozione di un’architettura sostenibile che coniughi benessere umano, rispetto per l’ambiente e innovazione tecnologica.
Anna Carulli è attualmente Presidente dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR), incarico che ricopre dal 2016. In questa veste, ha guidato numerose iniziative volte a diffondere la cultura della bioarchitettura attraverso corsi di formazione, convegni e attività di certificazione ambientale. Ha contribuito attivamente alla creazione di standard di sostenibilità, come il Marchio Energetico Ambientale INBAR, e ha lavorato alla promozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), fondamentali per gli appalti pubblici sostenibili.
Con una lunga esperienza nel campo della geobiologia, della certificazione energetica e della gestione dell’inquinamento indoor e outdoor, l’architetto Carulli ha rivestito ruoli di consulenza per enti pubblici e privati. Ha coordinato progetti complessi di restauro architettonico e recupero ambientale, promuovendo soluzioni progettuali che integrano efficienza energetica e rispetto per il contesto storico e paesaggistico.
Grazie alla sua visione e alla sua leadership, l’INBAR è diventato un punto di riferimento per i professionisti dell’edilizia sostenibile, offrendo percorsi di formazione e certificazioni che mirano a elevare gli standard del settore edilizio italiano.
L’Associazione Nazionale Le Donne del Marmo conferisce il premio Donna del marmo ad Anna Carulli, presidente nazionale Inbar – Istituto Nazionale di Bioarchitettura.
A trent’anni dalla prima definizione di sviluppo sostenibile – contenuta nel Brundtland Report della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo – dal titolo i I il premio Donna del marmo 2017 focalizza l’attenzione nella relazione: individuo, ambiente, collettività – tre soggetti in costante relazione reciproca – che interagiscono nella quotidianità in forma interindipendente.
La cerimonia di premiazione si è svolta nell’ambito della fiera di Verona a Marmomacc, proprio in occasione della giornata inaugurale, che affronterà una serie di riflessioni con focus: “L’utilizzo della pietra in Bioarchitettura. Una visione olistica”.
Buongiorno, Architetto Carulli. È un piacere averla con noi oggi.
Buongiorno, grazie per l’invito. Sto bene e sono lieta di essere qui per discutere di bioarchitettura e sostenibilità.
Prima di entrare nel vivo dell’intervista potrebbe illustrarci la missione e gli obiettivi principali dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura?
L’INBAR si dedica alla promozione di un’architettura sostenibile e biocompatibile, ponendo al centro il benessere dell’uomo e dell’ambiente. Il nostro obiettivo è sensibilizzare la società e formare i professionisti sui temi dell’abitare sano, della riqualificazione del territorio e della riconversione ecologica nel settore delle costruzioni. Attraverso attività di informazione, formazione e certificazione, miriamo a diffondere una cultura progettuale attenta alla sostenibilità e alla qualità della vita.
Quali sono le principali attività e iniziative che l’Istituto promuove per raggiungere questi obiettivi?
Organizziamo convegni, seminari, tavole rotonde e viaggi studio per informare e sensibilizzare la società sull’importanza di interventi ecologicamente sostenibili. Offriamo corsi di perfezionamento e laboratori progettuali rivolti a professionisti, studenti e funzionari pubblici, con l’obiettivo di fornire competenze specifiche in bioarchitettura. Inoltre, ci occupiamo di certificare interventi edilizi e competenze professionali attraverso l’Elenco Nazionale Esperti in Bioarchitettura.
Recentemente, l’INBAR ha organizzato corsi di formazione sugli Esperti in Criteri Ambientali Minimi (CAM). Può parlarci dell’importanza di questi corsi e dei risultati ottenuti?
I Criteri Ambientali Minimi rappresentano un elemento fondamentale per la sostenibilità negli appalti pubblici. Attraverso i nostri corsi, forniamo ai professionisti le competenze necessarie per applicare correttamente questi criteri, promuovendo una progettazione e una costruzione più sostenibili. Abbiamo formato numerosi esperti in CAM, contribuendo a diffondere una cultura della sostenibilità nel settore edilizio.
L’INBAR è stato coinvolto in eventi come la Biennale dello Stretto e il Salone del Restauro di Firenze. Qual è il ruolo dell’Istituto in queste manifestazioni e quali sono gli obiettivi perseguiti?
R: Partecipiamo attivamente a eventi nazionali e internazionali per promuovere i principi della bioarchitettura e confrontarci con altre realtà del settore. Alla Biennale dello Stretto, ad esempio, abbiamo presentato progetti e iniziative che valorizzano il recupero e la sostenibilità nel contesto mediterraneo. Al Salone del Restauro di Firenze, abbiamo organizzato conferenze sui temi del recupero e del restauro architettonico in chiave sostenibile, condividendo le nostre esperienze e best practices e dei casi sul protocollo certificazione energetica ambientale dell’Istituto con i suoi Esperti.
Quali sono le sfide future che l’Istituto intende affrontare per promuovere una maggiore diffusione della bioarchitettura in Italia?
R: Le sfide sono molteplici. Innanzitutto, è fondamentale continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni divulgando sull’importanza di un approccio sostenibile nell’architettura e nell’urbanistica. Inoltre, intendiamo ampliare la nostra offerta formativa introducendo nuovi corsi e certificazioni che rispondano alle esigenze emergenti del settore dal D.M. CAM 256/2022 rispetto al decreto in vigore, si segnala, inoltre, l’introduzione dell’obbligatorietà progressiva e differenziata dei CAM in base alla dimensione dell’intervento odella progettazione(interi edifici, porzioni di edifici o servizi di manutenzione). Il principio DNSH (Do No Significant Harm), pilastro centrale di Next Generation EU è il dispositivo RRF che, tra i vari obiettivi, si propone di sostenere interventi che contribuiscano ad attuare l’Accordo di Parigi e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in coerenza con il Green Deal europeo. Infine, puntiamo a rafforzare le collaborazioni con enti pubblici e privati per promuovere progetti innovativi e sostenibili su tutto il territorio nazionale.
Come vede il futuro della bioarchitettura in Italia e quale ruolo può giocare l’INBAR in questo contesto?
R: Sono ottimista riguardo al futuro della bioarchitettura in Italia. C’è una crescente consapevolezza sull’importanza della sostenibilità e del benessere abitativo. L’INBAR continuerà a essere un punto di riferimento, offrendo formazione, consulenza e certificazione, e promuovendo una cultura progettuale che metta al centro l’uomo e l’ambiente. Il nostro impegno è contribuire a costruire un futuro più sostenibile e armonioso per le generazioni presenti e future.
Quali consigli darebbe ai giovani architetti e professionisti che desiderano specializzarsi in bioarchitettura?
Consiglio di investire nella formazione continua, partecipando a corsi e seminari specifici sulla bioarchitettura. È importante sviluppare una visione olistica del progetto, considerando non solo gli aspetti estetici e funzionali, ma anche quelli ambientali e sociali. Inoltre, suggerisco di collaborare con altri professionisti e di partecipare attivamente a reti e associazioni del settore, come l’INBAR, per condividere esperienze e crescere professionalmente.
In che modo l’INBAR collabora con le istituzioni pubbliche e private per promuovere progetti di bioarchitettura?
Collaboriamo attivamente con enti pubblici e privati attraverso diverse iniziative. Offriamo consulenze specialistiche per integrare i principi della bioarchitettura nei progetti edilizi, partecipiamo a tavoli tecnici e gruppi di lavoro per sviluppare linee guida e normative che promuovano la sostenibilità nel settore delle costruzioni. Inoltre, promuoviamo progetti pilota che dimostrano l’efficacia e i benefici della bioarchitettura, fungendo da modelli replicabili su scala nazionale. Queste collaborazioni ci permettono di diffondere una cultura progettuale attenta all’ambiente e al benessere delle persone, contribuendo a trasformare il panorama edilizio italiano in chiave sostenibile.
La ringraziamo per il tempo dedicatoci e per aver condiviso la sua esperienza e visione sulla bioarchitettura. Auguriamo all’INBAR e a lei personalmente un futuro ricco di successi.
Grazie a voi per l’opportunità di discutere temi a me cari. È stato un piacere condividere le nostre iniziative e prospettive. Rimango a disposizione per future collaborazioni e approfondimenti.
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