Nero finale è il terzo capitolo della saga criminale dei cugini Sarmenta, due tipetti niente male e poco poco vendicativi, usciti dalla penna di Giuse Alemanno e che i nostri lettori hanno imparato a conoscere attraverso i due romanzi precedenti: Come belve feroci e Mattanza. Vi invito a leggere anche i post dedicati a questi due primi libri (qui c’è quello di Come belve feroci e qui quello di Mattanza) che in verità ci erano stati proposti come un unico, lunghissimo testo e su cui, fin da subito non abbiamo esitato a scommettere.
Era ed è la prima volta che abbiamo scelto di pubblicare una storia seriale
Ma perché abbiamo deciso di pubblicare “Nero finale”?
Nero finale è stato un romanzo “a richiesta”. Richiesta nostra e dei lettori che si erano affezionati ai personaggi e alle loro vicende narrate nei due capitoli precedenti. Mancava però un finale che chiudesse il cerchio. E così Alemanno ha ripreso in mano i suoi personaggi, ha tessuto un’altra trama fittissima e ha creato Nero finale, che già dal titolo ci fa capire che questa volta il finale è chiuso ma che tutta la storia come al solito non sarà indolore. L’autore ha spedito i Sarmenta in Calabria, per concludere la storia e raccontarci se i due cugini riusciranno a placare la loro sete di vendetta. Santo, il dottore; Massimo detto Mattanza, il braccio armato che avevamo lasciato in macchina mentre veniva invaso da un terribile dubbio e faceva inversione di marcia. Due cugini così diversi, così uguali e alla fine così inscindibili. In mezzo a loro, la figura ambigua di Ciro Barrese, che esercita il suo potere tra la ’ndrangheta e la sanita privata.
E poi, sottotraccia, c’è la storia italiana. La ’ndrangheta e le sue lunghissime mani, certo, ma anche personaggi molto in vista che sarà sorprendente ritrovare in queste pagine.
Nero finale si può leggere anche indipendentemente dagli altri due romanzi (sono tutti e tre per così dire autoconclusivi) ma siamo sicuri che non appena vi approccerete a uno qualsiasi della trilogia dei Sarmenta vi sarà impossibile non voler proseguire la lettura.
Il talento narrativo di Alemanno è tale che rimarrete inchiodati alla pagina esattamente come Massimo inchiodava le galline sugli alberi di eucalipto, nell’incipit da cui tutto è partito.