Rewind ELISA BUONOMO - PHOTO PROJECT PRO

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Sono andata via da Firenze quattro anni fa, entusiasta di quella scelta per la mia vita e per il mio futuro: alla scoperta di un'altra città, un altro luogo. La scoperta del nuovo credo che implichi sempre un ritrovamento del vecchio. Ritrovamento come un avere occhi nuovi e diversi con i quali rivalutare il passato.

Adesso che non convivo più con la realtà spaziale della mia città natale provo emozioni contrastanti quando ripercorro i luoghi che hanno caratterizzato parte della mia vita: cammino su strade, guardo paesaggi, entro in qualche negozio... tutti contengono piccolissimi momenti di vita quotidiana, frazioni della mia identità. Ed è esattamente con quei momenti che il ricordo di un particolare luogo si auto-alimenta. Certamente un luogo è esposto al mutamento: morfologico, strutturale ma nel migliore dei casi questo avviene in un arco temporale piuttosto lungo per poterne cogliere le grandi differenze rispetto a come era prima del cambiamento. Siamo noi e la nostra percezione a cambiare, da come e quanto ci hanno influenzato e col distacco che abbiamo avuto da essi, per scelta o necessità. Quando si torna, la sensibilità è cambiata. In quei luoghi abbiamo circoscritto delle isole, solo nostre, e ci siamo ingannati con consapevolezza che non sarebbero mai cambiate. Come un'isola, solitaria rispetto al continente e protetta dal mare che la circonda, ho ripercorso a ritroso luoghi fondamentali per la formazione della mia identità, cercando di ricostruire i miei territori costituiti da fantasmi, tradizioni, memorie e relazioni. Attraverso il ritorno scopro qualcosa di diverso, di nuovo, che è sempre stato lì ma da cui mi sono dovuta allontanare per notarlo ancora: vedo nuovi dettagli, percepisco rumori caratteristici, sento odori inconfondibili che probabilmente sono soltanto il riflesso del legame profondo che ho rispetto a quel luogo. Ognuno ha svelato sempre piccoli pezzi di un puzzle che, appartenendo solo a me, definiscono chi sono stata e chi sono oggi. E' il lascito del passato che non ci abbandona mai, ed è da questa eredità che “Indietro, ritorna” si sviluppa. Le rappresentazioni del passato si mescolano con le immagini del presente creando alterazioni percettive in cui, sempre e comunque, resta vivido il ricordo e la memoria delle persone significative che hanno abitato quello spazio rendendolo luogo. Lo spostamento fisico non implica inevitabilmente anche quello mentale fino a quando i ricordi sono vividi se a quelle isole siamo appartenuti. La mia isola sono tante isole. Il mio corpo è un'isola e come tale è circoscritto nella porzione temporanea di spazio che abito. E' un meccanismo di difesa pronto ad accogliere le maree. Approdo da un territorio all'altro, radicalmente nomade senza sentire l'appartenenza a nessuno. Perché se le isole restano le stesse, sono io naufrago a cambiare senza dimenticare.

Elisa Buonomo

Via Giove il cemento nel paese dei balocchi, 2021 © Elisa Buonomo

L'altra parte di me, 2021 © Elisa Buonomo

Se mi volto sei ancora lì, 2021 © Elisa Buonomo

L'equilibrio degli impeti, 2021 © Elisa Buonomo

Perdersi in un miraggio, 2021 © Elisa Buonomo

La certezza è sapere dove tornare, 2021 © Elisa Buonomo

Scoprire le distanze e capire le attinenze, 2021 © Elisa Buonomo

Elisa Buonomo (Firenze, 1990)
E' stato mio padre a trasmettermi l'interesse e la passione per i viaggi in treno e la fotografia. Ho inizia il mio percorso in ambito teatrale, interfacciandomi a svariati approcci delle arti performative, diplomandomi nel 2016 presso il “Laboratorio 9”. Contemporaneamente ho deciso di interrompere gli studi universitari per trasferirmi a Brescia dove ho modo di approfondire le arti visive e le sperimentazioni artistiche in Accademia. Le indagini introspettive e l'osservazione minuziosa di qualsiasi dettaglio sono circostanze necessarie alla mia personale ricerca. Nel 2019 ho esposto nella collettiva “Al Chiari di Luna”. Dal 2020 sono assistente alla cattedra di Arti Drammatiche presso la Laba di Brescia.

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Mino Di Vita