Come parlare in pubblico – parte 2

Compatibilità
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02. Comunicare significa saper entrare in relazione con gli altri con uno scopo preciso: intervenire sul pensiero e sul comportamento dell’interlocutore

Essere efficaci significa centrare un risultato. Quando si tratta di comunicare efficacemente, la prima cosa che dobbiamo chiarire a noi stessi è: che cosa voglio che questa persona sappia? E poi: che cosa voglio che questa persona faccia? Saper rispondere a queste due domande è il primo passo per costruire una comunicazione utile. Per esempio, se si è a un colloquio di lavoro, ovviamente si vuole che, alla fine della conversazione, l’intervistatore sappia che si è il miglior candidato per quel ruolo. E si vuole che questa persona faccia una cosa ben precisa: assumerci. Per raggiungere questi due obiettivi, bisogna saper rispondere a una terza domanda: come voglio che questa persona si senta? Il segreto dei grandi comunicatori è farsi questa domanda e puntare a ottenere quel risultato per primo, perché influenzare le emozioni è la chiave per aprire tutte le altre porte.

Molti consigliano di “essere te stesso”, ma in realtà nella maggior parte dei casi è una pessima idea, perché tutti noi abbiamo accumulato nel corso della vita cattive abitudini e comportamenti sbagliati che impediscono di entrare in contatto correttamente con le persone. Comportarsi in un modo che ci sembra normale potrebbe essere un grave errore se non si è prima verificato che questa “normalità” sia davvero adatta e congruente con una comunicazione piena ed espressiva.

Per “comunicazione piena” si intende la capacità di veicolare informazioni e stabilire relazioni con tutti i canali disponibili, a partire da quello del linguaggio del corpo – troppe volte considerato un aspetto manipolatorio – che è il modo più profondo per connetterci con gli altri perché lo si fa senza l’uso delle parole, attingendo a una capacità innata e significativa. Quando parliamo di comunicazione congruente, poi, facciamo riferimento all’allineamento di significato tra le parole, il corpo e la voce, troppo spesso frustrato dal fatto che ci è richiesto di essere “professionali”, a volte fino al punto di diventare impersonali. Avete mai sentito aprire un discorso con la frase “sono felice di essere qui oggi” da un oratore serio e compìto come se fosse a un funerale? [continua…]

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