Notizie false, influencer veri: una ricerca dell’UNESCO scopre che….

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Che il prodotto stampato sia sinonimo di qualità è concetto ampiamente consolidato. Ma questa volta, a dare manforte agli appassionati dei contenuti impressi sulla carta arriva una ricerca dell’UNESCO, che rivela che il 62% degli influencer, ovvero coloro che occupano le reti social autoproclamandosi esperti dello scibile umano, non controllano le informazioni prima di condividerle con i loro seguaci. Per preparare il report, fra agosto e settembre di quest’anno sono stati analizzate le pubblicazioni di cinquecento creatori di contenuti, selezionati fra quarantacinque Paesi ed otto diverse regioni linguistiche. L’analisi è stata completata con una ventina di interviste personali. La maggioranza del panel utilizzato ha meno di trentacinque anni, ed ha un seguito di followers compreso fra i mille ed i diecimila utenti. Il 62% ha ammesso –diremmo … candidamente – di non verificare la veridicità delle informazioni, in modo sistematico e rigoroso, prima di diffonderle sui social. Ancora più sorprendente, sempre secondo questa ricerca, sono i parametri utilizzati per misurare la credibilità delle informazioni che si rilanciano in rete. Il 41,6% si fida dei contenuti basandosi sul numero dei “likes”, e un terzo del campione, il 33,5%, riutilizza i messaggi che arrivano da altri influencer dei quali si ha considerazione. “I creatori di contenuti digitali hanno raggiunto una posizione importante nell’ecosistema dell’informazione” commenta il direttore generale dell’UNESCO, Audrey Azoulay – “coinvolgendo milioni di persone con notizie culturali, sociali o politiche. Ma molti (utenti) si confrontano con disinformazione, e discorsi d’odio online, e chiedono più formazione“. Per verificare la fondatezza dei contenuti on line – anche se la ricerca non lo dice – resta sempre la carta stampata. E’ un’ottima notizia, forse l’unica, in un panorama social desolante.

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